Due porte e sette centimetri in più

A pochi mesi dal lancio della nuova Audi A3, la casa tedesca presenta la Sportback, versione più pratica e adatta a un utilizzo famigliare. Come già in passato, non si tratta soltanto di un allestimento a cinque porte invece che a tre, ma di un modello con la parte posteriore completamente diversa. Ci sono 7 cm in più in lunghezza e 3,5 nel passo (la distanza tra ruote anteriori e posteriori), oltre che tre finestrini per lato invece di due e una linea leggermente differente del tetto. Tutte queste novità comportano un aumento di peso (30 kg) e di prezzo (850 euro), garantendo in cambio un’accessibilità molto migliore al divano, che offre anche (così come il bagagliaio) un po’ di spazio in più. La nuova Audi A3 Sportback si può già ordinare, ma i primi esemplari arriveranno solo a metà febbraio del 2013. Tutti i motori sono turbo e a iniezione diretta; per ora, ci sono i 1.4 e 1.8 a benzina, da 122 e 180 cavalli, e i 1.6 e 2.0 diesel (con 105 a 150 CV); prezzi, da 23.900 a 30.300 euro. Ad aprile si vedrà la 1.4 a benzina da 140 cavalli e, qualche mese dopo, arriveranno la 1.2 da 105 e la turbodiesel 2.0 da 184 cavalli del nostro test (per la quale ipotizziamo un prezzo attorno ai 31.000 euro nell'allestimento Ambition).
Meno sportività, eleganza immutata
Le maggiori dimensioni e l’aggiunta delle due porte posteriori smorzano un po’ la sportività tipica della versione a tre porte, che a confronto pare quasi una coupé. Tuttavia, anche in versione Sportback l’Audi A3 rimane una media elegante e caratterizzata da linee molto tese ed equilibrate, alla quale si può rimproverare tutt’al più una forte somiglianza agli altri modelli recenti della casa tedesca. La parte più riuscita ci pare sempre il frontale, dove i fari sottili e “cattivi” sono ben proporzionati rispetto alla tipica mascherina Audi; si possono già avere bixeno (1.130 euro) e, tra breve, arriveranno anche quelli interamente a led (una novità per questa categoria).
Raffinata dentro

La parte anteriore dell’abitacolo della Audi A3 Sportback è identica a quella della versione a tre porte, e si caratterizza per la plancia molto sottile, arrotondata e semplice, dove gli elementi principali sono le complesse ma funzionali bocchette circolari (che consentono di scegliere tra un getto d’aria concentrato e uno diffuso semplicemente tirando o premendo il pomello centrale) e lo schermo piatto di 7” e ad alta risoluzione del navigatore, che fuoriesce dalla plancia quando si avvia il motore. Si tratta di un dispositivo molto costoso (2.680 euro) ma anche sofisticato, che consente, per esempio, di collegarsi a Internet e di vedere il percorso con le immagini di Google Earth sullo sfondo, oppure di impostare la destinazione cercandola su Google, oppure, ancora, di collegarsi a un social network come Facebook. Il tutto è comandato da un pomello e da una serie di tasti, sul tunnel centrale, dall’utilizzo piuttosto semplice e rapido (anche se, nel complesso, riteniamo gli ormai diffusi schermi a sfioramento insuperabili quanto a intuitività nell’utilizzo). In tutto l’abitacolo, la qualità dei materiali e la cura nei montaggi è molto elevata, mentre i vani portaoggetti sono pochi e non proprio ampi. Altre critiche vanno ai tasti degli alzavetro elettrici, non dei più comodi, perché piuttosto arretrati sui pannelli delle porte, e alle luci fendinebbia, le cui spie sono integrate nei relativi pulsanti, posti nella parte inferiore della plancia, a sinistra; restando fuori dal campo visivo del guidatore, c’è la possibilità di dimenticarsele accese a lungo, disturbando così gli altri automobilisti e rischiando una multa.
Buona per quattro, con relativi bagagli

Nell’Audi A3 Sportback 2.0 TDI i posti anteriori sono comodi e la posizione di guida consente regolazioni molto ampie, ma anche dietro due adulti, pure di alta statura, trovano posto agevolmente. Se si pretende di starci in tre, invece, ci si dovrà rassegnare a un comfort scarso: la larghezza non è granché, la zona centrale del divano è poco imbottita e il tunnel sul pavimento piuttosto ingombrante. Quanto al baule, il vantaggio della Audi A3 Sportback rispetto alla tre porte si riduce a poca cosa se si viaggia in cinque (la capacità passa da 365 a 380 litri), ma diventa più evidente se si reclina lo schienale (da 1.110 a 1.220 litri). Si tratta di valori buoni per la categoria, mentre, anche qui, a meritare una lode sono piuttosto la finitura e la cura nei dettagli: citiamo il rivestimento in feltro anche nel vano sottostante a quello principale, i ganci appendiborse retrattili, il ripiano posizionabile su due livelli (75 euro) e l’illuminazione con due minuscole ma efficaci luci a led.
Molto veloce e sicura

