UE: SÌ AGLI E-FUEL, NO AI BIOCARBURANTI - Ieri, nelle votazioni in sede di Consiglio dei ministri dell'Energia dell’Unione europea è stato approvato un piano per immatricolare anche dopo il 2035 auto e furgoni nuovi con motori a scoppio purché alimentati con carburanti sintetici (qui la news). La Commissione europea ritiene che i biocarburanti, su quali ha puntato l’Italia, per quanto più ecologici rispetto alla benzina e al gasolio presentino un’impronta del carbonio comunque molto ampia.
IL DISCORSO DI PICHETTO FRATIN - Il governo di Giorgia Meloni ha deciso di astenersi sul nuovo regolamento. Il riconoscimento da parte della Commissione che i veicoli con motore endotermico funzionanti con combustibili neutri in termini di CO2 “è uno sviluppo positivo”, ha detto nel suo intervento al Consiglio ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ponendo nuovamente l’accento sul fatto che l’Italia auspica “un confronto più approfondito tra gli Stati Membri per rendere più efficace, comprendendo tutte le soluzioni disponibili” questa apertura ai motori a scoppio. Fratin, nel suo discorso, ha cercato di aprire uno spiraglio verso i biocarburanti, spiegando come l’Italia sia convinta che possano “rientrare nella categoria dei combustibili neutri in termini di bilanciamento complessivo di CO2 e contribuiscano alla progressiva decarbonizzazione del settore. Ci adopereremo pertanto - ha concluso il ministro - a far considerare anche i biocarburanti tra i combustibili neutri in termini di CO2 e nel merito della decisione finale di questo consiglio, auspicando un successivo e proficuo confronto, esprimiamo il voto di astensione”.
I MOTORI TERMICI RESISTERANNO COME NICCHIA - Sulla base di una clausola di revisione inserita nel nuovo regolamento per lo stop alla vendita di auto nuove a benzina e diesel dal 2035, “nel 2026 la Commissione valuterà a fondo i progressi compiuti verso il raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni del 100% entro il 2035 e l'eventuale necessità di rivederli". La revisione considererà gli sviluppi tecnologici anche per quanto riguarda le tecnologie ibride plug-in e l'importanza di una transizione attuabile e socialmente equa verso l’obiettivo emissioni zero. Ma, da quanto è emerso dalle votazioni di ieri, non saranno prese in considerazioni reali aperture nei confronti dei biocarburanti, una tecnologia sulla quale l’Italia è molto avanti. Per l'esecutivo europeo il futuro dell’industria dell’auto è l’elettrico, mentre i motori endotermici, pur alimentati con i carburanti sintetici, resisteranno come nicchia.
LE RAGIONI DELL’ASTENSIONE DELL’ITALIA - Nel quadro dell'adozione del regolamento sugli standard di emissione di CO2, quello italiano e altri governi hanno espresso delle dichiarazioni a sostegno della loro scelta di voto. L’Italia, nel motivare la scelta di astenersi dal voto, ha spiegato che se da un lato “condivide ed è pienamente impegnata nell'obiettivo di decarbonizzare il settore del trasporto stradale”, dall’altro ritiene che “la decarbonizzazione debba essere perseguita nel rispetto dei principi di una transizione economicamente sostenibile e socialmente equa verso le zero emissioni e della neutralità tecnologica. Siamo certamente favorevoli all'elettrificazione dei veicoli leggeri. Non crediamo, tuttavia, che essa debba rappresentare, nella fase di transizione, l'unico percorso per raggiungere le zero emissioni”.
SALVINI: “LA PARTITA NON È FINITA” - Contro la decisione del Consiglio ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica di escludere i biocarburanti dalla lista di combustibili ecologici si è schierato nuovamente il vice premier e ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, secondo il quale “la fermezza dell'Italia garantisce un'altra possibilità di sopravvivenza ai motori a combustione, anche dopo il 2035. Ora è necessario più coraggio - ha proseguito il vice di Giorgia Meloni -. L’approccio ideologico della Commissione si è limitato ad aprire agli e-fuel, confidiamo che gli esperti sappiano dimostrare anche la piena sostenibilità dei biocarburanti. In questo senso va letta la posizione del nostro governo a Bruxelles: non è ancora sufficiente e siamo determinati affinché prevalga la ragionevolezza. Gli obiettivi restano sempre gli stessi: difesa dell'ambiente, tutela del lavoro, protezione delle imprese. E l'anno prossimo, con il voto, ci saranno nuovo Parlamento e nuova Commissione: la partita non è finita”.