Basta qualche metro di marcia e già ci si abitua all'assenza del pedale della frizione e a non dover usare l'asta del cambio, come se non avessimo fatto altro fino a quel momento.
Richiede più tempo, invece, comprendere il funzionamento dell'auto: fino ai 50 km/h nei tratti pianeggianti, l'auto procede in modalità 100% elettrica; si attiva il motore termico quando la centralina rileva un uso più profondo del pedale del gas, ad esempio in situazioni di sorpasso, di salite più ripide o di aumento sensibile della velocità. Nelle frenate e nelle decelerazioni entra in funzione il meccanismo per il recupero dell'energia dal movimento rotatorio delle ruote, con cui si ricarica la batteria.
E' necessario sviluppare un diverso stile di guida: con l'ibrido si parla di "veleggiare", che consiste nel mantenere una costante velocità parzializzando con l'acceleratore e nell'anticipare fermate e rallentamenti evitando di frenare nell'ultimo momento possibile. Con una guida oculata è possibile anche evitare il completo scaricamento della batteria.
Mi ha davvero sorpreso come la Yaris renda tutto ciò piacevole: a questo punto, al posto della guida brillante, la nuova sfida quotidiana diventa la ricerca del consumo sempre minore. Complice del piacere di guida è uno sterzo così diretto e deciso che non ti aspetti, e che spesso invoglia a fregarsene del veleggiamento per adottare una guida più dinamica: la Yaris permette anche questo, del resto sono pur sempre 100 cv per un peso inferiore ai 1.200 kg, ma bisogna ricordarsi che affondando di colpo sul gas si ottiene il famoso "effetto scooter" (netto ritardo di accelerazione), quindi è meglio procedere gradualmente sia nell'aumento di andatura che nella ripresa.
Tenuta di strada ottimale, anzi esagerata nella fase di veleggiamento, e consumo misto che può arrivare ai 25 km per litro: dato da applausi per un benzina di quella potenza.
Rumorosità di percorrenza ai minimi storici.