FIGLIA DEL REPARTO M - Ogni nuovo modello prodotto dalla Motorsport (il raffinato atelier dove vengono concepite e costruite le vetture più sportive della casa bavarese), coincide immancabilmente con una marcata innovazione tecnologica oppure stabilisce nuovi standard prestazionali. E la nuova ammiraglia “scoperta” di casa BMW rispetta rigorosamente questa tradizione: condivide la carrozzeria con la Serie 6 Cabrio, ma è stata completamente ripensata nella meccanica e nell’assetto, oltre che dotata di un 4.4 V8 biturbo strapotente. Dopo averla spremuta sull’anello Alta Velocità di Balocco (VC), l’abbiamo portata al Nürburgring, ove abbiamo fatto la conoscenza con una vettura decisamente impegnativa anche per la massa largamente superiore ai 2000 kg e per la lunghezza di quasi 5 metri. Peccato che qualche problema di traffico e - soprattutto - la pista piuttosto scivolosa (il giorno prima del nostro test al Ring si era tenuta una manifestazione di vetture d’epoca, che hanno lasciato in giro un po’ d’olio), non ci abbiano permesso di scendere sotto il pur discreto tempo di 8’13”16.
DA PISTA E DA GRAN SOIRÉE - I punti di forza di questa BMW M6 Cabrio, che potremmo definire “sportiva in abito da sera”, sono numerosi già a partire dall’estetica, col lungo cofano che confluisce in una fluida fiancata dalle profonde nervature, col frontale reso ancora più “cattivo” da ampie prese d’aria e da vistosi “baffi” aerodinamici, e con la coda “decorata” coi quattro grintosi silenziatori tondi tipici delle “M”. Come per le altre Serie 6 Cabrio, la capote in tela, che isola molto bene l’abitacolo dall’esterno, si aziona elettricamente (si apre in 19 secondi e si richiude in 24) anche in movimento fino alla velocità di 40 km/h.
TECNOLOGIA SOFISTICATA - Tutti i contenuti tecnici della BMW M6 Cabrio sono di alto livello, a partire daI 4.4 con 8 cilindri disposti a V: è lo stesso utilizzato anche per la M5, ed è affiancato da due turbocompressori “twin scroll” disposti nella V fra le bancate dei cilindri e corredato di sistema di iniezione diretta ad alta pressione (200 bar) e di distribuzione bialbero con fasatura variabile delle valvole (Valvetronic con Doppio Vanos). Un motore che definire esuberante è davvero poco, visto che eroga ben 560 CV da 6000 a 7000 giri e che grazie alla coppia massima di 680 Nm nell’arco compreso fra 1750 e 5750 giri, favorisce prestazioni eccezionali: un’accelerazione che incolla al sedile anche in terza marcia, e che permette di passare da 0 a 100 km/h in appena 4,3 secondi. La velocità massima (autolimitata) della BMW M6 Cabrio è di 250 km/h, ma col pacchetto optional M Driver’s Package può arrivare a 305 (sempre dichiarati). Il V8 spinge forte da appena 2000 giri, si scatena dopo i 4000 giri e allunga come una furia fino all’intervento del limitatore, a 7250 giri, assecondato dal fulmineo cambio robotizzato a sette marce e a doppia frizione.
MEGLIO GUIDARLA CON RISPETTO - La BMW M6 Cabrio non dà confidenza, ma non bisogna nemmeno prendersela, perché con tutti quei cavalli e la formidabile prontezza di erogazione può prendere in contropiede anche i guidatori più abili. Lo sterzo è solido anche a elevata andatura, nonché pronto e diretto, per quanto talvolta reagisca nervosamente sullo sconnesso col contributo della risposta talvolta brusca delle sospensioni. Certo la guida in sovrasterzo è gratificante ma non sempre redditizia, e se si considera che coi controlli elettronici disinseriti il retrotreno può partire per la tangente anche nei curvoni da terza o quarta marcia, si capisce che è bene non esagerare con la BMW M6 Cabrio (che, peraltro, non è neppure la quintessenza dell’agilità…). L’impianto frenante è potente e modulabile, anche se nell’impiego intenso in pista i dischi anteriori mostrano di soffrire lo stress.