“VOLKSWAGEN IN SVENDITA” - Da ormai qualche mese si parla della crisi che sta attraversando la Volkswagen, talmente importante da fare ipotizzare qualcosa di inedito per la casa tedesca: un piano di licenziamenti e chiusure di impianti in Germania. Con il passare dei giorni però le misure potrebbero diventare addirittura più drastiche di quanto immaginato, tanto da fare ipotizzare la chiusura di ben tre stabilimenti e il licenziamento di decine di migliaia di dipendenti. A denunciarlo è Daniela Cavallo, capo del consiglio di fabbrica della Volkswagen, che ai dipendenti ha descritto il piano come l’inizio della “svendita nel suo paese d’origine”. La rappresentante dei lavoratori non ha detto quali siano gli impianti interessati né quanti dei 300.000 dipendenti tedeschi potrebbero essere licenziati.
STESSI PROBLEMI, SOLUZIONI DIVERSE - I commenti di Cavallo testimoniano un aumento delle tensioni tra i lavoratori e i vertici dell’azienda, messa a dura causa degli elevati costi dell’energia e della manodopera, oltre alla crescente concorrenza asiatica e al calo della domanda dovuta anche a una transizione elettrica più lenta del previsto. “Non siamo molto distanti nell’analisi dei problemi. Ma siamo a chilometri di distanza sulle risposte a questi problemi”, ha affermato Cavallo. Per questo oggi, in undici stabilimenti tedeschi, i lavoratori hanno scioperato per protestare contro le misure volute dalla casa automobilistica.
INVESTIMENTI ESSENZIALI - Tra le misure adottate ci sarebbe anche un taglio del salario del 10% e il congelamento dei salari minimi per due anni. Secondo fonti tedesche, la direzione del gruppo starebbe anche valutando la possibilità di limitare i bonus per i manager e ridurre i pagamenti extra per gli anniversari dei dipendenti. Con questi provvedimenti la Volkswagen punta a risparmiare circa 110 miliardi di euro entro il 2026 per poter continuare a investire nella mobilità elettrica e digitale: “Senza misure complete per riacquistare competitività, non saremo in grado di permetterci investimenti essenziali per il futuro”, ha risposto Gunnar Kilian, membro del consiglio di amministrazione del gruppo. A calare il carico sulle fabbriche in Germania è anche il ceo del marchio Volkswagen, Thomas Schäfer, che ha assicurato che gli stabilimenti tedeschi non sono abbastanza produttivi e superano i costi previsti del 25-50%.