Come nelle precedenti edizioni, anche quest’ultima Honda Jazz (già in vendita) ha una carrozzeria da monovolume, alta e con il frontale cortissimo, che lascia molto spazio all’abitacolo: è un’auto davvero accogliente in rapporto agli ingombri (la lunghezza è cresciuta di un centimetro, arrivando a quota 404). La capienza del bagagliaio, però, è calata, passando da 354 a 304 litri (298 nella versione rialzata Crosstar oggetto del test, a causa del subwoofer dell’hi-fi che sottrae un altro po’ di spazio). Si tratta di un valore nella media per un’utilitaria, mentre prima era un punto di forza. Quella cinquantina di litri che erano destinati ai bagagli ora sono occupati dalla batteria di trazione, che si trova sotto il piano di carico: la nuova Jazz, infatti, è ora solo ibrida (di tipo “full”).
Il sistema ibrido della nuova Honda Jazz ricalca, in piccolo, quello della suv CR-V. A bassa velocità, a far girare le ruote provvede un motore elettrico da ben 109 CV, alimentato da un generatore mosso a sua volta da un 1.5 a benzina, che si avvia automaticamente quando la batteria scende sotto un certo livello di carica. Il risultato è che, in città, l’auto si muove spesso in modalità puramente elettrica. Oltre gli 80 km/h circa, invece, la chiusura di una frizione collega il 1.5 direttamente alle ruote. Questo perché, oltre un certo regime del quattro cilindri, consumi ed emissioni migliorano se si escludono il generatore di corrente e il motore elettrico.
La Honda Jazz non costa poco, ma già la “base” Comfort (€ 22.500) offre parecchio, specie per la sicurezza: ben dieci airbag (compreso quello che si apre fra le poltrone, per evitare “capocciate” fra i due occupanti negli urti laterali), la frenata automatica, il cruise control adattativo e il mantenimento in corsia. La Elegance (23.800) ha anche il reattivo sistema multimediale con schermo tattile di 9’’, Android Auto e Apple CarPlay, i sensori di distanza anteriori e posteriori e il volante rivestito in pelle. La Executive (€ 25.400) aggiunge navigatore, retrocamera, volante riscaldabile, chiave “intelligente” e monitoraggio dell’angolo cieco. Curiosamente, quest’ultimo è assente sulla Crosstar guidata, riconoscibile dall’assetto rialzato e dalle protezioni in plastica scura sui passaruota: è basata proprio sulla Executive, costa 1.500 euro in più e offre in aggiunta l’hi-fi. Nessuna può avere la ricarica wireless per i cellulari.
A bordo della Honda Jazz, si nota subito la notevole ariosità: i vetri sono ampi e i centimetri abbondano in ogni direzione. L’accesso al divano è agevole, e solo chi supera i due metri può lamentare la mancanza di centimetri per testa e gambe. Grazie al fatto che la batteria di trazione non è sotto il divano, questo conserva la possibilità di sollevare la seduta (per caricare sul pavimento oggetti alti, come piante o una piccola bicicletta) e di abbattersi fino a formare un piano quasi in pari col fondo del baule. Migliorata parecchio la visibilità anteriore, grazie ai montanti che ora sono sdoppiati: quello avanzato è sottile e sorregge il parabrezza, mentre quello più arretrato, spesso e molto robusto, garantisce l’indeformabilità dell’abitacolo in caso di urto.
Nell’abitacolo della Honda Jazz, le plastiche sono tutte rigide: solo la plancia è rivestita di un tessuto imbottito. Numerosi i vani, compresi quelli davanti alle bocchette dell’aria (per raffreddare bottigliette e lattine) e i due cassetti davanti al passeggero anteriore. Minimalista nell’aspetto ma ricco di informazioni, il cruscotto digitale di 7’’ si “sfoglia”, in maniera poco intuitiva, mediante dei comandi al volante. Fra questi ultimi, però, mancano i tasti per il vivavoce e per mettere in pausa o silenziare l’audio: bisogna ricorrere allo schermo centrale. Un po’ “vecchio stile” è poi la leva per scegliere fra marcia avanti e indietro, che occupa anche parecchio spazio: sarebbero bastati dei bottoni (come nella più grande CR-V) o un pomello. Niente da ridire, invece, sui comandi del climatizzatore automatico: a portata di dita e pratici, grazie a grandi rotelle e pulsanti.
