Costa cara, ma non cede a compromessi
Come la precedente generazione, anche l'attuale
Smart fortwo viene riproposta in variante
cabrio: la capote rimane di tela, a comando elettrico, e si può aprirla solo sopra i due sedili o ripiegarla fin sopra il baule (col lunotto che si posiziona in orizzontale, peggiorando la visibilità). Intatta anche la possibilità di rimuovere manualmente gli archi sopra i finestrini, che trovano posto all'interno della ribaltina posteriore (ecco spiegati i 10 litri di baule in meno dichiarati dalla casa rispetto alla coupé). Le “complicazioni del tetto” e i rinforzi necessari alla scocca (come la barra dietro i sedili) hanno lasciato il peso praticamente invariato (+40 kg), così come le caratteristiche di guida. Ben più pesante è invece il listino: il sovrapprezzo rispetto alla coupé con pari dotazione (cambio compreso) è di 2.920 euro.
Solo automatica
Disponibile sia con il “mille” aspirato (la “70”, da 71 CV) sia con lo 0.9 turbo (la “90”, come i suoi cavalli), la Smart fortwo cabrio è venduta in Italia solo con il cambio robotizzato a doppia frizione twinamic, il più adatto a una piccola cittadina come lei. Nelle partenze è affetto da un po' di indecisione (come pure lo Stop&Start nel riavviare il motore), ma poi “snocciola” lesto e con dolcezza le sue 6 marce. Secondo la casa, rispetto alla coupé si perde circa mezzo secondo nel passaggio da 0 a 100 km/h, ma senza strumenti è impossibile accorgersene. Per la 70, la vivacità è quella che basta per muoversi in città: i 40 kg in più rispetto alle versioni “chiuse” non dovrebbero peggiorare di molto le prestazioni. Nel traffico, come le altre Smart, la cabrio è campionessa di agilità e gira in fazzoletto (appena 7 metri il diametro di sterzata) e i comandi sono leggeri. Come nella versione chiusa, la dotazione non è sempre completa: si paga pure il frangivento (58 euro).
I fruscii restano
Il tetto in tela della Smart fortwo cabrio non aiuta certo a ridurre i fruscii, già presenti alle velocità medie sulle Smart coupé: sulla cabrio già da 80 all'ora sono molto evidenti con il tetto chiuso. A questi si aggiungono la voce del “mille” (che, da fermo, trasmette anche qualche vibrazione, mentre in piena accelerazione si fa notare anche per il rumore di aspirazione) e il rotolamento delle ruote. Peccato, perché la discreta stabilità permetterebbe di mantenere buone medie anche in autostrada. A capote aperta, invece, il vento fra i capelli (poco presente specie viaggiando scoperti a metà) aiuta a mascherare questi piccoli difetti: per effettuare l'operazione basta premere un tasto e anche rimuovere gli archi è semplice, dato che non pesano molto e che il meccanismo di sblocco è intuitivo. Una volta tolti, si collocano nella ribaltina del bagagliaio che, però, si “ispessisce” di 10 cm riducendo lo spazio utile.
Secondo noi
PREGI
> Cambio. Non è un robotizzato a doppia frizione “da sparo”, e risponde con una certa calma, ma è davvero comodo nella marcia nel traffico: molto meglio dei robotizzati a singola frizione usati su quasi tutte le altre citycar.
> Maneggevolezza. È agile come un carrello della spesa: il diametro di sterzata è di appena 7 metri.
> Spazio. I due occupanti hanno centimetri in abbondanza in tutte le direzioni.
DIFETTI
> Optional. L'auto non costa poco eppure anche il comodo frangivento va pagato a parte.
> Rumorosità. Non serve correre per notare i fruscii, il rombo del 1.0 e il rumore di rotolamento delle gomme.
> Sovrapprezzo. Le modifiche per trasformare la Smart in una cabrio sono estese, ma quasi 3.000 euro non sono “bruscolini”.