Alfa Romeo 155 2.5i V6 cat

Pubblicato il 26 gennaio 2015

Listino prezzi Alfa Romeo 155 non disponibile

Ritratto di Lu1gi92
alVolante di una
Alfa Romeo 155 2.5i V6 cat
Alfa Romeo 155
Qualità prezzo
4
Dotazione
5
Posizione di guida
5
Cruscotto
3
Visibilità
4
Confort
4
Motore
5
Ripresa
5
Cambio
5
Frenata
4
Sterzo
4
Tenuta strada
4
Media:
4.3333333333333
Perché l'ho comprata o provata
è proprio vero che le conversazioni nei bar in piena estate accompagnate da una birretta fresca fra due amici malati di automobilismo possono portare a cose ( si fa per dire ) catastrofiche o perlomeno il termine catastrofe è quello che mia madre ha pensato quando le ho detto l'auto che stavo andando a vedere ; anche se lei non ne capisce molto di automobili nella mia frase detta dall'altro lato di un telefono :" centocinquantacinque duemilacinque vu sei" ha percepito che qualcosa di grosso e pericoloso ( agli occhi di una madre ) era nell'aria ma ohimè dopo qualche frase ha concluso dicendo :" sapevo che questo giorno sarebbe giunto ". La patologia chiamata alfismo la portavo dentro già da qualche anno : da quando sognavo la patente e soprattutto dopo che avevo cominciato a muovere i miei primi chilometri sulla mia santa pandina 900 fino a quando un giorno a 19 anni decido di partire per Milano in cerca di fortuna ; trovato il lavoro comincia la fase in cui pensi se sputtanare tutto e goderti la vita o inseguire passioni folli. La ricetta per il successo era : prendere un'alfa con un v6 busso di stile retrò , la scelta ricadde immediatamente sull'alfa 75 3.0 v6 america ed infatti è da quello che cominciò la ricerca su subito.it di quel fatidico giorno seduti a quel bar.. la frase precisa che cercammo fu : alfa romeo v6 e cominciarono a comparire gtv ( poco versatile ) , 147 gta ( troppo costosa ) , 156 gta ( idem della sorellina ) , brera ( v6 non made in italy ) , 166 ( non è un pò troppo lunga? ) , 155 v6?!?! Detto sinceramente non sapevo nemmeno ( mi vergogno da alfista ) che ci fosse una versione v6 della 155.. un pò di schede tecniche quì e lì e la descrizione molto convincente condirono l'insalata. 2 Giorni dopo andai a vederla..come è andata poi effettivamente a finire credo sia chiaro ed ora a distanza di 7 mesi credo che sia giunto il momento di scrivere finalmente la prova della mia Alfa Romeo 155 2.5 v6 12valvole del 1992 ; è esattamente da allora che penso a cosa scrivere in questa prova poichè questo più di ogni altro modello di alfa romeo negli ultimi 25 anni ha diviso , fatto scrivere e parlare di se nel bene e nel male tracciando un solco profondo nella storia dell'alfa stessa ; un punto di rottura , un nuovo inizio , la fine di qualcosa o il principio di un'altra. Denigrata da alcuni e lodata da altri viene molto spesso giudicata da persone che non l'hanno nemmeno posseduta, usata, guidata però in questa prova non volevo solo banalizzare parlando dell'oggetto in questione. Per parlare dell'alfa 155 bisogna rievocare il contesto da cui è nata in tutto e per tutto e solo alla fine dopo aver riflettuto arrivare alla propria conclusione che come leggeremo nei commenti che questa prova farà scaturire saranno del tutto soggettivi ma spero anche se è davvero difficile OGGETTIVI. Premetto che i cenni storici riportati quì sotto non sono stati scritti da me ma sono un mix di quanto di meglio ho trovato in rete sull'argomento. IL CONTESTO STORICO Il periodo compreso tra la fine degli anni settanta e l'inizio degli anni ottanta fu caratterizzato dalla presenza, nella gamma Alfa Romeo, di modelli obsoleti e superati che non vennero sostituiti da vetture nuove all'altezza del prestigio del marchio. Era lacunosa anche la fattura dei modelli, che difettavano per l'assemblaggio poco curato e per la scarsa qualità dei materiali. Migliorò temporaneamente la situazione il lancio, nel 1983, del modello che sostituiva l'Alfasud, la 33, che ebbe un ottimo riscontro commerciale. Al contrario l'Arna, sempre del 1983 e frutto di una di joint venture con la Nissan, fu un clamoroso flop commerciale.A questo punto l'Alfa Romeo, priva della liquidità necessaria per rinnovare la gamma, lanciò sul