Naturalmente la differenza con le odierne auto è evidente: le plastiche sono rigide, sottili e di forma squadrata. La maggior parte dei comandi sono raggruppati intorno al cruscotto, dietro al volante, con delle antiquate "leve" che si azionano verticalmente per fari e tergicristalli. Nella plancia, situata parecchio in basso rispetto al volante, sono presenti due bocchette per la ventilazione ed i comandi per la regolazione dell'aria, formati da leve che si azionano questa volta per orizzontale. Gli optional sono pressoché inesistenti: i vetri anteriori sono manuali, quelli dietro fissi; non c'è né la radio (non ci sono nemmeno le casse) né l'accendisigari e naturalmente non c'è nemmeno l'ombra di sistemi di sicurezza come air bag o abs. Non è presente nemmeno lo specchietto laterale destro, e quello sinistro si regola tirando giù il finestrino e spostandolo manualmente. Inoltre, il cassetto davanti al passeggero è privo di sportello.
I sedili sono abbastanza comodi, anche se non contengono per niente il corpo nelle curve. I tessuti sono molto resistenti in quanto non mostrano il minimo segno di cedimento, anche se col tempo si sono scoloriti. Inoltre, i sedili si regolano sia nella distanza dal volante sia nell'inclinazione dello schienale e, quest'ultimo, si regola con una comoda e pratica leva, non con la classica rotella. Ribaltare i sedili per accedere ai posti posteriori risulta veloce e per nulla difficoltoso.
I poggiatesta, presenti solo nei sedili anteriori, sono duri, scomodi e non rivestiti dal tessuto e quindi dall'aspetto povero. Sono stati, però, utilizzati per vari modelli successivi della casa torinese (vedi ad esempio la nuova Panda, la Punto, la Seicento e così via). L'auto è omologata per 5 persone e non si sta troppo sacrificati nemmeno nel divanetto posteriore. Il bagagliaio della Uno è sorprendentemente grande in relazione alle dimensioni dell'auto (circa 3,70 metri). Una piccola nota negativa và al pulsante del clacson, scomodo perché posto in cima alla leva degli indicatori di direzione.