Della vecchia è rimasto il nome e…
Se le forme squadrate, da fuoristrada, vecchia maniera, della precedente
Jeep Cherokee vi sembravano poco originali e fuori moda, con la nuova generazione non avrete di che lamentarvi: il frontale filante e aggressivo, coi fari su tre livelli, si raccorda morbidamente al tetto che scende dolcemente verso il portellone. Sottili i fanali verticali e piccolo, oltre che alto da terra, il lunotto (che dà slancio alla coda, ma limita la visibilità). Non mancano, inoltre, dettagli muscolosi come le nervature nel cofano, lungo le fiancate e nei parafanghi. Unico elemento nel segno della tradizione, la mascherina a sette listelli verticali. Ma i più attenti noteranno anche il piccolo disegno alla base del parabrezza: raffigura una “Willys”, la mitica fuoristrada in dotazione all’esercito americano nella seconda guerra mondiale e dalla quale, negli anni 60, nacque il marchio Jeep.
Dentro è un salottino
L’abitacolo della nuova Jeep Cherokee è spazioso e ben rifinito: gradevoli i sedili in pelle e tessuto, come le plastiche morbide della plancia. Quest’ultima ha forme moderne impreziosite da elementi tecnologici quali il cruscotto con schermo a colori di 7 pollici e il display centrale di 8,4. Il volante è un’autentica centrale di comando: i pulsanti sono fino a 22, in base agli optional scelti; dal volante, per esempio, si può attivare persino il sistema contro le uscite involontarie di corsia (2.000 euro nel pacchetto Technology). Tutto ciò, però, può disorientare un po’ chi è alla guida. Pratico, invece, il divano scorrevole (di 14 cm) con gli schienali che si possono reclinare formando un piano a filo del baule. Altrettanto utile il sedile del passeggero anteriore che si chiude a tavolinetto: consente di stivare a bordo oggetti lunghi fino a 257 cm.
Ma la Trailhawk ha qualcosa in più
Proposta soltanto col vigoroso 3.2 V6 a benzina da 272 cavalli, la Trailhawk è la versione più votata al fuoristrada nella gamma della nuova Jeep Cherokee: ha paraurti specifici, smussati per favorire (senza toccatine né strisciate) l’avvicinamento alle ripide salite o l’uscita dalle discese più impervie; in quello posteriore, tra l’altro, spicca il vistoso gancio rosso per trainare un eventuale veicolo in panne. Ciò che non si vede è il sofisticato sistema di trazione 4x4 Active Drive Lock: oltre alle marce ridotte (di serie anche con il sistema Active Drive II), ha il blocco del differenziale posteriore e il dispositivo Selec-Speed Control, che nelle ripide discese e in salita mantiene la velocità impostata (da 1 a 9 km/h). La Trailhawk è anche l’unica che ha di serie le gomme M+S (245/65 R 17), più efficaci nel fuori strada.
Il resto della famiglia…
Nella gamma della nuova Jeep Cherokee, l’unico motore a benzina (proposto anche con l’allestimento Limited) è affiancato da due turbodiesel di pari cilindrata: i 2.0 Multijet da 140 e 170 cavalli. Il primo è disponibile esclusivamente con il cambio manuale a sei marce e può avere la trazione anteriore (potete leggere il test su alVolante in edicola dal 10 aprile) oppure integrale con il sistema Active Drive I; una frizione in bagno d’olio a controllo elettromagnetico trasferisce, se necessario, parte della spinta alle ruote posteriori (normalmente l’auto è a trazione anteriore). Lo stesso sistema di trazione integrale c’è per la 3.2 V6 da 272 cavalli, in alternativa all’Active Drive Lock della Trailhawk. Il terzo tipo di trazione 4x4 è l’Active Drive II, ed è abbinato al cambio automatico a nove marce della 2.0 turbodiesel da 170 cavalli. Ha le ridotte (il rapporto di riduzione è di 2,92:1) e inserendole viene anche bloccata la frizione in bagno d’olio, per trasferire la stessa spinta alle ruote anteriori e posteriori. Di serie il controllo di velocità in discesa, oltre al dispositivo Selec-Terrain che consente di selezionare il tipo di guida (su neve, sportiva, sabbia/fango) o di utilizzare la modalità automatica. Lo stesso, nella Trailhawk ha un’ulteriore modalità per i terreni rocciosi, che si affrontano con disinvoltura grazie ai 6 cm in più d’altezza dal suolo (22 cm anziché 16) rispetto alle altre versioni.