mercato una nuova ammiraglia basata sui modelli precedenti, l'alfa 90 . Anche la 75 (1985) fu l'ennesimo frutto della strategia di derivare i nuovi modelli da vetture precedenti ; ebbe un buon successo e fu il primo modello a montare il nuovo motore Twin Spark. I conti tuttavia rimasero in rosso per gli alti costi di produzione; ad esempio, all'inizio degli anni ottanta, l'Alfa Romeo per assemblare un'Alfetta spendeva una cifra tripla rispetto al prezzo a cui il modello era poi venduto al pubblico. Ed è proprio nel 1985 dopo la sciagurata decisione di aggredire il segmento inferiore di mercato, costruendo lo stabilimento di Pomigliano d' Arco con gli aiuti della Cassa per il Mezzogiorno che la casa del Biscione si ritrovò con una capacità produttiva enorme rispetto alle vetture che riusciva a vendere. Le perdite marciavano al ritmo di centinaia di miliardi l' anno. Negli ultimi otto anni l' Alfa aveva bruciato 1.484 miliardi. Così maturò la decisione da parte dell'IRI (ai tempi proprietaria dell'alfa romeo) di vendere e nel luglio 1986 i candidati all'acquisto sono due : la fiat e la ford. La faccenda è molto importante e la stessa classe politica italiana oltre che gli industriali e i vertici dell'alfa romeo stessa sono combattuti. Le offerte delle due controparti sono molto diverse ; l'offerta messa sul piatto della ford parla della produzione fra i due stabilimenti alfa ovvero arese e pomigliano di 400.000 auto all'anno delle quali 50.000 ford equipaggiate con motori boxer alfa , investimenti per riassorbire i cassaintegrati ( 2600 all'epoca ), acquisizione immediata di una quota Alfa limitata al 19.5% (valore:200 miliardi di lire), per tre anni perdite ripartite tra Ford e Iri in base alle rispettive quote, acquisizione della quota di controllo nel 1990 a un prezzo fissato in base ai risultati raggiunti dall'Alfa. L'offerta della casa Americana prevede: impegno a mantenere il marchio del biscione; investimenti per 4000 miliardi di lire e aumento della produzione fino a 400 mila vetture all'anno; esclusione dell'ipotesi di licenziamenti collettivi. La fiat che fino ad allora era rimasta insofferente a ciò che stava accadendo comincia a temere che la ford prendendo piede in italia potesse danneggiare la sua leadership e attacca con una controproposta che consiste in : Fiat rileva subito il 100% di tutte le attività di Alfa Romeo: pagherà 1050 miliardi di Lire in cinque tranche annuali di 200 miliardi a partire dall'anno in cui Alfa tornerà in utile (data prevista: 1992) e si assume 700 miliardi di lire di debiti della società. La proposta prevede 8000 miliardi di lire di impegno globale, la creazione di una società unica Alfa Lancia, la produzione di 620 mila auto del segmento medio alto a regime, l'eccesso di mano d'opera verrà fronteggiato col turn-over, ma con l'espansione produttiva prevista, tutti i cassintegrati verranno riassorbiti. La società IRI che controlla Alfa Romeo, si pronuncia a favore della Fiat, il preseidente IRI, Romano Prodi, dichiara: "la proposta Fiat è stata ritenuta vantaggiosa anche alla luce delle valutazioni degli studi specializzati della First Boston Corporation. E' certo una decisione dolorosa ma inevitabile". In una intervista precedente all'acquisizione da parte di fiat il signor Giuseppe Luraghi afferma che :" Io sono certo che l'Alfa sia che finisca sotto Ford sia sotto Fiat verrà sacrificata. Stiamo almeno attenti a non mettere in casa nostra un concorrente troppo forte che può scardinare l'industria Italiana." Negli anni successivi la Fiat diede vita ad un progetto ambizioso che nessuno fino ad allora un costruttore aveva osato compiere : realizzare un pianale capace di ospitare una decina di propulsori completamente diversi, da vestire con altrettante carrozzerie differenti poichè quando si produce un'automobile, si produce un oggetto composto da un numero notevole di componenti i quali, se prodotti in fabbrica specificatamente per ogni modello farebbero lievitare di moltissimo i costi di produzione, è un principio ineluttabile. Per evitare tutto ciò si rende necessario uniformare un gran numero di componenti (meccanici, elettronici