Forte personalità
Con l'aggiornamento della gamma Insignia (
qui il primo contatto della berlina 2.0 CDTI a trazione anteriore), la Opel ha introdotto una versione rialzata e con protezioni in plastica non verniciata della famigliare Sports Tourer. La
Opel Insignia Country Tourer si distingue dalle altre "sorelle" per i paraurti specifici (dai quali prosegue una finta protezione in plastica color metallo) e per i passaruota maggiorati: una caratterizzazione non marcata, ma comunque sufficiente a renderla ben riconoscibile. Il sovrapprezzo rispetto alla Insignia Sports Tourer con trazione integrale, a parità di allestimento (il ricco Cosmo) e di motore (il 2.0 CDTI da 163 CV), è di 2.400 euro. In alternativa, c’è (a 41.720 euro) la versione biturbo dello stesso 2 litri a gasolio (194 cavalli e cambio automatico di serie).
Il 4x4 fa tutto da solo
Oltre all'aspetto, però, c’è anche sostanza. Il motore è protetto da una piastra (non visibile dall’esterno) in vero acciaio e la trazione è su tutte le quattro ruote. In normali condizioni di marcia, a lavorare sono solo le ruote anteriori: il minor numero di parti in movimento riduce gli attriti e, quindi, i consumi (quelli omologati parlano di 17,9 km/l). In caso di perdita di aderenza, la coppia viene trasferita anche alle ruote posteriori (fino a un massimo del 90%; e dell'85% su ciascuna ruota). La ridistribuzione avviene in una frazione di secondo, grazie a una frizione multidisco in bagno d'olio posta vicina al differenziale posteriore (di tipo autobloccante meccanico a controllo elettronico), ed è a gestione interamente dall'elettronica: nessun intervento è richiesto al guidatore. Tutto questo sistema lo ritroviamo, con una diversa taratura dell'elettronica, anche sulla sportiva OPC, mossa dal vigoroso 2.8 V6 turbo a benzina da 325 CV.
Dentro, meglio davanti
Dal posto di guida, se al momento di salire a bordo non si è fatto caso ai battitacco specifici, è difficile capire di essere a bordo di una versione speciale della Sports Tourer. Come nelle altre Insignia, materiali e finiture sono curati e la consolle introdotta con il restyling della gamma ha reso il "ponte di comando" più ordinato e meno affollato di tasti: tutto l'impianto multimediale e il navigatore (optional, da 1.010 euro) ora si comandano dallo schermo di 8,2 pollici (ma c’è anche la possibilità di usare il “tappetino” sul tunnel centrale, sensibile allo sfioramento e capace di riconoscere le lettere tracciate con le dita). La trazione integrale della Opel Insignia Country Tourer poi non "ruba" spazio, nell'ampio e regolare baule così come nell'abitacolo. Nel quale, quindi, si ritrovano i difetti delle altre Insignia Sports Tourer: da un "macchinone" di quasi cinque metri ci si aspetterebbero posti dietro più accoglienti (e un baule un po’ più grande), mentre il tetto basso non facilita l'accesso a bordo e il posto centrale è sacrificato (la seduta è sporgente e il tunnel della trasmissione ingombrante). Identica anche la scarsa visibilità in retromarcia, imposta dalle linee della carrozzeria: bisogna far affidamento sui sensori di distanza (di serie).
Vai forte da subito
Se all'Insignia non manca la tecnologia (c'è anche la telecamera Opel Eye che riconosce i segnali stradali, a 660 euro, o a 760 se integrata col cruise control che tiene la distanza dal veicolo che ci precede), per avviare il motore si gira ancora la vecchia e classica chiavetta. Il quattro cilindri si fa subito notare con una "voce" marcata che, soprattutto in accelerazione, penetra distintamente nell'abitacolo: compromettendo un po’ l'altrimenti buon comfort della vettura. In compenso, il 2.0 CDTI da 163 cavalli è "presente" anche ai bassi regimi, benché i quasi 1800 kg da spostare ne smorzino la verve: la Opel Insignia Country Tourer non è lenta, ma per assicurarsi una ripresa vivace spesso conviene scalare una delle sei marce del cambio manuale, piuttosto preciso e con una leva dall'escursione contenuta. Messa alla frusta, comunque, la vettura sembra in grado di fornire le prestazioni dichiarate, lo “0-100” in 10,9 secondi e i 205 km/h di velocità massima. Anche se le strade viscide e innevate dell'Austria non ci hanno permesso di valutare con esattezza la precisione dello sterzo (piuttosto leggero) e la potenza dei freni (il cui pedale è "corposo" e ben modulabile), possiamo dire che questa Opel ce la si "sente in mano" fin dai primi metri, grazie anche all'elettronica che ripartisce la coppia fra le ruote: non solo per massimizzare la trazione, ma anche per migliorare la stabilità della vettura (una sorta di "pre-Esp": il vero controllo, di serie, interviene solo quando si è già andati ben oltre i limiti).
Secondo noi
PREGI
> Baule. Grande e regolare, non "paga pegno" agli organi della trazione integrale.
> Finiture. I materiali dell'abitacolo sono di qualità, al pari delle lavorazioni.
> Facilità di guida. La vettura ispira fiducia anche sui fondi più sdrucciolevoli e il complicato sistema di trazione integrale funziona (bene) senza alcun intervento del guidatore.
DIFETTI
> Divano. Il posto centrale è sacrificato e anche l'accessibilità è compromessa dalla linea bassa del tetto.
> Motore. Il 2.0 CDTI non manca di scatto ma è "giù di tono" nelle riprese e ha un timbro che spesso penetra nell'abitacolo.
> Visibilità. In manovra si va alla cieca, contando solo sui "bip" dei sensori di parcheggio.