Il nostro test si è svolto per qualche decina di chilometri nel traffico cittadino, poi lungo un’impegnativa percorso di montagna e, infine, su un breve tratto di autostrada; non ci sbilanciamo, quindi, sulla veridicità del notevole dato dichiarato di velocità massima (232 km/h), perché ne siamo rimasti piuttosto lontani. Quanto allo “0-100” in 7,4 secondi, invece, ci sentiamo di dare piena ragione alla casa, perché il nuovo 2.0 da 184 cavalli (e 380 Nm di coppia), montato sulla relativamente piccola e leggera A3 Sportback, fa faville: inizia a dare il meglio già prima dei 1500 giri, e, se si affonda tutto il piede destro, supera in un lampo i 4500, con una “voce” roca che non è fastidiosa, e senza trasmettere vibrazioni. A facilitare la progressione c’è un cambio davvero sportivo: ha innesti molto precisi, non “rifiuta” mai una marcia e, tra l’altro, la leva ha un pomello in alluminio zigrinato che è una piccola opera d’arte. L’Audi A3 Sportback 2.0 TDI che abbiamo guidato aveva l’assetto più morbido fra i tre disponibili, proposto come optional senza supplemento di prezzo (per la Ambition, di serie c’è quello sportivo, più basso di 15 mm e più rigido). Ebbene, la capacità di assorbire lo sconnesso è molto buona, e altrettanto si può dire della sicurezza di guida: anche disinserendo il controllo elettronico della stabilità e affrontando le curve con decisione, l’auto rimane ancorata saldamente sull’asfalto, senza che la coda faccia mai scherzi. Certo, un assetto così è molto “filtrato”, e non dà a chi guida la sensazione di “contatto” con la strada; a chi cerca in primo luogo una guida precisa, consigliamo senz’altro l’assetto di serie, se non addirittura quello S line (ulteriormente irrigidito e abbassato di altri 10 mm, a 405 euro). Ma i consumi? Anche qui, non ci sentiamo di dare un giudizio: il tipo di percorso era molto particolare. In ogni caso, il computer di bordo alla fine indicava circa 11 km/litro. Non è certo un risultato negativo, dato che abbiamo sfruttato spesso i cavalli, anche in salita. Ma, al contempo, ci viene il dubbio che i 22,7 km/litro “ufficiali” siano destinati a rimanere un’illusione anche con una guida molto tranquilla in pianura.
Però, si fa pagare
L’Audi A3 Sportback 2.0 TDI Ambition ha di serie anche l’airbag per le ginocchia del guidatore, i fendinebbia, i cerchi in lega di 17”, il “clima” (ma per l’automatico bizona servono 645 euro), il sistema drive select (con un tasto, si possono cambiare la risposta del servosterzo e del motore), la radio e il volante sportivo a tre razze. Non si può dire una dotazione ricca, dato il prezzo che supererà sicuramente i 30.000 euro; infatti, si pagano a parte anche accessori ormai molto diffusi e utili, come il Bluetooth (350 euro), i comandi della radio al volante (200), il cruise control (315), la botola passante nello schienale del divano (185) e i sensori di parcheggio posteriori (465 euro). Apprezzabile, invece, la lista degli optional che migliorano la sicurezza; citiamo, tra gli altri, il cruise control con radar di distanza (655 euro), i sensori che avvisano in caso di uscita involontaria dalla corsia (700 euro) e di sorpasso da parte di un altro veicolo (585).
Secondo noi
PREGI
> Finiture. Tutto è realizzato con grande cura e con materiali di buona qualità.
> Prestazioni. L’auto è decisamente brillante.
> Sicurezza. La guida è facile e intuitiva, e si possono montare accessori interessanti.
DIFETTI
> Comandi. Quelli degli alzavetro sono un po’ arretrati, mentre le spie dei fendinebbia e dei retronebbia non sono sufficientemente visibili.
> Dotazione. Non basta staccare un assegno da oltre 30.000 euro per avere anche il cruise control, il Bluetooth e altri accessori normali anche per molte utilitarie.
> Portaoggetti. Non offrono tanto spazio, e nessuno è refrigerato