SVIZZERA VIRTUOSA, KOSOVO MOLTO MENO - Un’automobile elettrica può emettere più CO2 (equivalente) di una a benzina, se la ricarica è fatta con elettricità “sporca” come quella messa in rete da alcuni Paesi europei. Questo risultato emerge da uno studio di Radiant Energy Group, azienda statunitense focalizzata nei servizi per le energie rinnovabili, che ha assegnato la medaglia dell’elettricità più pulita alla Svizzera con Kosovo e Polonia che sono invece i fanalini di coda. Ormai lo sappiamo: anche le auto elettriche emettono CO2 (anidride carbonica equivalente, dato che non hanno un tubo di scarico) da quando vengono prodotte a quando arrivano alla fine della loro vita utile. Le emissioni connesse al loro uso sono indirette e legate alla produzione dell’elettricità, un “carburante“ che può essere estremamente pulito, se prodotto con energie rinnovabili, oppure sporchissimo se generato con carbone, petrolio o addirittura torba. Radiant Energy Group ha confrontato la CO2 equivalente emessa da un’auto elettrica efficiente come la Tesla Model 3 nel percorrere 100 km e l’ha confrontata con quella prodotta da un’auto a benzina paragonabile.
ANCHE L’ORARIO HA LA SUA INFLUENZA - Lo studio di Radiant Energy Group si è basato su dati raccolti dal 1 gennaio al 15 ottobre 2021 e ha tenuto anche conto dell’orario nel quale si fanno le ricariche. Il motivo è presto detto: i Paesi nei quali l’energia rinnovabile copre molta parte della produzione energetica si devono dotare di impianti che coprano il fabbisogno quando le rinnovabili producono poco. Se questi backup sono ad alte emissioni può accadere che l’elettricità divenga più sporca in certi orari. Germania e Spagna, per esempio, hanno una grande produzione fotovoltaica ed eolica e quindi la ricarica nel pomeriggio, quando c’è ancora il sole e il vento è mediamente più forte, emette un 16-18% in meno rispetto alle ore notturne, quando è più probabile che la rete sia alimentata con centrali a gas o carbone.
L’ATOMO CONTROVERSO - I risultati di questo studio riportano che in Svizzera, con una produzione elettrica basata quasi esclusivamente sul nucleare e sull’idroelettrico, un’auto elettrica risparmia il 100% delle emissioni rispetto ai veicoli a benzina. Il risparmio scende, si fa per dire, al 98% in Norvegia grazie alla sua elettricità prodotta quasi esclusivamente da impianti idroelettrici, geotermici ed eolici. Francia e Svezia, con un risparmio rispettivo nelle emissioni del 96% e 95% hanno una grande produzione da fissione nucleare mentre la virtuosa Austria, nella quale il risparmio nelle emissioni è del 93%, ha una abbondante produzione idroelettrica e da altre fonti rinnovabili con un programma nucleare pianificato negli Anni 70 ma in realtà mai partito. Se in Kosovo e Polonia un’auto elettrica emette persino di più di una a benzina, il risparmio delle emissioni a Cipro vale il 4%, in Serbia il 15%, in Estonia il 35% e in Olanda il 37%. Il risparmio emissivo di un’auto elettrica in Germania è del 55% e l’Italia fa meglio - 62% - ma la variabilità delle emissioni nell’arco della giornata è più alta in Italia per il diverso mix degli impianti-tampone, dato che la Germania, anche se le sta dismettendo, ha ancora un 10% di energia prodotta da centrali nucleari. Le centrali nucleari hanno emissioni di CO2 dirette pari a zero ma, al di là dei rischi intrinseci del loro funzionamento, presentano costi altissimi e tempi lunghi - e quindi ingenti emissioni indirette - sia per la messa in esercizio sia per il loro smantellamento e la gestione delle scorie radioattive.