Questa volta vorrei più che scrivere una prova, rendere un doveroso omaggio ad un auto che ha segnato in modo assai positivo ed indelebile i miei primissimi anni di patente. Premetto che purtroppo la foto non ritrae l'esemplare da me guidato ma l'ho scelta accuratamente da Google dopo averne trovato un esemplare gemello, allestimento e colore inclusi. Era (ed'è tuttora) di un mio amico che la comprò nuova nel gennaio 1993. Ho avuto modo di guidarla spessissimo sulla maggior parte dei tipi di percorso (autostrada e montagna comprese) e non ho potuto fare a meno di innamorarmene. Correva la prima metà degli anni 90 e di berline di segmento E valide in Italia ce n'erano davvero poche, la Thema era ormai anziana (pur restando un progetto valido), e le berline che andavano per la maggiore erano le solite Classe E (W124 fino al 95 e W210 poi) e BMW Serie 5 (E34 fino al 1995 ed E39 poi), mentre l'unica alternativa credibile, sia a livello di immagine che di contenuti era proprio lei: la Volvo 850, una berlina di cui oggi si parla poco anche a causa del fatto che Volvo nel corso degli anni ha cambiato così tanto il suo corso stilistico nonché la nomenclatura da rendere la serie 800 un oggetto quasi misterioso soprattutto per i più giovani, ovviamente non per me che quest'anno taglierò il traguardo degli "anta". Ma torniamo alla nostra 850 ed al contesto nel quale fu presentata. Innanzitutto c'è da dire che l'esistenza della Serie 900 (un rimpasto,seppure ottimo, delle Serie 700 degli anni 80) le impediva di essere una vera ammiraglia di segmento E ma aveva tutte, e sottolineo tutte, le carte in regola per esserlo. Innanzitutto la meccanica: E' vero, rispetto alle sorelle più grandi, la 850 perdeva una peculiarità d'immagine ovvero quella trazione sulle ruote posteriori che avrebbe potuto accomunarla, almeno nell'immaginario collettivo degli appassionati, al binomio BMW-Mercedes. Tuttavia questa mancanza non influenzò in modo negativo né l'handling, né udite udite, il piacere di guida. Che si rivelò, quasi a sorpresa, assai elevato. Ma andiamo con ordine, partendo dai contenuti di spicco dell'auto. Il progetto Serie 800 prevedeva innanzitutto una berlina forte e sicurissima come da tradizione Volvo infatti all'epoca e per diversi anni rimase la sola auto al mondo con una cellula abitacolo unica nel suo genere. Tale cellula era nota col nome di SIPS (Side Impact Protection System) e funzionava così: Il sedile del guidatore e quello del passeggero erano montati su rotaie trasversali di acciaio (sulle altre auto sono solitamente avvitati al pavimento), in tal modo le guide dei sedili erano capaci di restare quasi impassibili agli impatti laterali perché l'energia che si sviluppava in seguito ad un urto veniva distribuita alla perfezione su tutta la fiancata dell'auto arrivando addirittura fin quasi la metà trasversale della cellula stessa (come le foto dell'epoca della scocca nuda mostrano chiaramente). Altro asso nella manica della 850 parlando di sicurezza passiva, il sistema WHIPS, ovvero i sedili con struttura anti-colpo di frusta, un altra esclusiva Volvo che solo successivamente sarebbe stata introdotta dagli altri marchi. Da una scocca così raffinata e da un pianale nuovo di zecca non potevano che scaturire ottime doti doti di tenuta e stabilità consentite anche da un altra chicca introdotta sempre sulla Serie 800: Il retrotreno "Deltalink", un tipo di geometria leggermente meno raffinata del classico Multilink ma ugualmente efficace: il Delta link si comportava in egual misura come un ponte rigido e come sospensione a ruote indipendenti, grazie alle due meta' dell' assale unite per mezzo di boccole di gomma. In tal modo, quando si viaggiava in rettilineo, con le due ruote molleggiate simultaneamente, non si verificava alcuna variazione della campanatura delle ruote mentre in curva, e quando si guida su un fondo irregolare che interessa una sola ruota, la flessibilita' della connessione consentiva,seppur in misura un pò più limitata, spostamenti verticali tipici di una sospensione posteriore a ruote indipendenti. Siamo dunque arrivati al motore, un altro piatto forte della 850!
Il 5 cilindri debuttò con la 850 ed era un progetto interamente Volvo, costruito interamente in alluminio, era veramente all'avanguardia. La Volvo ha sempre prodotto motori, basti pensare al famoso "basamento rosso delle 240/740/940".
Parlando di questo 5 cilindri vorrei sottolineare che tale motore, chiamato B523, faceva parte di un'ampia famiglia di motori "modulari" prodotti dalla casa svedese dal 1990. Nacque con una cilindrata di 2.3 litri e una potenza di 163 cv. Purtroppo, 300 cc vennero sacrificati sull'altare delle finanze (all'epoca in Italia e qualche altro paese europeo c'era ancora la famigerata "iva pesante) cosicché arrivata da noi, la bella svedesona si perse per strada oltre che qualche centimetro cubo, anche una ventina di cavalli che diventarono quindi 143. Una potenza non certo disprezzabile per l'epoca (il sei in linea BMW ne erogava 150, per dire). A parte questo inconveniente però, la 850, risultava una berlina incredibilmente equilibrata, piacevole da guidare, sicurissima su ogni fondo, dalle finiture molto accurate e dotata di una linea, a mio avviso, bellissima e molto suggestiva in quanto rappresentava una sorta di anello di congiunzione tra lo stile Volvo anni 80 quasi americaneggiante (sulle 700 sapeva quasi di eccessiva compiacenza verso gli USA dal tanto che il lunotto era verticale tipo Cadillac) e quello dell'era subito successiva inaugurato dalla "morbida" S80 nel 1998. Da ricordare anche l'impegno nel BTCC con la curiosa versione SW prima e la sedan successivamente: Il BTCC è il campionato turismo inglese e spinto dall'entusiasmo per quest'auto, nel 97 comprai il modello radiocomandato della Tamiya in scala 1/10.