Una storia iniziata nel 1986

Il cielo è scuro, le strade bianche di neve, il termometro segna 2 gradi sotto lo zero. Oggi, davvero, non sembrerebbe la giornata giusta per mettersi in macchina. Ma quella che dobbiamo guidare è la nuova Volkswagen Golf 4Motion, la versione “integrale” della media tedesca (totalmente rinnovata solo alcuni mesi fa: leggi qui il primo contatto della 1.4 TSI), che sarà nelle concessionarie a partire da marzo. Le quattro ruote motrici, si sa, rendono la guida più facile e sicura su fondi scivolosi (ma sempre a patto di avere le gomme giuste): ed è dal 1986 che la Golf viene proposta anche con trazione 4x4, oggi basata sul rinnovato sistema Haldex di quinta generazione.
È la frizione a fare la differenza

La trasmissione integrale permanente della nuova Volkswagen Golf 4Motion ha il suo “cuore” in una frizione Haldex a controllo elettronico (una centralina analizza senza soluzione di continuità i dati relativi alla velocità delle ruote, all’Esp e all’Abs e all’angolo di sterzata): in condizioni di asfalto asciutto, la coppia è inviata quasi interamente all’avantreno. Quando, invece, viene rilevata una differenza nella velocità di rotazione fra le ruote davanti e quelle dietro, la potenza viene trasmessa anche all’asse posteriore. Per fare questo, il sistema apre una valvola, attraverso la quale viene fatto fluire olio in pressione che agisce sulle lamelle della frizione: a seconda di quanto queste vengono premute, trasmettono una quantità maggiore o minore di potenza all’asse posteriore. I vantaggi che il sistema Haldex offre sono la rapidità di risposta, la semplicità (la trasmissione ripartisce da sola la coppia fra gli assi, in una percentuale variabile che può arrivare fino al 100% sulle sole ruote posteriori) e gli ingombri ridotti. Secondo i tecnici della Volkswagen, il rinnovato sistema di trazione integrale è più leggero di 1,4 kg rispetto al precedente, ancora più veloce nella risposta e più efficiente (con una riduzione dei consumi che può arrivare fino al 15%). Per far posto al gruppo frizione, però, il baule perde un po’ di capacità di carico rispetto a quello della Golf a trazione anteriore, passando da 380/1270 litri a 343/1233.
Tanta agilità, poca visibilità posteriore
Nella guida della Golf 4Motion, la presenza del sistema di trazione integrale (che appesantisce la vettura di oltre 150 kg) non si avverte più di tanto. In città la maneggevolezza resta molto elevata e, sui percorsi tortuosi, lo sterzo si mostra preciso e progressivo. Peccato, però, che, come sulle “sorelle” a trazione anteriore, la visibilità posteriore sia penalizzata dalla forma e dalle ridotte dimensioni del lunotto, che rendono indispensabili i sensori di distanza (550 euro quelli davanti e dietro). Notevoli la tenuta di strada e la vivacità del 2.0 turbodiesel da 150 CV (10 più del precedente). E pure in autostrada si viaggia ben isolati dal rumore e dalle asperità della strada, con un livello di comfort elevato.
Ti porta a sciare senza problemi

Poi, appena si abbandona l’asfalto, si apprezza l’efficacia della trazione integrale permanente. La Golf 4Motion affronta sterrati lisci ma infangati senza problemi e, se dotata di gomme termiche, non si ferma davanti a strade interamente ricoperte di neve. Nel corso del test abbiamo affrontato una salita con fondo in parte innevato e in parte ghiacciato, senza la minima difficoltà da parte della macchina: è bastato dosare con attenzione la pressione sul pedale dell’acceleratore e non compiere manovre brusche. Quanto alle prestazioni, la Golf 4Motion non delude: i dati dichiarati per l’accelerazione sullo “0-100” (8,6 secondi, lo stesso tempo della Golf a trazione anteriore) e per la velocità massima (211 km/h contro 216) ci sono parsi verosimili. Anche quanto ai consumi, dal momento che la trazione è, normalmente, solo anteriore, a parità di motore i dati ufficiali non sono molto diversi da quelli della Golf normale: 21,3 km/l contro 24,4. Noi, però, nel breve test su autostrade tedesche e su strade di montagna al confine con l’Austria, ci siamo fermati a una media (indicata dal computer di bordo) di 16,5 km/l.
Il volante è una centrale di comando
L’abitacolo della Golf 4Motion è identico a quello delle “sorelle” a trazione anteriore: plancia e consolle (orientata verso il guidatore) ben realizzate, plastiche morbide e assemblaggi curati, rivestimenti dei sedili robusti e di fattura gradevole. Restano piccoli difetti, come la posizione un po’ troppo arretrata degli alzavetro elettrici e l’eccessivo numero di tasti nel volante. Sul divano, poi, si sta comodi solo in due: al centro, il tunnel della trasmissione è alto e la seduta più rigida.
La vedremo a marzo
La nuova Volkswagen Golf 4Motion viene messa in vendita da marzo, oltre che con il 2.0 da 150 CV della prova, solo con il 1.6 turbodiesel (entrambi abbinati al cambio manuale a sei marce). Tre gli allestimenti: Trendline, Comfortline e Highline; prezzi a partire da 24.000 euro (leggi qui). Fanno parte della dotazione di serie della Golf 4Motion il sistema Stop&Start con recupero dell’energia in frenata per la ricarica della batteria, il blocco elettronico dei differenziali Eds e Xds e il sistema di frenata anticollisione multipla (è un dispositivo che aziona i freni dell’auto appena i sensori degli airbag rilevano un urto).
Secondo noi
PREGI
> Finiture. Gli interni sono ben assemblati e realizzati con materiali di qualità.
> Guida. È sicura e divertente, grazie all’assetto equilibrato e al motore brillante.
> Sistema di trazione 4x4 “semplice”. L’efficace sistema con frizione Haldex fa tutto da solo e ora è diventato anche più veloce e “dolce”.
DIFETTI
> Comandi al volante. Sono troppi, piccoli e molto vicini tra loro, a scapito della semplicità di utilizzo.
> Quinto posto. Il divano rigido al centro fa stare scomodo un eventuale quinto passeggero. E il tunnel centrale molto alto peggiora le cose.
> Visibilità posteriore. I massicci montanti del tetto e la forma del lunotto penalizzano la visibilità nelle manovre in retromarcia.