e telaistici), in modo da renderli utilizzabili per più modelli differenti. E' chiaro che, più un particolare è costoso da progettare e da industrializzare, più è conveniente renderlo utilizzabile per più modelli. Ogni industria automobilistica ha somatizzato in maniera personale questi concetti. Si pensi alle industrie americane che propongono con marchi differenti lo stesso modello di automobile o, paradossalmente, alle giapponesi e alle tedesche per le quali l'unificazione dei pianali è un traguardo raggiunto solo da poco tempo. Il pianale unitamente ad altri particolari strutturali come l'arco porta o il tetto, è sicuramente la parte di un'automobile più complessa in assoluto da progettare ed industrializzare. L'intento era realizzare un'intera famiglia di vetture di classe media, con carrozzeria a due e tre volumi, e con caratteristiche specifiche per i marchi Fiat, Lancia ed Alfa Romeo. Successivamente, ai concetti iniziali, si aggiunse l'utilizzo della trazione integrale e la possibilità di creare versioni tre porte delle due volumi potendo, di riflesso, realizzare anche vetture sportive (coupè e spider). Il progetto era conosciuto come TIPO2 e fu sviluppato con la collaborazione dell'I.de.A. Institute. Come già sperimentato con la TIPO4, la crazione di un pianale con tali caratteristiche impone il superamento di ostacoli di notevole entità, soprattutto in previsione dell'installazione di propulsori particolarmente potenti, che richiedono alla scocca ed al pianale adeguata rigidità alle sollecitazioni. Per il montaggio del gruppo propulsore-cambio-sospensioni, si optò per la stessa soluzione scelta per le ammiraglie, ossia l'ancoraggio delle sospensioni e, in parte, del gruppo motore-cambio ad un telaio semiportante, da assemblare successivamente alla scocca. Per rendere agevole l'installazione di unità motrici differenti (per lay-out e per volumetria), fu studiato un vano anteriore con le pareti estremamente regolari. La scelta di utilizzare anteriormente il McPherson( https://www.youtube.com/watch?v=WctjXT-1vTQ ) fu fondamentale al fine di limitare l'ingombro in senso trasversale delle sospensioni stesse e permettere di sviluppare al massimo in larghezza il vano. Deputati ad assorbire l'energia, in caso di impatto frontale, erano l'estremità dei longheroni anteriori ed una traversa inferiore a cui erano ancorati i paraurti. Il "sottosistema" del frontale (calandra, gruppi ottici e traversa superiore) era anch'esso separato dalla scocca e poteva essere realizzato specificatamente per ogni modello. Posteriormente era previsto un ulteriore telaietto ausiliario che fungeva da struttura portante per le sospensioni. Ciò avrebbe consentito il montaggio di sospensioni dalle molteplici geometrie, ovviamente nel rispetto dell'ingombro previsto in origine. Il passo fu stabilito in 2540 mm, una misura notevole per vetture del segmento C ed altrettanto "importante" per le berline del segmento superiore. Per raffronto, la Volkswagen Golf IV, presentata dieci anni dopo la Tipo e appartenente allo stesso segmento di mercato, ha un passo di "appena" 250 cm. Ecco quì il link che rimanda alla blueprint della fiat tipo http://www.the-blueprints.com/modules/vectordrawings/preview-wm/fiat_tipo_5-door_1988.jpg mentre questa è quella dell'alfa romeo 155 http://www.foro3d.com/attachments/122498d1265035896-blueprint-alfa-romeo-155-a-alfa-romeo-155.jpeg Per capire maggiormente la parentela dei 2 modelli osserviamo le foto dei telai: questo è il telaio di una fiat tipo http://www.cuorialfisti.com/MATERIALE/materiale_tecnica/tipo/tipo_03.jpg mentre questa immagine ci permette di vedere il telaio di una alfa 155 http://www.cuorealfista.com/materiale/Tecnica/TIPO2-155.jpg Visivamente la parentela è palese , unica differenza non visibile da queste fotografie è che nella 155 il telaio è stato rinforzato e irrigidito in alcuni punti per compensare la maggiore cavalleria a disposizione. Detto ciò ; il fatto che l'alfa 155 nasca sulla base di un progetto estremamente sinergico di fine anni 80 dovrebbe renderla una cattiva vettura? E' questa la domanda alla base di questa prova.
