L’ITALIA DICE NO - Oggi 12 novembre si conclude a Glasgow, in Scozia, la COP26, la conferenza dove si discute sul clima e sui cambiamenti climatici alla quale partecipano le 197 nazioni firmatarie della Convenzione quadro della Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. Pur essendo solo un tavolo di discussione è comunque molto importante perché costituisce una “cartina tornasole” degli orientamenti dei vari stati. Tra i Paesi non firmatari dell’accordo per mettere al bando le auto con motore termico entro il 2035 c’è l’Italia. Per quale motivo?
PREOCCUPAZIONE PER LA FILIERA - La risposta la dà il ministro dello Sviluppo Giancarlo Giorgetti al Corriere della Sera, dicendosi preoccupato del destino dell’intero settore della componentistica italiana, che con la transizione all’elettrico potrebbe essere azzerato: “Dobbiamo affrontare la transizione ecologica con un approccio tecnologicamente neutrale: decarbonizzazione non può diventare sinonimo di elettrico. Così facciamo diventare ideologico un percorso che invece deve essere razionale. Tutti vogliamo combattere l’inquinamento, vivere in un mondo più sano e compatibile con l’ambiente e per questo non possiamo bocciare altre strade in modo pregiudiziale. Devono proseguire ricerca e studio su altri combustibili non fossili, sui quali le nostre imprese stanno facendo investimenti importanti: non possono essere esclusi a priori”.
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