La Nissan si ritira dalla fusione con la Honda

QUESTO MATRIMONIO NON S’HA DA FARE - Sembrava un matrimonio a cui mancava solamente il sigillo ufficiale, ma a quanto pare la fusione tra la Nissan e la Honda non si farà. Secondo quanto riporta il quotidiano giapponese Nikkei, è stata proprio la Nissan a interrompere i colloqui a causa di crescenti divergenze da entrambe le parti. La notizia, pur non confermata dalle parti che hanno ribadito la volontà di prendere una decisione definitiva entro metà febbraio, ha avuto ripercussioni alla Borsa di Tokyo dove la Nissan ha perso oltre il 4% (prima che il titolo venisse temporaneamente sospeso), mentre la Honda ha chiuso la giornata in rialzo di oltre l’8%, a testimonianza del sollievo degli investitori sul naufragio dell’accordo. 

NON CI STO - Se queste notizie dovessero essere confermate, salterebbe il piano di creazione del terzo gruppo automobilistico mondiale. A far sfumare l’accordo, stando alle notizie provenienti dal Giappone, sarebbe stata la volontà della Honda di fare della Nissan una sussidiaria, invece che procedere a una fusione tra pari. Del resto, la Honda ha un valore di mercato cinque volte superiore a quello della controparte e, secondo alcune fonti, era sempre più preoccupata riguardo al piano di ristrutturazione della Nissan, che novembre aveva annunciato il passaggio alla “modalità di emergenza” (qui per saperne di più). A rincarare la dose c’è anche il fatto che, secondo gli analisti, la Nissan sia molto più esposta ai dazi statunitensi nei confronti dei prodotti provenienti dal Messico rispetto alla Honda. 

UN MESE E MEZZO DI TRATTATIVE - La volontà della fusione era stata annunciata in modo congiunto prima di Natale, con l’accordo definitivo che sarebbe dovuto arrivare entro giugno del 2025, per essere concretizzato tra luglio e agosto del 2026 con la quotazione della nuova società alla Borsa di Tokyo. Un paio di settimane fa sembrava essere uscita dai giochi anche la Mitsubishi, le cui azioni sono possedute per circa il 25% dalla Nissan, che puntava a rimanere indipendente. Ma ora le carte torneranno a mischiarsi.