LA STRADA PER LA MOBILITÀ DEL FUTURO - È questo il nome che Mazda ha scelto per la tavola rotonda con l’università e l’industria. Anche il sottotitolo è significativo: “I biocarburanti e gli eFuels: un’opportunità nella transizione verso l’elettrificazione”. Sullo sfondo c’è sempre l’auto elettrica a batteria che promette emissioni locali zero: rimane però la questione di come arrivare alla diffusione di massa di questi veicoli. In questo quadro sembrano promettenti i biocarburanti e gli E-Fuels, soluzioni che riescono a sottrarre carbonio dall’atmosfera. Questo incontro online, moderato da Maurizio Melis di Radio 24, ha visto gli interventi di Wojciech Halarewicz, vice president sales & customer service, Roberto Pietrantonio, amministratore delegato di Mazda Motor Italia, Giuseppe Ricci, direttore generale energy evolution di ENI e presidente di confindustria energia e Davide Bonalumi, docente di sistemi energetici al Politecnico di Milano. Diciamo subito che i biocarburanti derivano da materiali organici, ad esempio mais, paglia di riso, i residui boschivi. Gli organismi viventi fissano nei loro tessuti la CO2 dell'atmosfera e quindi i carburanti ricavati dal materiale organico sono considerati neutri rispetto all’anidride carbonica perché bruciando restituiscono all’aria la CO2 fissata in precedenza.
TOGLIAMO IL CARBONIO DALL’ATMOSFERA - I combustibili sintetici (eFuels) sono invece costruiti dall’uomo unendo idrogeno e carbonio per ottenere, per l’appunto, idrocarburi come il metanolo. Se il carbonio necessario viene prelevato dalla CO2 atmosferica allora anche gli eFuels possono essere neutri rispetto all’anidride carbonica perché utilizzano quella già presente nell’aria. La Mazda vuole contribuire alla riduzione della CO2 atmosferica e prevede che al 2030 un quarto dei suoi prodotti sarà completamente elettrico e la rimanente parte della gamma sarà elettrificata, ossia ibrida o ibrida plug-in (qui per saperne di più). Quindi il motore a scoppio rimarrà ben presente nella gamma ed è per questo che la Mazda investe sia per migliorare i motori endotermici sia per l’adozione di biocarburanti ed eFuel. A dimostrazione di questo impegno la Mazda è entrata a far parte della eFuel Alliance, primo costruttore automotive ad aderire.
ELETTRICA CON GRADUALITÀ - Wojciech Halarewicz ha fatto presente che la mobilità elettrica con elettricità da rinnovabili è molto efficace per ridurre le emissioni, ma in molti mercati europei il mix energetico dell’elettricità ha una grande quota di combustibili fossili. Esistono poi molte località nelle quali caricare un’elettrica fuori della propria abitazione è difficile. Quindi il raggiungimento della neutralità climatica implica l’utilizzo di tutte le opportunità di riduzione delle emissioni messe a disposizione dalle varie tecnologie.
SVILUPPARE LA CONSAPEVOLEZZA ELETTRICA - Roberto Pietrantonio ha riportato degli studi sui clienti italiani, dai quali si è capito che i consumatori si stanno avvicinando alle tecnologie più “familiari”, come le ibride, ormai scelte da un italiano su tre. Le elettriche crescono molto ma i volumi sono ancora bassi per vari motivi: la rete di ricarica, in espansione ma ancora carente, i prezzi elevati e, non ultimo, la scarsa conoscenza delle specificità di questi veicoli. Per questo la Mazda ha spinto sulla “consapevolezza”, cioè sulla divulgazione e familiarizzazione con le elettriche, sin dal lancio della MX-30 (scoprila qui). Nel percorso verso l’elettrificazione avere a disposizione varie tecnologie permette di rispettare sia le diverse esigenze dei consumatori sia l’ambiente: sostituire il parco circolante più anziano metterà in strada auto più ecologiche e sicure.
IL PUNTO DI VISTA DELLA RICERCA - Il professor Bonalumi ha puntualizzato che l’elettrificazione dei trasporti, non soltanto quelli privati, darà un grande contributo alla diminuzione delle emissioni di CO2. Le auto con motore a combustione continueranno però ad essere, nel prossimo decennio e oltre, la stragrande maggioranza in Italia e in Europa. I combustibili neutri dal punto di vista del carbonio contribuiranno quindi a raggiungere gli obiettivi di riduzione dei gas serra posti dall’Unione Europea. Essi hanno il vantaggio di poter essere dispensati con gli attuali distributori di carburante e usati dai veicoli già in strada. Questo ne permette l’uso immediato senza stravolgimenti tecnologici potenzialmente dannosi anche sull’economia europea. Gli eFuels sono anche utili per immagazzinare facilmente idrogeno, un vettore energetico da usare per accumulare l’energia in eccesso delle fonti rinnovabili. Il professor Bonalumi ha poi spiegato che il Biometano è molto positivo perché nel percorso dal pozzo al serbatoio (Well to Tank) riesce a catturare più CO2 di quanta ne viene emessa durante la combustione (Tank to Wheel, dal motore alle ruote), avendo quindi un’emissione totale negativa.
LA RETE CAMBIA PELLE - L’industria energetica, rappresentata dall’ingegner Ricci di ENI, ha come orizzonte una rete di distribuzione multiservizio e multitecnologica, efficiente con il ruolo di hub per la mobilità più che un distributore di carburante. l trasporti devono contribuire sostanzialmente alla riduzione delle emissioni di CO2 e per ottenere il risultato, oltre allo sviluppo del trasporto elettrico, ci si deve affidare a diverse soluzioni. Si possono sviluppare e produrre combustibili a basso tenore di carbonio, quali i biocarburanti liquidi e gassosi, combustibili da carbonio riciclato, ad esempio da recupero di rifiuti, e quelli sintetici eFuels per arrivare all’idrogeno. I biocarburanti attuali non usano più coltivazioni dedicate, in competizione con quelle destinate all’alimentazione, ma si orientano sugli scarti e questo è positivo. Ricci ha anche parlato delle Hydrogen Valley, zone nelle quali si produce e si consuma idrogeno in tutti i settori, anche nell’industria. Alla tavola rotonda sono seguite le domande dei giornalisti e chi vi scrive ha fatto presente che gli eFuel richiedono molta energia per la loro produzione e che il problema degli ossidi di azoto NOx rimane perché essi si formano a partire dall’azoto presente nell’aria aspirata dal motore. Il professor Bonalumi si è detto fiducioso che l’evoluzione delle fonti rinnovabili consentirà di compensare questo maggior dispendio energetico e ha valutato positivamente gli eFuel come vettori per trasportare facilmente l’idrogeno. Anche gli NOx possono essere abbattuti efficacemente dalle attuali soluzioni tecnologiche e non dovrebbero essere molto problematici.