UN BINOMIO LUNGO 60 ANNI - La lunga storia d’amore tra la BMW e l’Alpina (nella foto sopra il modello B8) giunge a un punto di svolta storico. Dopo quasi sessant’anni di collaborazione, il celebre marchio di Buchloe, gestito dalla famiglia Bovensiepen del fondatore Burkard, attivo prima come preparatore sportivo per la BMW e, dal 1978, nell’allestimento in proprio di vetture basate sui modelli di normale produzione, passa sotto il controllo della casa bavarese. Secondo la BMW, l’operazione, che non comporta la cessione della società ma solo del marchio, si tradurrà in una maggiore e ulteriore diversificazione della sua offerta premium, garantendo nuove sinergie commerciali e coinvolgendo in presa diretta alcuni showroom selezionati, nei quali i prodotti BMW potranno essere affiancati dai corrispettivi firmati Alpina.
FAN IN TUTTO IL MONDO - Attualmente, le due aziende sono legate da un accordo di cooperazione con scadenza al 31 dicembre 2025. Ciò significa che fino ad allora l’Alpina continuerà a esistere per come è sempre esistita, ovvero acquistando automobili dalla BMW e modificandole sotto il profilo estetico e meccanico secondo il proprio sentire e secondo i desideri dei propri clienti, che sono appassionatissimi e sparsi in tutto il mondo, dall’Europa al Giappone, dagli Stati Uniti al Medio Oriente. Sarà, insomma, la fine di un’epoca gloriosa, cominciata in sordina all’alba degli anni ’60 con la realizzazione di componenti meccanici da competizione e proseguita in crescendo, con, a partire dal 1983, una nuova ragione sociale per l’Alpina, che da quel momento divenne un costruttore automobilistico indipendente e nel suo stabilimento di Buchloe, nel distretto di Ostallgäu in Baviera, avviò di fatto una produzione parallela, naturalmente molto più “di nicchia”, alla BMW.
NODI ANCORA DA SCIOGLIERE NELL’ACQUISIZIONE - Per il momento, la BMW non ha comunicato i termini finanziari dell’accordo, specificando che nell’operazione che porterà all’acquisizione del marchio Alpina restano ancora da definire alcuni dettagli, ma che ogni singolo passo verrà compito per “assicurare un futuro a lungo termine all’Alpina”, che avrà libero accesso alle ultime tecnologie della casa bavarese e, una volta sotto l’ala della BMW, non dovrà più avventurarsi in investimenti rischiosi per rimanere agganciata al treno della nuova mobilità. Proprio i grandi cambiamenti in vista per il settore globale dell’auto, che nel pieno di una crisi epocale si trova in preda alle tantissime incognite che ancora riserva la transizione elettrica, avrebbero propiziato l’acquisizione dell’Alpina da parte della BMW. Acquisizione che, alla luce del clima d’incertezza diffuso ormai in tutto il comparto automotive, dovrà dare delle risposte anche sul piano occupazionale. Nella fabbrica di Buchloe, dove nel 2021 sono passate circa 2.000 Alpina (che vengono prodotte presso gli stabilimenti BMW e poi finite a Buchloe), attualmente lavorano più o meno 300 persone. La BMW ha ammesso che lo stop delle attività della casa come azienda autonoma “avrà delle ricadute sui posti di lavoro”, promettendo di ricollocare una parte dei dipendenti all’interno del gruppo o in aziende partner entro il 2025. Quando per l’Alpina, ormai, sarà cominciata una nuova era.