Gli interni
All'interno lo spazio è davvero tanto , sia anteriormente che posteriormente ci stanno comode persone anche molto alte , soprattutto perchè lo stile stesso delle auto di quegli anni ovvero molto squadrato fa si che il tetto non sia arcuato come nelle successive 156 e 159 risultando molto + spaziosa delle 2 sue discendenti e anche della sua stessa progenitrice 75 . I Sedili in pelle sui fianchi e in tessuto sono molto sottili così da guadagnare un bel pò di spazio per chi siede dietro e nella mia hanno la regolazione elettrica e il riscaldamento , se proprio devo fare un appunto le tasche delle portiere sono piccole e poco sfruttabili mentre dietro ( almeno nella mia ) non sono nemmeno presenti , piacevole il fatto di avere il bracciolo sia all'anteriore che al posteriore il che rende i viaggi in 4 davvero in prima classe ( per l'epoca ) accompagnati dal climatizzatore elettronico e dalle superfici vetrate molto ampie . La mia è un esemplare abbastanza ben accessoriato , i sedili anteriori si regolano e riscaldano elettricamente ( vera chicca su un'auto di 23 anni fa ) . Molto comodo il cassettino posto dietro il bracciolo posteriore che permette di aprire una finestrella la quale mi è risultata molto utile per trasportare grosse assi di tende e anche delle travettine di legno. Tornando al baule : ha una forma regolare e squadrato , illuminato e decisamente sfruttabile ; ricordo cosa ha detto un mio amico la prima volta che l'ha visto : "bhè quì tre o 4 cadaveri ci stanno comodamente". I materiali e i montaggi contrariamente a ciò che si pensa sono fatti decisamente come si deve , l'auto in generale trasmette una piacevolissima sensazione di solidità impreziosita dalla presenza di un bellissimo volante in legno che dà a tutto l'insieme una sensazione di retrò molto piacevole , la retro illuminazione di cruscotto e vari comandi è verde. Il vano dello stereo è posto molto in basso : appena sotto il cassettino del posacenere e dell'accendisigari..il quale cassetto non chiuso da una vera e proprio molla tende alla lunga a non chiudersi più ( riscontrato anche in molte altre 155 che ho trovato sparse nei vari cimiteri per auto ) . Il cassettone anteriore è abbastanza grande , illuminato ma non refrigerato , ha dalla sua il fatto di avere un'utilissima serratura. Gli altri due portaoggetti "a vista" posti nella parte superiore della plancia non sono molto versatili poichè il poco attrito che crea la plastica della plancia stessa e la scarsa profondità dei vani fanno volare via alla prima accellerata decisa tutto ciò che ci avete appoggiato a meno che non guidiate da nonnetti. Al centro del tunnel c'è poco o niente : un piccolo porta monete e nient'altro mentre risulta davvero piacevole avere una nicchietta sotto il vano dello stereo dove riporre il cellulare e un paio di pacchi di fazzolettini. Viaggiando a 120 l'auto è molto silenziosa .. con il motore che sonnecchia sempre pronto a reagire a ogni sollecitazione ed è proprio in questo che brilla la 155 v6.. un grosso e comodo incrociatore autostradale.
