LACRIME E SANGUE - La massiccia campagna di riduzione dei costi del gruppo Volkswagen potrebbe includere il licenziamento di un massimo di 30.000 dipendenti, la maggior parte dei quali in Germania, in maniera da recuperare le enormi spese per uscire dallo scandalo Dieselgate, che costerà alla società somme enormi (15 miliardi, forse di più). L’anticipazione viene lanciata dal sito Bloomberg, che cita come fonti persone coinvolte nelle trattative, secondo cui il gruppo vorrebbe tagliare 30.000 posti di lavoro in tutto il mondo entro i prossimi 4 anni: fino a 23.000 addetti in Germania, i restanti soprattutto negli Stati Uniti e in Brasile. Il gruppo Volkswagen impiega 282.000 persone in Germania e 624.000 persone a livello globale, quindi la sforbiciata è rivolta al 5% della forza lavoro complessiva.
RISPARMI PER 3,7 MILIARDI - Secondo le indiscrezioni, la riduzione del personale sarà condotta anche attraverso pensionamenti e “pacchetti d'uscita” ma in compenso l’azienda si impegna a non mettere in pratica licenziamenti forzati almeno fino al 2025. La riduzione dell’organico permetterà al gruppo di risparmiare 3,7 miliardi entro il 2020 in costi del personale (3 miliardi in Germania e 700 milioni all’estero), secondo le anticipazioni raccolte da Bloomberg, che si aggiungeranno ai tagli imposti per stabilimenti, nuovi modelli e altre voci di spesa. Fra i punti dell’accordo in discussione con i sindacati c’è la costruzione in Germania di due automobili elettriche, una a Wolfsburg e l’altra a Zwickau, oltre alla creazione di una squadra impegnata nei settori dell’alimentazione elettrica e della digitalizzazione, che includerà 9.000 dipendenti.