La realizzazione del tracciato di Shanghai, costato quasi 400 milioni di euro, è stata affidata a Hermann Tilke e Peter Wahl: il risultato è un circuito che ricorda volutamente nella forma l'ideogramma cinese “shang”, che vuol dire “sopra” oppure “salire”, che è alla base del nome di Shangai. Molteplici i richiami all'architettura tradizionale della Cina, che culminano con la caratteristica collocazione di box; la tribuna centrale, che da sola ospita 29.000 spettatori, permette di vedere quasi l'80% di tutto il circuito. Il senso di marcia è orario e la prima curva, destrorsa, dopo la partenza ha la carreggiata che progressivamente si stringe: i piloti non vedono il punto di corda, e devono giocare con acceleratore e freno per ottenere la migliore scorrevolezza. Molto impegnativa la frenata al tornantino posto dopo il rettilineo più lungo, dove le monoposto registrano le punte velocistiche più elevate: è difficile trovare il punto di frenata, e sono frequenti i bloccaggi. L'accelerazione laterale supera i 3,5 g. Qui, nel 2006, Michael Schumacher conquistò l'ultima delle 91 vittorie conseguite in Formula 1. Nel 2019 nelle prime cinque posizioni si sono piazzzati i principali protagonisti della stagione: Hamilton e Bottas (doppietta Mercedes), Vettel terzo, Leclerc quinto, e tra i due ferraristi Max Verstappen su Red Bull, uno dei principali "terzi incomodi" nella sfida tra le Frecce d'argento e le Rosse.