IL KILLER SILENZIOSO - Ridurre il più possibile l’impatto nei confronti dell’ambiente puntando su modelli che garantiscano bassi consumi ed emissioni ridotte è l’obiettivo che ormai si sono prefissate tutte le case automobilistiche rendendo anche accessibili i costi di queste vetture. Nonostante questo, c’è ancora tanto da fare per riuscire a diminuire il livello di inquinamento ed evitare che questo possa avere conseguenze importanti per la salute di tutti noi. Questo è stato uno dei temi di cui si è parlato in occasione della COP 26, la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici che si è tenuta a Glasgow. Sulla base di quanto emerso, sono ancora troppo numerosi i morti per biossido di azoto, ma c’è soprattutto un dato che non può che farci riflettere: molte di queste vittime si sarebbero potute evitare tramite comportamenti più consapevoli e attenti.
I DANNI PROVOCATI DALL’INQUINAMENTO - A confermare una situazione che non può essere sottovalutata sono i dati emersi dal Rapporto 2021 sulla qualità dell'aria dell'Agenzia Europea dell'Ambiente (AEA). Che mette in evidenza quali siano i danni che possono essere provocati dal particolato sottile PM 2,5. Questa sostanza è responsabile di molti decessi, quasi 50.000, il che rende il nostro Paese al secondo posto nella classifica europea. L’analisi ha inoltre sottolineato come poter raggiungere il nuovo parametro dell'Organizzazione Mondiale della Sanità per il PM 2,5 avrebbe potuto essere provvidenziale. Si parla addirittura di 32.200 morti in meno da particolato sottile, pari al 65%. Anche nel resto del Vecchio Continente la situazione sarebbe stata analoga. Solo nel 2019 hanno perso la vita 307.000 persone a causa della PM 2,5, mentre con i nuovi standard le vite salvate sarebbero state 178.000.
COME MUOVERSI ORA - Il dibattito che si è tenuto in Scozia ha permesso di provare a individuare come ci si potrebbe muovere da qui in avanti per evitare che situazioni simili possano ripetersi ancora. La Commissione Europea ha predisposto il piano “Zero Pollution”, che punta a ridurre entro il 2030 proprio il numero di morti premature a causa delle emissioni. “Gli Stati membri dovranno attuare pienamente i loro programmi nazionali di controllo dell'inquinamento atmosferico (NACPC), nonché le misure necessarie per raggiungere gli obiettivi climatici ed energetici del 2030" - questo è l’ammonimento dell’agenzia. In questo quadro potrebbe influire anche la crescita dell’età media della popolazione: le persone più avanti negli anni sono infatti più sensibili all'inquinamento atmosferico e un tasso di urbanizzazione. Il rischio è inoltre maggiore nelle grandi città, dove più persone sono esposte a concentrazioni di PM 2,5.