La prima GTD “da carico”
Con il suo 2.0 turbodiesel da 184 CV, la
Volkswagen Golf Variant 2.0 GTD è la versione a gasolio più potente nella storia della famigliare tedesca (oltre che la prima Variant con la scritta GTD sul portellone). Basta guardarla con attenzione per scoprire dettagli che fanno capire che non si tratta di una semplice Variant: la macchina appare subito meglio “piantata” a terra per effetto dell’assetto ribassato di 1,5 cm e dei cerchi in lega di 18”, lo spoiler sopra il lunotto è un po’ più grande, la mascherina è a nido d’ape e lo scarico cromato ha due terminali appaiati.
Sportiva anche dentro
Un’evidente parentela con la GTI a benzina, da sempre l’allestimento sportivo per eccellenza nelle Golf, lo si percepisce immediatamente anche negli interni della Volkswagen Golf Variant 2.0 GTD. La caratterizzazione sportiva non è esasperata, ma si vede: i sedili sono avvolgenti e hanno la parte centrale rivestita in tessuto con il classico motivo scozzese in grigio, nero e bianco, che ricorda quello della GTI (che, però, “gioca” sul rosso); il volante rivestito in pelle è piatto nella parte bassa (ma continua ad avere troppi tasti, e di uso poco intuitivo, nelle razze); la pedaliera è in metallo lucido. Le finiture non presentano sbavature e i materiali sono di qualità, come in tutte le Golf. Della famigliare pura resta il bagagliaio, uno dei maggiori punti di forza della Variant: ha una bocca dalla forma molto regolare, con la soglia di carico bassa (appena 60 cm da terra), e una capacità da fare invidia a tante famigliari più grandi, con i suoi 605 litri con tutti i sedili in uso (e addirittura 1620 abbassando lo schienale del divano).
Facile e veloce
Su strada la Volkswagen Golf Variant 2.0 GTD si dimostra all’altezza della sigla, mantenendo in gran parte le sue promesse di sportività. A mancare è certamente un bel rombo coinvolgente che accompagni le rapide e precise cambiate del DSG a doppia frizione a sei marce, presente sulla vettura del test. Per il resto, però, bisogna amettere che la Variant GTD non delude neppure l’appassionato sportivo in cerca di qualche emozione. Nel limitato arco di utilizzo, fra i 1800 e i 4000 giri, il turbodiesel sfodera una coppia robusta, che consente uno scatto brillante al semaforo e un’ottima progressione fino a velocità ben al di sopra di quelle consentite dal codice della strada. E tutto senza pesare eccessivamente sui consumi: nel nostro test, su strade veloci e con parecchie salite, abbiamo toccato una media di 12 km/l, letta nel display del computer di bordo, ma andando tranquilli si sta sui 16 (la casa dichiara 20,8 km/l). Ci sono parsi validi anche lo sterzo (a demoltiplicazione variabile, che lo rende più diretto dopo i primi gradi di rotazione), e le sospensioni rigide al punto giusto, tanto da non generare troppo rollio in curva e da garantire un’elevata tenuta di strada. Un punto a favore di quest'auto viene anche dal sistema XDS, che consente di scaricare a terra tutti i cavalli simulando l’effetto di un differenziale autobloccante: attraverso i sensori dell’Esp frena, se “pattina”, la ruota interna alla curva. A dare sicurezza, poi, ci sono l’efficiente impianto frenante e i numerosi sistemi elettronici di ausilio alla guida, di serie o optional: come il cruise control adattativo, la frenata automatica in città, quella anticollisione multipla e il sistema contro il colpo di sonno.
A giugno anche la Alltrack e la sportivissima R
In Spagna, dove si è svolto il test della GTD (foto qui sopra, che dovrebbe arrivare nelle concessionarie in giugno), abbiamo avuto modo di provare anche la versione “crossover” della Variant, ovvero la Volkswagen Golf Alltrack e, nel circuito Ascari non distante da Malaga, la Volkswagen Golf Variant R, con la trazione integrale 4Motion e il 2.0 TSI turbo a benzina da ben 300 CV. La prima, disponibile con il 1.6 TDI da 110 e con il 2.0 TDI da 150 e 184 CV, ha una maggiore altezza dal suolo (2 cm) e la carrozzeria protetta da passaruota maggiorati, listelli sottoporta e paraurti ridisegnati. Negli sterrati se la cava senza problemi e nel nostro breve test abbiamo potuto verificare che è adatta anche a passaggi di una certa difficoltà su terreno accidentato e in forte pendenza. Sarà in concessionaria a giugno, a partire da 29.400 euro. La R, invece (disponibile solo su ordinazione ), va usata in pista per poterne apprezzare appieno i pregi, sfruttando tutti i 380 Nm di coppia massima e la notevole cavalleria. La tenuta di strada è elevata, l’assetto da sportiva vera e i freni potenti e abbastanza resistenti alla fatica. L’altra faccia della medaglia è costituita da un prezzo pesante (circa 43.000 euro col cambio manuale), oltre che dallo scarso comfort sulle strade dissestate.
Secondo noi
PREGI
> Baule. Ha un’apertura ampia e squadrata, che facilita le operazioni di carico e scarico dei bagagli. Ma, soprattutto, è davvero grande, con una capacità massima da record per la categoria.
> Motore. Il noto 2.0 a gasolio da 184 CV è potente e, da 1800 giri, diventa quasi brutale.
> Sterzo. Leggero in manovra, preciso grazie al rapporto di demoltiplicazione variabile, e diretto in curva.
DIFETTI
> Quinto posto. Al centro del divano non si sta comodi, ma è un male abbastanza comune…
> Rumorosità. Il rotolamento delle ruote (ancor più con i cerchi di 18” dell’auto del test) è evidente ad andature autostradali, e il motore si fa sentire.
> Tasti nel volante. Sono tanti, piccoli e molto vicini tra loro: per imparare a usarli senza “perdersi” ci vuole un po’ di tempo.