In un incontro con la stampa il direttore marketing global del marchio Renault, Arnaud Belloni (nella foto sopra), ha raccontato come sta cambiando la casa francese dopo l’arrivo dell’utilitaria Renaul 5 E-Tech, rispondendo anche a delle domande. “Quando sono arrivato in Renault nel 2020 - ha premesso Belloni - il mio compito era quello di “sistemare” l’immagine di Renault prima che arrivasse la 5. E il marketing può fare questo in meno di 5-6 anni, che poi è il tempo di gestazione di un nuovo modello”.
Perché l’elettrico non “fa presa” in Europa?
“Molti costruttori hanno sbagliato, pensando che gli acquirenti non fossero interessati alle auto. E quindi hanno adottato un design brutto, con auto elettriche che io dico sembrare dei pesci. Ma se le persone devono volere le auto a batteria, allora queste hanno bisogno di essere più belle di quelle termiche. Nella vita -ha continuato Belloni- tutti hanno una vettura ma molti vogliono farci credere che alle persone le auto non interessino più. E questo non è vero. Dobbiamo però realizzare delle auto che piacciano e che siano desiderabili: questa è la base del marketing. Non certo fare prodotti che la gente non vuole e poi spendere soldi per convincerli del contrario”.
La Renault 5 è solo elettrica mentre molti la vorrebbero anche termica: è una scelta divisiva...
“La nuova 5 è desiderabile e se la volete c’è solo elettrica e quindi la comprerete elettrica. D’altra parte, i tecnici mi hanno spiegato che nemmeno volendo c’è modo di ricavarne una versione con motore a combustione: la sua piattaforma è specifica per auto a batteria. Anche i futuri modelli ibridi dovranno comunque essere belli e desiderabili, ma serviranno fra i 5 e gli 8 anni per rinnovare la gamma”.
Oltre a reinventare il brand, di cosa si occupa in Renault?
Il mio lavoro non è solo creativo. Ho dovuto anche tagliare i costi, e ci sono riuscito del 40%. Prima che arrivassi, per esempio, non esisteva una direzione marketing mondiale di Renault e ogni nazione aveva la sua. Questo ha portato a creare, per esempio, 9 spot differenti per il lancio della Clio nel 2019, con spese complessive di circa 10 milioni di euro. Con me, per la Mégane (nella foto qui sotto), ne abbiamo realizzato uno solo per tutti i mercati, spendendo fra 1,5 e 2 milioni di euro. E poi ora trattiamo le condizioni economiche per le pubblicità a livello europeo e non più stato per stato, con evidenti risparmi.
Può farci un altro esempio?
“Un’altra cosa che abbiamo ripensato sono i concessionari. Nel tempo questi hanno abbandonato i centri delle città ma poi ci siamo resi conto che proprio qui non si vendevano più Renault. Quindi siamo tornati, sebbene in modo nuovo, aprendo dei punti più piccoli (150-200 metri quadri) in precisi quartieri. Questi showroom si chiamano RNLT, come Renault ma più compatto perché sono state tolte le vocali; e uno è anche a Milano”.
A chi guarda nel suo lavoro e quanto sono importanti i social network?
“Nel nostro lavoro ci ispiriamo al mondo del lusso, perché questa è l’industria che conosce meglio il marketing. E chi domina il lusso sono gli italiani e i francesi. Fateci caso: con la Renault 5 parliamo di prodotto, di tecnologia e non di prezzi. Fino a un anno e mezzo fa, poi, non c’era il canale Tik Tok di Renault e quando siamo arrivati abbiamo deciso di farlo come avevano fatto marchi di lusso quali Gucci o Dior. Ora, quindi, usiamo molto i social network ma non gli influencer: le auto sono un prodotto tecnologico da spiegare e per venderle non basta un faccino carino”.