LUNGA VITA AL V12 - In tempi bui per gli amanti dei motori “vecchia scuola”, e nei quali remare contro l’onda “green” che ha travolto l’industria dell’auto è sempre più difficile per i costruttori di supercar a benzina, scintillano alcune eccezioni che confermano una regola non scritta, ma sempre valida: una granturismo di extra-lusso è più desiderabile se sotto il cofano nasconde un potente motore a dodici cilindri, meglio ancora se privo di qualsivoglia “aiutino” elettrico. Ne sono un perfetto esempio l’ultima nata sotto il segno del cavallino rampante, battezzata, non a caso, Ferrari 12Cilindri, e la sua rivale naturale, la nuovissima Aston Martin Vanquish.
COSÌ SIMILI, COSÌ DIVERSE - La Ferrari 12Cilindri e l’Aston Martin Vanquish hanno proporzioni molto simili, figlie di una lunga tradizione di granturismo con un grosso motore V12 collocato in posizione anteriore-longitudinale e la trazione sulle sole ruote posteriori. Larghe più di due metri, sono entrambe alte 129 cm, ma l’italiana, più corta di 12 cm, ha l’abitacolo più arretrato, il che conferisce ulteriore slancio al lungo cofano anteriore. Dal canto suo, l’inglese ha un frontale più alto e imponente, con fianchi leggermente più sinuosi e un accenno di coda assente, invece, nella berlinetta del cavallino, nella quale il lunotto, quasi orizzontale, si raccorda senza soluzione di continuità allo spoiler fisso con ali mobili laterali verniciati in nero. Pur reinterpretati in chiave moderna, sia la 12Cilindri sia la Vanquish presentano stilemi che hanno fatto la storia dei prestigiosi marchi che portano sul cofano: la prima, nella fascia che unisce i fari, ricorda la Ferrari 365 GTB/4 “Daytona” del 1968, mentre la seconda dà particolare enfasi alla tipica mascherina soprannominata “Hunter”, marchio di fabbrica delle sportive della casa di Gaydon sin dalla fine degli anni ’50.
DUE SALOTTI BIPOSTO MOLTO DIVERSI - Esattamente come gli esterni, anche gli interni delle due auto ne riflettono lo “spirito”: più raffinati ed eleganti quelli della Aston Martin Vanquish, più sportivi e hi-tech, con tanta fibra di carbonio a vista, quelli della Ferrari 12Cilindri. Quest’ultima nell’abitacolo non è molto diversa dalle altre Ferrari a listino; la plancia, in particolare, riprende il layout “sdoppiato” con due parti simmetriche per il pilota e per il passeggero (per il quale, pagando un extra, si può avere un sottile display che, tra le varie informazioni, mostra anche la velocità e la marcia inserita). L’abitacolo dell’inglese, invece, è un trionfo di pelle e segue un’impostazione più classica, con un ampio tunnel a separare i massicci sedili nel quale trovano posto tantissimi tasti fisici; quanto alla multimedialità, va sottolineato che sistemi operativi e schermi non sono più di derivazione Mercedes-AMG, ma sono stati progettati dalla casa.
DUE V12 DA URLO - Sia la Aston Martin Vanquish sia la Ferrari 12Cilindri sono mosse da potenti motori V12 a benzina. Nessuno dei sfrutta un sistema ibrido, ma il 5.2 della supercar inglese, per fornire gli 835 CV che lo rendono il motore Aston Martin più potente di sempre per un’auto di serie (Valkyrie a parte), si avvale di due turbo; non è così per il 6.5 della casa di Maranello, che pur privo di turbo riesce a raggiungere quota 830 CV, 30 in più rispetto all’unità di pari frazionamento e cilindrata che muove la precedente 812 Superfast.
SIMILI NELLE PRESTAZIONI - E le prestazioni “ufficiali”? Sono… spaventosamente simili. La Ferrari 12Cilindri “brucia” lo “0-100” in 2,9 secondi, mentre all'Aston Martin servono quattro decimi di secondo in più. La Vanquish, almeno sulla carta, si prende la rivincita alla voce “velocità massima”, che recita 345 km/h contro i non meglio definiti “oltre 340 km/h” dichiarati dalla casa di Maranello.
SOLO PER POCHI - Infine, parliamo di prezzi. La Ferrari 12Cilindri, che a fine anno sarà offerta anche in un’accattivante versione spider, per godere appieno delle note del possente V12, costa 395.000 euro. Quanto alla Aston Martin Vanquish, il listino non è ancora stato comunicato, ma l’assegno da staccare per portarsela a casa dovrebbe aggirarsi intorno ai 400.000 euro.