È stata la mia auto aziendale per 4 anni dal 2012 al 2016
Premetto che, se col tempo posso affezionarmi all’auto che guido, al momento della scelta cerco di valutarla né più né meno nello stesso modo in cui si valuta un investimento: confrontando punti di forza e punti di debolezza, benefici e costi.
Per quanto mi riguarda l’auto è un mezzo che deve consentirmi di muovermi in sicurezza, con efficienza (non deve costare più del necessario in termini sia di costi up front che di costi running), con una certa elasticità e resilienza. In altri termini deve permettermi di affrontare il 99% delle strade che potrei dover affrontare senza dovermi preoccupare di spanciare o di rovinare ammortizzatori o di infliggermi un mal di schiena dopo lunghe percorrenze, garantendomi una buona motricità con ogni meteo e di muovermi anche con una decina di cm di neve, a velocità moderata, con le sole gomme termiche. Per quanto riguarda gli interni chiedo una buona insonorizzazione a velocità di crociera, sedili comodi (eventualmente in pelle ma anche un buon tessuto tecnico è accettabile), ergonomia e funzionalità dei comandi, spazio per gli occupanti sia dei sedili anteriori che posteriori, un bagagliaio generoso, qualche portaoggetto ben posizionato, un navigatore con schermo di dimensioni ragionevoli e visibile in tutte le condizioni di luce, un buon sistema audio, materiali robusti e durevoli che mantengano un buon aspetto anche dopo anni di esposizione al sole e al gelo.
Quello che a me non interessa sono: i profili in alluminio, le plastiche morbide, il design futurista, le bocchette d’aria di “richiamo aeronautico” e tutte quelle ricercatezze estetiche che contribuiscono a qualificare come premium un’autovettura.
Infine, per quanto per motivi professionali e personali ami la tecnologia, non sono neppure un entusiasta dei dispositivi di assistenza alla guida “evoluti”: per come la vedo, forse fra 5-10 anni saranno sufficientemente maturi ma per ora non voglio che la mia sicurezza sia delegata a questi; quindi se sono stanco non guido o mi fermo mezz’ora a prendere una boccata d’aria: se guido voglio essere io a guidare, quindi apprezzo il segnalatore di angolo cieco o di superamento di corsia ma il cruise control preferisco quello tradizionale, non quello attivo.
Questo è quello che cerco in un'auto e questo è quello che l'Outback mi ha garantito per quattro anni e oltre 70000 km.