Non cambia poco
La Hyundai la chiama Coupe (senza l'accento): è la versione a tre porte della i20. I cambiamenti fra le due vetture sono molti: la grande griglia nel frontale ha la parte larga in basso anziché in alto e la presa d'aria fra le luci è più sottile, i fendinebbia sono specifici, la parte posteriore è completamente diversa e anche il tetto ha un nuovo disegno (scende più deciso verso il portellone). In pratica, solo i fari, il parabrezza, gli specchietti laterali e i passaruota anteriori sono gli stessi. Dalla cinque porte sono però ripresi i motori: 1.2 e 1.4 a benzina (rispettivamente con 84 e 100 CV) e 1.1 e 1.4 a gasolio (75 e 90 cavalli). Due le versioni della
Hyundai i20 Coupe: la già ben dotata Login (di serie ha sei airbag, Esp, sistema di mantenimento della corsia, cerchi in lega di 16'', fendinebbia, “clima” manuale, cruise control, radio cd con presa Usb, vivavoce Bluetooth e volante rivestito in pelle) e la Sport. Quest'ultima aggiunge il climatizzatore automatico, i cerchi in lega di 17'', gli specchietti ripiegabili elettricamente, lo schermo multifunzione a colori nel cruscotto, l'attivazione automatica di fari e tergicristallo e un impianto audio con sei altoparlanti e subwoofer.
Finiture di qualità
La plancia è ereditata dalla sorella a cinque porte ma è in tinta unita nera anziché bicolore. A ravvivare l'ambiente provvedono le cornici colorate attorno alla radio, alle bocchette d'aerazione e alla base della leva del cambio. Ciò che non cambia è la cura nelle finiture: i montaggi sono ben eseguiti, le plastiche hanno una gradevole finitura satinata e i pulsanti presentano una piacevole “corposità” alla pressione. Anche il cruscotto, con la sua illuminazione bianca, risulta completo ed elegante. Molto pratico si rivela il supporto per i cellulari rimovibile sopra la consolle centrale della Hyundai i20 Coupe: si adatta a qualunque misura, integra una presa micro usb per la ricarica e permette di tenere sempre sott'occhio il proprio smartphone e di usarlo come navigatore. Chi siede davanti ha anche a disposizione un braccetto reggi-cintura di sicurezza che permette di prendere la fibbia senza contorsionismi; i sedili di questa Hyundai avanzano molto e l'accesso al divano è agevole. Rispetto alla i20 a cinque porte, il baule cresce di 10 litri (ma ne perde 31 a divano abbassato): è di forma regolare e ben rifinito.
Ma la ripresa no
Quella che abbiamo guidato è la Hyundai i20 Coupe meno costosa, ma la sensazione è stata di essere a bordo di una vettura tutt'altro che “povera”. Anche il piccolo 1.2, senza essere un “fulmine di guerra”, non è mai in affanno: silenzioso e regolare nell'erogazione, non richiede di “tirare” le marce per muovere l'auto con sufficiente brio. Il cambio manuale, al contrario, ha cinque sole marce piuttosto distanziate: a meno di non scalare uno o due rapporti, le riprese sono piuttosto lente. Rispetto alla i20, inoltre, lo sterzo è un po' più pesante ma non più preciso: nelle curve trasmette poche sensazioni al guidatore, e in manovra non aiuta. Gli spessi montanti posteriori, poi, limitano alquanto la visibilità nelle “retro” ma, in compenso, tutte le i10 Coupe offrono di serie i sensori di parcheggio posteriori.
Secondo noi
PREGI
> Finiture. Anche la versione d'ingresso convince per la qualità delle plastiche, i montaggi ben eseguiti e la generale sensazione di solidità dell'abitacolo.
> Motore. È piccolo ma non sottodimensionato. Inoltre, è regolare nell'erogazione e silenzioso.
> Praticità. Accedere al divano non presenta difficoltà e due comodi braccetti reggi-cintura di sicurezza aiutano chi siede sulle poltrone. Il baule è ampio e sfruttabile e il comfort elevato.
DIFETTI
> Ripresa. I rapporti lunghi del cambio rendono lente le riprese quando non si scala una marcia (o due).
> Sterzo. Non brilla per precisione e non è leggerissimo in manovra.
> Visibilità. In “retro” i montanti spessi e il lunotto piccolo fanno vedere poco; meno male che i sensori di distanza posteriori sono di serie.