Alla guida
La mia 155 è equipaggiata con il 2.5 v6 12 valvole busso da 166 cavalli ovvero lo stesso che equipaggiava la 75 quadrifoglio verde montato in posizione trasversale( 155 ) e con il cambio avanti. Basta metterlo in moto e la sonorità anche a minimo è già goduria per chi come me è un'appassionato con il classico rumore busso ( chi conosce il motore in questione sa di cosa sto parlando ) Accellerando poi si apprezza subito il suo temperamento ; coppioso e pieno fin dai bassi regimi fino ad arrivare a 4000 giri quando oltre a giungere a una sonorità molto più selvaggia scarica con rabbia tutto quello che ha fino a oltre 6000 giri , questo motore sembra avere un tiro che non si esaurisce mai se non fosse per il limitatore ; nonostante quella che oggi giorno potrebbe sembrare modestra potenza con questi 166 cavalli è facilissimo arrivare a velocità da ritiro dalla patente anche perchè il motore è talmente omogeneo nel prendere velocità che a volte nemmeno ci si rende conto di quanto davvero si stia andando forte , ovvio dire che come tutti gli aspirati di grossa cavalleria va tenuto bello allegro di giri per rendere al meglio..ed è quì che si vedono i vantaggi di avere 2 cilindri in più rispetto a un 4 cilindri in linea di cavalleria simile ( vedi 2.2jts brera che ho guidato ) : quì accellerando anche con una marcia in più la macchina ha tutta la "schiena" che serve ad imprimere velocità facendo lavorare molto meno di cambio rispetto appunto ad un 4 cilindri in linea; si impiegano circa 22 secondi da fermo per raggiungere i 160 all'ora ( davvero niente male per la macchina del nonno ) . Messa in moto a freddo ci mette davvero poco ad entrare in temperatura dato che il motore è in alluminio il quale contribuisce a non alzare troppo l'ago della bilancia che si ferma a 1290 kg a secco che sommato ad una gommatura da 15 pollici le fa dimostrare ancora più cavalli soprattutto in ripresa ( meno superficie a contatto con l'asfalto = meno attrito = meno sforzo per muovere la massa = più prestazioni ). Per chiudere in bellezza già l'odore del gas di scarico che esce dal marmittone a "papera" è una goduria per gli appassionati. Se devo proprio muovere una critica il cambio ha solo 5 marce , se ne avesse avute 6 ne avrebbe giovato il portafogli nei viaggi autostradali e la velocità di punta relativamente non elevatissima : 215 km/h dichiarati che però d'altro canto si raggiungono davvero molto molto infretta. CONSUMO DI CARBURANTE Il consumo merita un discorso a se; non è facile definirlo poichè varia talmente tanto dal contesto in cui la si utilizza ; di concreto c'è che in città nel traffico la strada che si fa con 1 litro di benzina non supera i 6km mentre in autostrada e fuori città si possono raggiungere percorrenze umane anche entro i 12 o 13 a litro ma a questo sinceramente non penso poichè il suono , l'odore e il solo fatto di sapere di avere quel motore sotto il cofano fanno passare su qualunque cosa , il v6 busso è un motore da gustare di cui godere e ascoltare...venerare ed essere orgogliosi di possedere . TENUTA DI STRADA Il comportamento in curva è neutro : la macchina è sicura e affronta i curvoni in maniera sicura anche aiutata da uno sterzo davvero consistente e preciso , le gomme da 15 pollici e le sospensioni abbastanza votate al comfort non la mettono in difficoltà. Dove la 155 v6 comincia a mostrare un pò il fianco sono le curve a raggio molto stretto dove la trazione anteriore e un v6 inferocito creano un connubio che fa perdere un bel pò di velocità di percorrenza e trazione in uscita (problema comune a TUTTE le trazioni anteriori con motori molto spinti ) tuttavia rimane molto molto godibile anche in un misto di curve. E' impensabile credere che un'audi TT a trazione anteriore sia efficace e godibile come una bmw serie 4 quanto sarebbe altrettanto impensabile chiedere ad un'alfa 155 v6 di essere precisa e sfruttabile in un misto quanto una 75 2.5 v6 quadrifoglio verde a parità di cavalleria..Questioni puramente ingegneristiche e fisiche per tutta una serie di motivi : trazione , distribuzione dei pesi , raffinatezza di sospensioni. In sintesi è un'auto che tiene molto bene la strada al pari della migliore concorrenza dell'epoca non toccando punte di eccellenza come la progenitrice ma comunque godibilissima nell'uso sportivo che un'automobilista che tiene alla propria vita possa fare di un'automobile .
La comprerei o ricomprerei?
