SI CAMBIA MUSICA - Secondo un report consultato dall’agenzia di stampa britannica Reuters, il presidente-eletto americano Donald Trump e il suo team stanno portando avanti un piano di tagli ai fondi che l’amministrazione Biden aveva stanziato per promuovere la diffusione delle auto elettriche negli Stati Uniti. Nel frattempo, sono già entrati in vigore i previsti aumenti delle tariffe sulle importazioni dalla Cina di batterie agli ioni di litio, grafite e magneti permanenti per motori elettrici.
STOP AGLI INCENTIVI - Ma che effetti avranno, in concreto, questi provvedimenti sull’industria dell’auto e sui cittadini americani? Innanzitutto, Trump intende rimuovere l’incentivo governativo di 7.500 dollari che Biden aveva previsto per gli automobilisti intenzionati ad acquistare un’auto elettrica nuova. Il tutto in un momento a dir poco delicato, in cui la transizione verso la mobilità “green” negli Stati Uniti è a un punto di stallo, mentre quella cinese, massicciamente sovvenzionata da Pechino, procede sempre più veloce.
LA CINA FA PAURA - Per arginare lo strapotere cinese, Trump sarebbe intenzionato a spostare i 7,5 miliardi di dollari che l’amministrazione precedente aveva destinato al potenziamento dell’infrastruttura di ricarica verso il settore della lavorazione delle terre rare e dei minerali che servono non solo per produrre le batterie delle auto, ma anche (e soprattutto) per rinforzare il settore della difesa. Al quale, tra l’altro, verrà imposto lo stop all’acquisto e allo sviluppo di veicoli militari elettrici precedentemente promossi da Biden.
NORME MENO SEVERE PER DIESEL E BENZINA - Per tenere fede alle promesse fatte allo zoccolo duro dei suoi elettori, inoltre, Trump prevede di rivedere al rialzo i limiti sulle emissioni inquinanti che penalizzano la vendita delle auto a benzina e a gasolio. I grammi di CO2 emessi al chilometro, in particolare, potrebbero aumentare del 25% (tornando ai livelli del 2019) senza ripercussioni sulle finanze delle case automobilistiche.
UN DURO COLPO? FORSE NON PER TUTTI… - Per colossi come la Hyundai e la General Motors, che negli ultimi anni hanno investito molto sull’elettrico, lanciando diversi nuovi modelli negli Stati Uniti, è un duro colpo, mentre non sembra affatto preoccupato il patron della Tesla, Elon Musk, fresco di nomina a co-responsabile insieme al miliardario Vivek Ramaswamy del nuovo “Dipartimento per l’efficienza del governo”. Anzi, è vero il contrario: Musk, che ha sostenuto la candidatura di Trump con 250 milioni di dollari, è certo che la politica del nuovo presidente non potrà che aiutare la sua casa automobilistica ad aumentare il gap con la concorrenza.