RISOLVERE IN MODO PRAGMATICO - L’Europa apre a una discussione con le case costruttrici per rivedere i termini dell’entrata in vigore delle regolamentazioni più restrittive in fatto di emissioni. Il primo tema sul tavolo, quello più vicino e quindi il più sentito, riguarda le multe previste a partire dal 2025 per chi non dovesse rispettare i nuovi limiti di 93,6 g/km, calcolato come media delle emissioni di CO2 delle auto vendute . La questione “deve essere risolta in modo pragmatico, per non penalizzare i produttori ai quali viene chiesto di fare molto”, ha detto il vicepresidente della Commissione Europea, Stéphane Séjourné, in Italia per visitare un impianto chimico in Lombardia. Il politico francese - che è anche commissario europeo per l’industria, l’imprenditoria, le piccole medie imprese e il mercato unico - accoglie in modo informale la proposta del Partito Popolare Europeo, che proprio ieri aveva chiesto una revisione urgente delle sanzioni (qui per saperne di più).
PARLIAMONE PRIMA - Il PPE aveva anche chiesto una revisione del divieto di vendere auto con motore a combustione a partire dal 2035. L’Unione Europea programmava di ridiscutere la questione solo nel 2026, ma alcuni Paesi tra cui l’Italia hanno spinto per anticipare il tutto già al 2025. Anche su questo Séjourné si è detto possibilista, annunciando che la presidente Ursula von der Leyen nelle prossime settimane avrà un dialogo strategico con i produttori e l’intera filiera, per valutare le difficoltà legate alla transizione. “Sono pronto a a iniziare a lavorare sulla clausola di revisione nel 2025 in modo da essere pronti nel 2026, perché se iniziamo nel 2026, saremo pronti nel 2027”, ha sottolineato il vicepresidente della CE.
COSTO DELL’ENERGIA E CONCORRENZA - A chi gli chiedeva cosa intende fare Bruxelles per rispondere alla crisi del settore automobilistico, Séjourné ha ricordato che l’industria automobilistica soffre degli stessi problemi del resto dell’industria europea: “Per i prezzi dell’energia troppo alti, la sovraccapacità produttiva esterna, in particolare cinese, e per la concorrenza sleale sul mercato”. Per risolvere i problemi “vogliamo fare tutto il possibile per abbassare i prezzi dell’energia e garantire la certezza del diritto con clausole di salvaguardia”, ha promesso il numero 2 dell’Unione Europea.