Questa crossover dall’aspetto personale e con vistose protezione scure sulla carrozzeria è la prima auto a corrente della casa giapponese. Nasce usando la meccanica Toyota e, infatti, ha una “gemella” con questo marchio: la bZ4X. Gli interni puntano molto sulla praticità e sono ricchi di portaoggetti (che, però, non sono rivestiti). Ben leggibile anche lo schermo centrale, sotto al quale ci sono comodi comandi fisici per il climatizzatore. Economiche, però, diverse plastiche: visto il prezzo dell’auto, si poteva fare di meglio. I sedili sono comodi e ampiamente regolabili, mentre il cruscotto montato in alto e alla base del parabrezza non è il massimo: deve essere letto da sopra la corona del volante e non attraverso le razze e, quindi, il volante va regolato piuttosto in basso. Davvero generoso lo spazio per le gambe di chi sta dietro e il pavimento piatto aiuta a far stare comodo anche il quinto passeggero. Però, la Subaru Solterra condivide un difetto con molte elettriche che hanno la batteria nel pianale: la seduta del divano è molto vicina al pavimento (appena 30 cm) e quindi si viaggia con le ginocchia troppo piegate. Senza contare che chi è alto 190 cm sfiora il soffitto. Luci e ombre anche per il bagagliaio: non è piccolo in assoluto e risulta piuttosto profondo, ma tante vetture di queste dimensioni con motore tradizionale offrono parecchio spazio in più. Senza contare che manca il vano anteriore, presente su altre elettriche. I due motori, uno per asse, consentono di realizzare una trazione integrale e insieme erogano 218 CV. Dato che rispondono subito, l’auto non è “pigra” però ci sono altre auto a corrente che offrono ben altre prestazioni (anche per la ricarica). In compenso, tutti i comandi sono ben tarati e intuitivi; ben modulabile la frenata, che non fa sentire il passaggio dal recupero di energia all’azione di pinze e dischi. E assorbimento delle sospensioni e insonorizzazione convincono.