TROVARE FONDI - Il settore dell’auto elettrica ha bisogno di enormi investimenti da parte dei costruttori per sviluppare i nuovi modelli e adeguare le fabbriche. Naturale, dunque, che le case cerchino di acquisire fondi da reinvestire. Fa parte di quest’ultima tipologia il possibile accordo che vede coinvolta la Renault, la cinese Geely e un gruppo petrolifero. Secondo quanto riportato dall’agenzia Reuters, le due aziende sarebbero in trattativa con la casa automobilistica francese per l’acquisizione di alcune partecipazioni nella sua unità di motori a combustione (diesel e benzina), che la compagnia intende separare dalla sua attività relativa ai veicoli elettrici. L’accordo, almeno stando a quanto trapelato, non vede il coinvolgimento della Nissan.
AZIONISTA DI MINORANZA - La Renault il prossimo autunno dovrebbe presentare un piano per la creazione di un'unità dedicata ai veicoli elettrici con sede in Francia e un'altra all'estero che riunirà tutti i suoi siti di produzione di motori e trasmissioni a benzina e ibridi in Spagna, Portogallo, Turchia, Romania e America Latina. La compagnia automobilistica transalpina intende rimanere l'azionista di maggioranza della sua divisione elettrica "Ampère", che darà lavoro a circa 10.000 persone e potrebbe essere quotata in borsa nella seconda metà del 2023. Al contrario, per quanto riguarda l’unita che si occupa dello sviluppo dei motori a combustione, che disporrà di una forza lavoro di dimensioni simili rispetto a quella elettrica, la Renault manterrà delle quote inferiori, pur rimanendo un’azionista di riferimento. Secondo le fonti Renault potrebbe detenere una partecipazione del 40% nell'unità dei motori termici, con Geely al 40% e la compagnia petrolifera il restante 20%.
UNA COMPAGNIA PETROLIFERA - Il possibile accordo con la Geely, con cui la Renault ha già siglato una joint venture per lo sviluppo di auto ibride oltre ad avergli venduto il 34% della sua filiale sudcoreana, consentirebbe alla società francese di condividere i costi dei motori diesel e a benzina, destinati a diminuire con l'aumento delle vendite di veicoli elettrici. Congiuntamente la casa spera di liberare fondi da reinvestire nei modelli elettrici, una tecnologia di cui è stata pioniera con Nissan e Mitsubishi, ma in cui è rimasta indietro rispetto ad aziende come la Tesla. La partecipazione di una compagnia petrolifera aiuterebbe anche lo sviluppo dell'idrogeno verde e dell'infrastruttura necessaria per rendere le auto a celle a combustibile a idrogeno più accessibili. L'idrogeno "verde", ossia quando è prodotto con energia rinnovabile, è considerato fondamentale per contribuire alla decarbonizzazione dell'industria.