La Honda Jazz si comporta molto bene nel traffico: i frequenti rallentamenti permettono di ricaricare molto la batteria, e si può contare anche sulla posizione B del “cambio” per aumentare il freno-motore, così da poter guidare quasi solo con il pedale destro. Ben modulabile la frenata: una dote non scontata nelle ibride e nelle elettriche, quando gran parte del rallentamento avviene grazie al recupero di energia, e solo poco prima di fermarsi, o in situazioni d’emergenza, entrano in azione i dischi. Almeno fino a 60 km/h, si viaggia spesso in elettrico: silenziosamente, e potendo contare su un notevole scatto. Oltre questa velocità il 1.5 si avvia più frequentemente, e quando si cercano le massime prestazioni l’effetto (acusticamente un po’ fastidioso, e paragonabile a quanto avviene con gli scooter) non è dissimile a quello di altre ibride o auto con cambio CVT: il quattro cilindri sale molto di giri, facendosi sentire nell’abitacolo, mentre la velocità non cresce altrettanto rapidamente. Se a bassa andatura si apprezzano la taratura di sterzo e sospensioni (del giusto peso il primo e capaci di ben filtrare le asperità del fondo le seconde), col crescere della velocità la situazione si fa meno rosea: lo sterzo richiede qualche correzione di troppo e non manca qualche oscillazione della carrozzeria. Quanto ai consumi, aspettiamo una prova strumentale per un giudizio definitivo. Per ora, possiamo testimoniare dei circa 17 km/l letti nel computer di bordo dopo avere affrontato un percorso molto trafficato: non male.
PREGI
> Abitabilità. In poco più di quattro metri, offre tanto spazio: merito anche della forma da monovolume.
> Divano. Offre molto agio a chi sta dietro, è di facile accessibilità e ha la pratica seduta sollevabile, per trasportare oggetti alti come bici o piante.
> Dotazione. C’è praticamente tutto, anche il superfluo: tanto che gli unici optional riguardano la tinta della carrozzeria.
> Guida nel traffico. Marciando quasi sempre in elettrico, offre uno scatto vivace e di una gradevole silenziosità.
DIFETTI
> Bagagliaio. Rispetto alla precedente Jazz, ci sono una cinquantina di litri in meno per i bagagli.
> Comandi al volante. Per “sfogliare” il cruscotto si deve prima premere un pulsante e poi azionare la rotella. E mancano i tasti dedicati a vivavoce, pausa e “mute”.
> Piastra di ricarica per gli smartphone. La sua assenza disturba su un’auto nuova e con un sistema multimediale all’avanguardia.
> Sensore angolo cieco. È di serie sulla Executive “normale”, meno costosa e sulla quale la Crosstar del test è basata: perché a lei manca?
Motore a benzina | |
Cilindrata cm3 | 1498 |
No cilindri e disposizione | 4 in linea |
Potenza massima kW (CV)/giri | 78 (98)/5500-6400 giri |
Coppia max Nm/giri | 131/4500-5000 |
Motore elettrico | |
Potenza massima kW (CV)/giri | 80 (109)/n.d. |
Coppia max Nm/giri | 253/n.d. |
Potenza massima complessiva kW (CV) | 80 (109)/n.d. |
Emissione di CO2 grammi/km | 89 |
Cambio | assente |
Trazione | anteriore |
Freni anteriori | dischi autoventilanti |
Freni posteriori | dischi |
Le prestazioni dichiarate | |
Velocità massima (km/h) | 175 |
Accelerazione 0-100 km/h (s) | 9,9 |
Consumo medio (km/l, ciclo WLTP) | 20,8 |
Quanto è grande | |
Lunghezza/larghezza/altezza cm | 409/173/156 |
Passo cm | 252 |
Peso in ordine di marcia kg | 1325 |
Capacità bagagliaio litri | 289/1199 |
Pneumatici (di serie) | 185/60 R16 |
Prezzo minimo | Prezzo medio | ||
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