Una tela per tetto
La versione
Spider dell’
Alfa Romeo 4C resta una sportiva velocissima quanto sanguigna nelle reazioni, con il plus del piacere della guida “en plein air”. A distinguerla dalla coupé da cui deriva, sono i fari bixeno con cupolino trasparente, più classici di quelli a led inseriti in una cornice di fibra di carbonio della modello chiuso (che, ora, propone entrambi), la cornice del parabrezza con la fibra di carbonio a vista e il mini spoiler integrato nella parte superiore. Oltre, naturalmente, all’assenza del tetto: al suo posto c’è una capote in tela realizzata con cura, che in un attimo si può smontare (o rimontare) manualmente. Basta svitare due fermi all’altezza del retrovisore interno, e sbloccare due leve ai lati del tettuccio, sopra le porte, e il gioco è fatto: la leggera capote si può arrotolare e riporre in un apposito borsone nel baule. Il che dimezza la capacità, già minima, del vano, nel quale resta comunque lo spazio per un’altra borsa, quanto basta insomma per un weekend. Altra novità (prevista anche per la coupé) la presa d’aria nella fiancata sinistra, davanti alla ruota posteriore: serve per raffreddare meglio il cambio (negli USA è di serie, in Europa optional, a un prezzo 1.500 euro). Fra gli accessori che saranno resi disponibili in un secondo momento, il tettuccio rigido asportabile, l’impianto di scarico ultrasportivo con doppia uscita nel centro del paraurti e il roll-bar in fibra di carbonio.
Salto di prezzo
La raffinata struttura in fibra di carbonio e alluminio dell’Alfa Romeo 4C Spider è quella, già abbastanza rigida, della coupé, ma qui viene proposta in versione evoluta (presto anche per il modello chiuso) e più pesante di otto chilogrammi, per ottemperare a crash test sempre più severi. Viste le poche modifiche fra le due versioni dell’Alfa Romeo 4C, si fatica a capire il significativo aumento di prezzo: dai 65.000 euro della coupé ai 75.000 della Spider (già ordinabile). A maggior ragione, considerando una dotazione di serie non ricca (solo due gli airbag, frontali, altri non sono previsti).
Pelle a go-go
L’interno dell’Alfa Romeo 4C Spider resta quello già noto: spartano come si addice a un’auto corsaiola e avaro di portaoggetti, dato il prezzo e la raffinatezza della meccanica meriterebbe però meno elementi (come le manopole del climatizzatore) ripresi dalla più economica produzione Fiat, oltre a palette al volante per il cambio a doppia frizione (l’unico previsto) più grandi e magari non di plastica, ma di alluminio. Lo spazio, per due, è più che sufficiente: i sottili sedili sono comodi, mentre il volante di piccolo diametro e la pedaliera in alluminio incernierata nel pavimento favoriscono la riuscita posizione di guida. Ok anche la strumentazione concentrata nell’avveniristico cruscotto digitale: anche se affollata, è completa e di facile lettura. Sono previsti nuovi optional (anche per la coupé), con prezzi non ancora ufficializzati, fra cui il rivestimento in pelle per la plancia e le porte, oltre a particolari in fibra di carbonio, come le bocchette per l’aria e la plancetta fra i sedili per i tasti del cambio a doppia frizione.
Divertimento puro
Dotata di pneumatici maggiorati (205/40 R 18 all’avantreno e 235/35 R 19 al retrotreno, che costano da 1.400 euro) e di assetto sportivo (1.250 euro) e scarico corsaiolo (700 euro), l’Alfa Romeo 4C Spider del test elargisce generosamente sensazioni di guida uniche, straordinariamente dirette e senza nemmeno il filtro della servoassistenza per il volante (non è prevista). Fulminea e neutra nell’inserirsi nelle curve, ben bilanciata e dotata di freni potentissimi (eccellente la modulabilità del pedale), questa scoperta raggiunge velocità notevoli in brevissimo tempo e con relativa facilità. Specie nella modalità Dynamic del manettino DNA (comune a tutte le Alfa), il 1750 turbo da 241 CV (lo stesso della coupé) spinge con grinta, assecondato dal rapido cambio robotizzato a doppia frizione.
Al limite, serve esperienza
Alle conosciute tre modalità del sistema Dna, quello dell’Alfa Romeo 4C ne aggiunge una quarta: la Race. Disabilita gli aiuti alla guida (come l’Esp): per sfruttarla a fondo, servono esperienza e… una pista. Del resto, anche se nelle altre funzioni del Dna e nell’uso stradale l’Alfa Romeo 4C Spider è guidabilissima e già molto veloce, anche tenendosi lontani dai suoi limiti di tenuta di strada, a chi si mette al volante è richiesto un po’ di mestiere: sia per la reattività del mezzo sia, come detto, per lo sterzo non servoassistito. Il comando assai sensibile va tenuto ben saldo, anche perché non “ritorna” nelle svolte e l’auto tende a copiare le imperfezioni della strada, provocando qualche scarto dalla traiettoria. Sensazioni, diciamo, un po’ d’altri tempi, che aggiungono gusto alla guida, ma a cui non tutti possono essere preparati (forse, non sarebbe male proporre come optional il servosterzo). Pur se secondario per un bolide così, il comfort non è male. Certo, l’auto è rumorosa (lo scarico sportivo emette autentici ululati in accelerazione e ringhia nelle scalate), ma non insopportabilmente rigida sulle buche. Stando al computer di bordo, i consumi risentono parecchio dello stile di guida: ad andature non troppo sportive, comunque, secondo il computer di bordo non è difficile restare nei 10 km/l di media.
Secondo noi
Pregi
> Emozioni. Questa belva ne dispensa con generosità.
> Freni. Sono potenti e ben modulabili.
> Prestazioni. Si va “davvero forte”.
Difetti
> Finiture. Sono un po’ sottotono.
> Prezzo. Va bene che è un prodotto esclusivo, ma ci sembra comunque elevato.
> Sterzo. Va maneggiato con attenzione.