Ad occhi chiusi, mi sto trovando davvero bene e mi sto togliendo tante soddisfazioni , sono stato fortunato a trovarne una di soli 92.000 km tenuta da maniaco in un colore molto elegante che si sposa alla perfezione con il suo grintosissimo e serio v6 old scool alfa romeo , diciamo che compe prima alfa ho cominciato bene , spero in futuro di affiancarle ( e non sostituirla ) con una 75 magari una turbo o ( sognando ) una turbo evoluzione, Detto ciò la 155 è figlia di tutta una serie di circostanze , il prossimo fallimento di alfa in costante perdita , un telaio che per quanto valido era troppo costoso da continuare a produrre e troppo vecchio nonostante la sua raffinatezza per pretendere di essere riproposto , il progetto parallelo ambizioso di fiat di quegli anni sul telaio tipo 2 , l'acquisto di alfa da parte di fiat non fatto con amore ma per la paura di trovarsi un nemico troppo forte in casa propria. La 155 non sarebbe potuta essere diversa da quello che effettivamente è stata e ve lo posso assicurare è stata una gran macchina la cui unica e grossa sfortuna è stata essere la nipotina di auto come l'alfetta , la giulia super , la giulietta anni 70 e la stessa 75...di portare in dote un marchio tanto pieno di nobiltà quanto difficile da indossare. Da alfista anche io rimpiango i gloriosi anni 60-70 e 80 ma purtroppo le colpe di tutto ciò non sono imputabili soltanto a fiat ma piuttosto alla classe dirigente alfa dell'era IRI che l'ha portata attraverso scelte sbagliate a sbriciolarsi sotto il suo stesso nome..Detto ciò l'alfa 155 è un'ottima automobile e merita di portare quello scudetto consci però di ogni lato puramente oggettivo che ho tenuto a specificare nel bene e nel male nel corso della prova. Vi ringrazio per la pazienza e mi scuso se mi sono dilungato , ora mi siedo e mi godo il vespaio che scaturirà da questa prova ;)
Alfa Romeo 155 2.5i V6 cat
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4,0
4
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Ritratto di Rav
28 gennaio 2015 - 23:29
4
Bella prova anche se ammetto di aver saltato qualche passaggio perchè un tantino lunghetta :) La macchina non mi ha mai fatto impazzire, non entro nel merito della motorizzazione (un V6 è sempre un V6) ma parlo in generale. Però sono sempre contento quando leggo di appassionati come me che riescono a coronare un loro piccolo o grande sogno mettendo in garage l'auto particolare che avevano in testa da tempo. Dico particolare perchè è ovvio che uno dice "beato lui che ha comprato la SLK", tanto per dirne una, ma quella la vendono, una 155 invece è da cercare e trovare in buono stato, cosa non sempre facile per tutti i modelli. Spero anche io, non troppo in là nel tempo, di poter mettere in garage il mio piccolo sogno, non è un'Alfa ma è pur sempre una macchina di cui sono innamorato. Che dire, goditela!
Ritratto di francu
1 febbraio 2015 - 14:48
un auto con il cx di 0.28 il migliore a quel epoca e migliore del 99% delle auto di oggi e con il busso... il resto sono chiacchere solo che ha avuto la fortuna di provare il busso puo capire di cosa si sta parlando
Ritratto di PongoII
2 febbraio 2015 - 20:25
7
In due parole hai concentrato l'essenza della 155! Non per nulla la forma più aerodinamica in Natura è la goccia, ma pochi acquisterebbero o decanterebbero le doti stilistiche della vecchia Seicento Multipla... Grazie anche a quella linea la 155 si impose a mani basse (un plauso va anche a "Piedone" Giovanardi...) nel Superturismo, sbaragliando Audi e Bmw!