Tre gli allestimenti, tutti ricchi
La nuova Jeep Cherokee Trailhawk è quindi la più adatta per chi ama il fuori strada, ma non per questo è spartana: di serie ha l’antifurto, il cruscotto con schermo a colori di 7” e un ulteriore display di 8,4” per gestire radio, navigatore (1.500 euro) e telefoni Bluetooth. Inclusi nel prezzo pure il caricabatteria wireless per alcuni tipi di smarthphone, oltre al portellone ad apertura elettrica, al sistema d’accesso e avviamento senza chiave e ai sedili in pelle e tessuto; tra l’altro, la poltrona del guidatore si regola elettricamente. Ricchissima la Limited che ha anche i cerchi di 18” (anziché di 17”), i fari bixeno, i rivestimenti tutti in pelle (le poltrone sono riscaldabili e ventilate) e l’utile telecamera di retromarcia. Ma la versione “base” Longitude è tutt’altro che povera: cerchi in lega di 17”, cruise control, sensori di parcheggio posteriori, schermo centrale di 5” e Bluetooth.
Su strada è una sorpresa
Rispetto alla precedente Jeep Cherokee, la nuova è assai più piacevole nella guida (il pianale è quello, modificato, dell’Alfa Romeo Giulietta: nonostante lo sterzo non sia né leggero né diretto, è preciso. Le sospensioni sono ben tarate e se non fosse per i quasi 2000 kg di peso a vuoto, sembrerebbe di guidare una berlina. In curva quest’auto si comporta bene e in rettilineo è davvero confortevole (anche i fruscii sono ridotti). I 272 cavalli del 3.2 V6 sono erogati in modo fluido e non c’è da dubitare degli 8,4 secondi dichiarati per lo “0-100” né dei 180 km/h di velocità massima. Valore modesto, penalizzato dall’aerodinamica (la Limited con lo stesso motore, sempre stando ai dati ufficiali tocca i 206 km/h), dalla misura e dal disegno dei pneumatici e dal rapporto finale del cambio. Quello che risulta meno credibile è il consumo nel ciclo di omologazione: una percorrenza media di 10 chilometri con litro. Nel nostro test su strada il computer di bordo ha indicato una media inferiore a 8 km/litro.
Nell’“off-road” è una certezza
Lontano dall’asfalto la
Cherokee Trailhawk conferma il blasone del marchio Jeep in fatto di fuoristrada: dopo l’assaggio che avevamo avuto in occasione del Salone di Ginevra (leggi qui la news,
https://www.alvolante.it/news/alla-guida-della-jeep-cherokee-334025), sul circuito “off-road” del comprensorio di Balocco (dove vengono sviluppate le auto del gruppo Fiat) abbiamo superato agevolmente pendenze fino al 70%, sfruttando il controllo di velocità in salita e in discesa. Le gomme di 245/65 R 17 digeriscono bene le sconnessioni, anche quando nell’affrontare un ostacolo la ruota si solleva da terra di oltre mezzo metro per poi ricadere con violenza quando l’auto avanza. All’altezza delle aspettative anche il comportamento sul fango, mentre nelle svolte (specie in quelle a sinistra) gli spessi e inclinati montanti ai lati del parabrezza riducono la visibilità: lo avevamo notato anche nel test sull’asfalto, ma in fuori strada va peggio. E la visuale dal piccolo lunotto è critica: in retromarcia bisogna sfruttare la telecamera (nel pacchetto Technology, 2.000 euro) e i sensori di distanza (di serie sia quelli anteriori sia quelli dietro).
Secondo noi
Pregi
> Dotazione. Questa versione è ben accessoriata e giustifica gli oltre 50.000 euro di spesa.
> Off-road. La Trailhawk va praticamente ovunque: ostacoli e pendenze ripide non la spaventano.
> Praticità. Il divano è scorrevole, i sedili posteriori si abbattono formando un piano e quello anteriore si chiude a tavolinetto.
Difetti
> Comandi al volante. Sono tanti (fino a 22 in base agli optional ordinati) e rischiano di confondere.
> Colori. A parte il bianco, tutte le altre tinte si pagano: 850 euro.
> Visibilità. Sia quella anteriore (di tre quarti) sia quella posteriore non sono proprio il massimo.