CI SARÀ UNA SVOLTA - Crollo della domanda di auto elettriche. Rincaro dei prezzi. Calo della produzione e delle vendite. L’industria automobilistica europea si trova tra l’incudine e il martello: da un lato, le multe, sempre più salate, per le emissioni inquinanti; dall’altro, gli automobilisti, che non possono o non vogliono permettersi una macchina nuova. Cambierà qualcosa, tra cinque anni?
AUTO ELETTRICA: UN PROBLEMA O UN’OPPORTUNITÀ? - Il 2030 non è una data campata per aria. A meno di retromarce clamorose, infatti, la via tracciata dal Green Deal europeo è segnata: la stretta sui motori termici andrà via via intensificandosi, aprendo la strada alle auto a corrente. Con incauto ottimismo, qualche anno fa alcune case avevano addirittura previsto un mix di vendite costituito per il 70-80% da modelli a batteria. Ma i prezzi, rispetto a quelli di veicoli comparabili mossi da un motore a benzina o a gasolio, restano ancora molto elevati. E quindi fuori portata per l’automobilista medio. Per non parlare dell’enorme problema della produzione e della distribuzione dell’energia: difficile immaginare che, tra cinque o dieci anni, quasi la totalità delle pompe di benzina verrà rimpiazzata da sfilze di colonnine di ricarica.
MENO AUTO E SEMPRE PIÙ CONDIVISE - Le cose, naturalmente, potrebbero andare diversamente se, tra cinque anni, di auto ne circoleranno molte meno di adesso. Uno scenario già in atto, in realtà. Delineato dalla esiziale combinazione tra la messa al bando dei veicoli più vetusti e inquinanti e il calo delle vendite di auto nuove, e rafforzato da una costante accelerazione verso la mobilità condivisa. L’auto cessa di essere un bene privato, quindi, e diventa a tutti gli effetti un bene di servizio pubblico per andare dal punto A al punto B. Magari in compagnia di un collega, o di un estraneo che deve raggiungere lo stesso posto. Seppur in contesti e ambiti limitati, oggi è già così.
GUIDERANNO DA SOLE - Il prossimo step sarà la guida autonoma di livello 4, o addirittura 5. Le tecnologie per realizzarla esistono già ed esistono già moltissime auto che ne sono dotate. Ma a differenza che in alcune città cinesi e americane, in Europa alle auto “intelligenti” non è ancora consentito di guidare completamente da sole. Saranno più sicure? I costruttori giurano di sì. Tutto dipenderà dall’affidabilità del software, sulla cui base - prevedono gli esperti di assicurazioni - verrà stabilito da un algoritmo il premio e la valutazione dei rischi e, quindi, il costo della polizza. Pensarlo oggi può sembrare assurdo, ma l’intelligenza artificiale galoppa a ritmi da capogiro e, come una mano invisibile, toccherà ogni aspetto della nostra quotidianità. Auto inclusa.
IL PROGRESSO TIRA DRITTO - Le automobili di domani non solo saranno in grado di accompagnarci dove desideriamo andare. Gli algoritmi, sempre più sofisticati, potranno ottimizzare anche i sistemi di interfaccia uomo-macchina, adattando il veicolo ai gusti e ai desideri di chi siede a bordo. Ma l’Ia ha ampi margini d’intervento pure nel campo degli aiuti elettronici alla guida. Che chi non vorrà rinunciare del tutto al piacere di guidare potrà “cucirsi” addosso, con un assistente virtuale pronto a correggere abitudini e comportamenti al volante giudicati pericolosi o scorretti.
"L'INVASIONE" CINESE - Per tracciare un quadro sulla situazione dell’industria automobilistica europea tra cinque anni, poi, non si possono tralasciare gli sviluppi di quella cinese. L’Ue ha assunto un atteggiamento protezionistico e negli scorsi mesi l’Ue ha fatto scattare una vera guerra dei dazi con il paese del Dragone. Tuttavia, è molto improbabile che un sistema di imposte anche molto severe sulle importazioni, nel lungo termine, possa arginare una sempre maggior diffusione delle auto cinesi nei mercati europei. Il basso costo della manodopera, l’alto livello delle tecnologie e le enormi capacità produttive sono tutti fattori che giocano a favore della Cina e a sfavore dell’Europa, che farà sempre più fatica a tenere il passo della concorrenza.