Inutile perdersi eccessivamente in dettagli tecnici che ormai conoscono tutti: rispetto alla LP560, la Superleggera ha 10 cv in più e quasi 100 kg in meno oltre ad una serie di migliorie a sospensioni e aerodinamica.
Si gira la chiave e l'ormai classico V10 prende vita con un ruggito molto controllato, sarà l'unica cosa controllata che sentirete in questo veicolo.
Ovviamente imposto la modalità manuale e parto tranquillamente, lo sterzo è sensibile alla velocità quindi alle basse andature si alleggerisce facilitando le manovre.
Molto comodo il sistema che scala automaticamente da 2° a 1° quando ci si ferma, sarà già uno standard da tanti anni ma per noi comuni mortali non è così scontato.
Dopo nemmeno 5 minuti mi si presenta l'occasione di accelerare su una strada praticamente libera e vengo travolto da quella che è una bestia mitologica più che un motore....
Seconda, terza, quarta, quinta... non ci si rende nemmeno conto delle velocità che si raggiungono perché la progressione sembra non finire mai.
La pressione contro il sedile è talmente forte oltre
i 6000 giri che mi si tappano le orecchie, ma questo non mi impedisce di sentire le urla del mostro alle mie spalle.
Gli interni sono invasi da un suono assordante e ci si ritrova in un crescendo di emozioni che passano dal terrore all'incredulità per poi colmare nell'eccitazione incontrollata.
Finalmente il cambio automatico è stato migliorato rispetto alla versione normale: le cambiate sono velocissime, senza ritardi e si viene sbattuti avanti e indietro con violenza ad ogni marcia, proprio come un toro impazzito.
Quello che davvero mi sorprende è la sensazione che restituisce il mezzo.
Non è solo il cambio, tutta l'automobile è enormemente più veloce della versione standard in qualunque situazione: è più potente e più leggera, e si sente.
Dopo aver incrociato una manciata di LaFerrari e 458 Speciale con ancora le mascherine da collaudo, faccio una pausa per sgranchirmi le gambe e mi preparo alla seconda mezz'ora che si preannuncia impegnativa.
Mi aspettano chilometri di strade tortuose e tornanti senza visibilità sopra Maranello: è il luogo dove il Cavallino testa tutte le sue auto stradali e permette di capire i limiti del guidatore o del mezzo.
Non c'è un attimo di respiro e devo adattarmi molto rapidamente alla configurazione a motore centrale.
Il telaio accoppiato con la trazione integrale è un capolavoro: la macchina dà una sensazione di sicurezza incredibile e dopo 10 minuti inizio ad aumentare progressivamente la velocità di percorrenza.
All'inserimento in curva si sente il posteriore agitarsi leggermente per poi essere rimesso in riga dalla trazione che, in un'istante, sposta la potenza all'anteriore e spara il veicolo in uscita come se non fosse successo nulla.
E' tutto così inebriante che non mi rendo nemmeno conto della velocità con cui ho affrontato le ultime sezioni e mi viene cortesemente chiesto di abbassare leggermente il ritmo.
I freni adesso sono carboceramici di serie e devono davvero lavorare sodo per gestire la maggior esuberanza rispetto al modello base.
Devo dire che svolgono un lavoro coi fiocchi: anche effettuando “staccate” all'ultimo secondo la macchina non si scompone e non c'è il minimo segno di cedimento, assolutamente incredibili.
Nella vecchia recensione della Gallardo “normale” mi ero lamentato della sensibilità dei freni, nella Superleggera questa è stata leggermente migliorata e permette di dosarli meglio a velocità basse.
Mentre mi riavvicino a Maranello riesco già a sentire gli ululati provenienti da Fiorano: è una giornata piena per i collaudatori Ferrari, sento almeno 3-4 V12 dalla pista.
Gli ultimi 5 minuti mi riportano alla civiltà mentre scendo dalle colline passando per delle piccole strade urbane.
Riesco di nuovo ad apprezzare il fantastico comfort della macchina: assorbe tutte le asperità con estrema calma, quasi non sembra di essere su una supercar.
Con la facilità di una utilitaria, parcheggio la Superleggera nella affollata piazzetta da cui sono partito e tutti i presenti si dimenticano delle Ferrari in esposizione precipitandosi su questo lampo verde, come dargli torto...