Ritratto di FiJema
3 febbraio 2015 - 22:02
Ho apprezzo davvero la tua prova da cui traspare tutta la passione che hai per l'Alfa. Non sono un alfista ma credo davvero che oggi Mito e Giulietta siano le vere alternative ai blasoni Volkswagen e Audi (le due Alfa hanno sicuramente molto più stile). A me la 155 piaceva molto e mi faceva impazzire la versione utilizzata nella serie TV "Il commissario REX".... :-) Per on parlare del mitico "Piedone" che davvero la faceva cantare sui circuiti Gran Turismo. Comunque la vediate, la 155 sicuramente non è stata un auto anonima e si è ritagliata il suo bel spazio nella storia delle autovetture più mitiche. EF
Ritratto di RIOC
4 febbraio 2015 - 19:20
Bello, ho letto tutto di un fiato ciò che hai scritto, ed oltre ad una parte di storia si sente passione ed amore per questo marchio,inutile l'Alfista e così ,e così va accettato.Sono stato vicino alì'acquisto di una 155.parecchi anni fa ma aimè come a tanti i soldi non sono mai stati una situazione di abbondanza per me. In ogni caso amando il marchio sono riuscito durante la mia vita di automobilista a possedere prima una bella 33 1.5 che mi ha fatto togliere delle soddisfazioni, a quei tempi si poteva anche accellerare senza essere spiati da una telecamera o cosa. Poi sempre rimanendo in Alfa mi riuscii a permettere una 156 1.8 ts Non certo un 2.5 , ma un motore che era un gioiellino tanto che con quella i 215 li ho toccati. Poi si invecchia i tempi di reazione calano tanto, la macchina invecchia con te , serve entrare nella giusta dimensione ed ora giro con una mito ,bellina guidabile ma che di Alfa ha solo lo stemma .......resta solo sognare i miei 30 anni le sgommate con la 33 , le accelerazioni con la 156., che malinconia.
Ritratto di bluspazioprofondo
4 febbraio 2015 - 19:43
Bella prova e bella auto, devo dire che nonostante non sia il mio modello preferito del Marchio quando ne vedo una mi giro volentieri. Abbastanza rara la 2.5, dal grande futuro storico a mio parere. Goditela e trattala sempre bene se la usi come unica auto, comunque ancora usabile nel quotidiano (personalmente, maniaco come sarei con questo genere di auto, le avrei affiancato una Yaris o una Punto da 1500 euro da smollare a destra e a manca, ahahah!).
Ritratto di Marco430
4 febbraio 2015 - 23:40
Ottima scelta!!! Veramente da intenditore!!! I V6 Busso secondo me rimangono delle pietre miliari nella storia dell'auto italiana! Ero però curioso di sapere che larghezza hanno i pneumatici della 2.5??? Che misure si potevano montare?
Ritratto di Lu1gi92
5 febbraio 2015 - 13:05
Dunque.. la mia ora monta delle 195/55 15 ma a libretto ci sono anche le 205 con cerchio 15.. ma fai conto che la mia è del 1992 . Con il restyling del 1995 hanno allargato le carreggiate e aumentato la gommatura.. fai che la versione sport del 2.0 TS nel 1995 montava addirittura i cerchi 16 che nella mia non si possono mettere
Ritratto di Marco430
6 febbraio 2015 - 13:48
Grazie della risposta. Io trovo che anche se le gomme non erano larghissime fanno parte dell originalità dell auto. Del resto...non credo proprio che la tenuta di strada sia pessima! Mitica 155! Ma soprattutto continuo a ripetere mitico il V6 Busso!!! P.S.se posso permettermi di darti un consiglio se fossi al posto tuo al prossimo cambio di gomme monterei le 205
Ritratto di CARLONI MASSIMO apai@assoc-apai.org
6 febbraio 2015 - 16:56
Penso sia lo stesso motore (con i carburatori..però) che avevo nell'Alfa 6 nei primi anni 80. Ricordo però alcuni difetti tipo l'impianto elettrico ed i relativi attuatori di bordo. Perdita di gocce d'olio che si raccoglievano al centro fra le due bancate. L'avevo acquistata poichè mi rifiutavo di comperare la BMW. Sembrerà sciocco ma quando hai/avevi un'Alfa hai/avevi la storia con te, hai/avevi la passione (a volte orba) che non ti permetteva di lasciar spazio ad altri ragionamenti. Leggendo i Vs.commenti torno indietro negli anni, torno alla giovinezza ed alla leggerezza della vita di quei tempi. Siamo stati fortunati specialmente il sottoscritto che ha avuto la possibilità di vivere a Rimini quando Rimini era Rimini, con tutta la pulita giovinezza di quei tempi. Saluti a tutti.
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