Per aprire i quattro sportelli, con la chiusura che ha un funzionamento anni '80, per non dire troppo, bisogna girare la chiave (non è a telecomando) verso la sinistra (spesso mi sbaglio e la giro a destra) nella serratura sinistra. Purtroppo, se si ha l' auto attaccata ad un muro dal lato guida, bisogna chiudersi dentro ed aprire dalla serratura destra, per far aprire solo la rispettiva portiera, e basta! Girando la chiave dentro alla serratura del baule, s' apre solo quest' ultimo. Questo è uno degli unici difetti che possiede quest' auto. Passiamo a ciò che si ha la fortuna di ammirare una volta aperta la portiera: gli interni. Diciamo che l' ambiente non è dei più "accesi" e che le plastiche sono per lo più nere e grigie. Comunque, tutto è ben presentato, il cruscotto indica più del dovuto, per una citycar: ci sono l' andatura, i giri del motore, la benzina che rimane nel serbatoio e la temperatura dell' acqua, il tutto contornato da numerose spie (ce n' è anche una che indica se il guidatore ha la cintura slacciata!). I sedili, se non si considera la grafica "morta", sono buoni: trattengono bene il corpo in curva, sono morbidi e ben regolabili (anche se la leva non è delle più precise: meglio la manovella della Ka). I comandi della radio si trovano in alto, forse troppo, dato che per cambiare la stazione, devo allungare il braccio maggiormente che con la Ka, ma si fa ricambiare dall' efficenza con la quale trasmette i brani: si va da un sottofondo piacevole durante le chiacchierate ad un martellante e sonoro volume da "spararsi" mentre si corre. Il clima manuale è semplice nel funzionamento, ma soprattutto potente: il ricircolo blocca subito ogni cattivo odore esterno, le variazioni di temperatura sono appena ritardate (solo a freddo) e lo sbrinatore posteriore efficientissimo; il tutto accompagnato da comandi ergonomici e semplici. Sotto la bocchetta laterale sinistra (più piccola e, di conseguenza, meno potente di quelle - più lunghe - centrali) trovano posto i comandi di fendinebbia, retronebbia, regolazione in altezza dei fari (fatto sostituire perchè appartenente ad un richiamo) e luminosità abitacolo interna (che tengo sempre al minimo, anche se non mi da fastidio), i quali sono un pò complicati da azionare mentre si guida, dato che sono deciamente infossati. Gli specchietti, regolabili manualmente, sono enormi e generano fastidiosissimi fruscii (meno male che la Hyundai, nel nuovo modello, ha migliorato, facendoli più aerodinamici). I vani sparsi nell' abitacolo sono molteplici: si va da quello sotto i comandi del clima a quelli sotto la consolle centrale, a quello, enorme (ma non refrigerato nè illuninato nè serrabile) di fronte al passeggero anteriore: ci sta davvero di tutto, ma è stato mal montato: ogni tanto pende a destra! I vetri anteriori sono elettrici (ma non ad impulso) ed hanno la particolarità di avere il disegnino del vetro sul bottone non illuminato. Alla Hyundai potevano benissimo evitare di farlo, lasciando il pulsante vuoto. Una critica alle spazzole tergivetro va fatta: quella destra è cortissima, infatti, non sono poche le lamentele da parte dei passeggeri, i quali, se piove od il vetro è sporco, vedono il paesaggio a metà! I posti dietro sono davvero ariosi: lo spazio è sufficiente per tre persone (magari due aduti ed un bambino, per stare più comodi) e la seduta è lunga il giusto e non dura. I vetri dietro sono, mio rammarico, a manovella, ma vanno giù tutti, a differenza di altre citycar. Non mi dispiaccio tanto per le manovelle, bensì per la mancanza di un' altra tasca nei pannelli porta. Un' altra economia si nota nell' unico appandiabiti: non costava tanto ad i designer metterne un altro accanto alle maniglie per reggersi (tre, una su ogni portiera, tranne quella del guidatore, che avrebbe gradito un bel portaocchiali, invece di uno spazio vuoto). Passiamo al baule: nelle citycar la i10 ha il primato: 220 litri a schienali (divisibili 40/60) su e 910 giù. Infatti, con le sedute abbassate ed i sedili anteriori in avanti, sono riuscito a caricarvi una bicicletta nella misura maggiore (26). La cappelliera, purtroppo, non ha dei laccetti per sollavarla assieme al baule, ma bisogna tirarla su di persona. Il difetto che meno tollero è l' economia più grande che la Hyundai poteva permettersi: spillare la moquette (credo sia quello il tessuto) che riveste il pavimento dell' auto sotto a dove si mettono i piedi (davanti). Almeno le potevano coprire! Che altro dire sugli interni? Credo nulla e spero di poter passare al terzo paragrafo senza aver dimenticato niente!