Anche qui, una sola parola: confortevole. E anche silenziosa, se si escludono i vari fruscii aerodinamici (con le barre montate, dai 100 km/h in su sempre più fastidiosi). Ottima tenuta di strada – è pur sempre una monovolume – e ottimi freni.
Tutt’altro discorso, il motore. Per carità: consumi buoni, cambio preciso, frizione leggera, e chi più ne ha, più ne metta. Ma come coppia e potenza, proprio non ci siamo. Finché si rimane in pianura, tutto bene: anzi, benissimo. Ma quando si prende una qualsiasi strada di montagna, ci si trova a doversi chiedere se i 135 cavalli dichiarati per il 1.600 non siano in realtà piuttosto anziani, quando non dei veri e propri brocchi.
In cinque adulti a bordo, fuori da un tornante l’accelerazione è imbarazzante anche nelle marce bassissime (di ripresa non ne parliamo neanche). E se c’è da sorpassare un pullman e non vi sono rettilinei belli lunghi all’orizzonte, meglio mettersi l’anima in pace e godersi il panorama. Al confronto, i 110 cavalli della nostra precedente Renault Scenic sembravano purosangue da corsa. Un vero peccato. Anche perché la versione 1.800 – che magari aveva i cavalli “giusti” – era in offerta solo con il cambio automatico: impossibile da provare – i concessionari non la tengono: non la vuole quasi nessuno – quindi da comprare a scatola chiusa.