Non perde in gradevolezza
La
BMW 420d Cabrio è una nuova rappresentante della famiglia delle “scoperte” dotate, invece che di una tradizionale capote in tela, di un tetto metallico ripiegabile, la cui apertura (o chiusura) richiede solo 20 secondi ed è totalmente elettrica. Contrariamente alla maggior parte delle vetture che condividono questo genere di soluzione, solitamente caratterizzate da una parte posteriore piuttosto alta e massiccia, in questa tedesca le forme rimangono eleganti e filanti: la coda bassa si integra armonicamente con gli altri elementi e dona slancio all’insieme. A tetto aperto, il profilo della macchina non è “spezzato” dai roll-bar di sicurezza, completamente a scomparsa dietro i poggiatesta posteriori (in caso di necessità, fuoriescono automaticamente in meno di 200 millisecondi). A tetto chiuso, la linea riprende sostanzialmente quella della versione Coupé, da cui la Cabrio deriva.
In quattro si sta comodi
A bordo si ritrova la classica posizione di guida BMW, bassa ma comoda e facilmente adattabile, grazie alle ampie regolazioni. Certo, per accedere ai posti dietro serve una certa agilità (l’auto è alta solo 138 cm). Ma, una volta seduti, non si hanno le “ginocchia in bocca” come su molte rivali: i centimetri non mancano in nessuna direzione, e la seduta non è troppo infossata. Il finestrino piccolo, però, da molti potrebbe essere giudicato come un po’ opprimente. Quando si viaggia scoperti, rinunciando a utilizzare i posti dietro si può montare il pratico frangivento, disponibile a richiesta, che quando non è in uso trova alloggio in un vano specifico, dietro lo schienale posteriore: una “chicca” che mancava sulla precedente Serie 3 Cabrio. Notevole la qualità delle finiture, anche se chi volesse quel tocco di lusso in più si dovrà rassegnare a staccare un assegno corposo: i rivestimenti in pelle costano da 1.920 euro in su. La plancia, identica a quella della Serie 3 berlina, è razionale, con i comandi disposti ordinatamente. Al centro c’è l’ampio schermo di 8,8” del sistema multimediale, che si comanda con la rotella e con i tasti fra i sedili. Accanto alla “centrale di comando”, la leva del freno a mano, arretrata e parzialmente nascosta dal bracciolo. La BMW Serie 4 Cabrio si fa apprezzare anche per la capacità del baule (da 220 a 370 litri, a seconda che la vettura sia aperta o chiusa), maggiore di 20 litri rispetto a quello della Serie 3 Cabrio. Inoltre, è possibile (a pagamento) avere lo schienale frazionabile in tre parti. Peccato, però, che nell’abitacolo tasche e vani non abbondino: si fatica a trovare dove appoggiare il cellulare, il portafogli o gli occhiali da sole.
Comoda e sportiva allo stesso tempo
La versione che abbiamo guidato ha sotto il cofano il 2.0 turbodiesel da 184 CV: piuttosto “sonoro” (specie a freddo) a vettura scoperta, si fa invece sentire poco quando l’auto è chiusa. Anche in velocità, l’isolamento acustico è notevole: l’applicazione di un rivestimento fonoassorbente al tetto retrattile ha permesso una riduzione della rumorosità fino a 2 dB rispetto al modello precedente. Pur essendo la meno potente (ci sono anche due varianti a benzina, da 245 e 306 CV), la Serie 4 provata, equipaggiata con il cambio automatico a 8 marce (a richiesta, da 2.320 euro), sfodera prestazioni più che adeguate, e che anzi consentono di togliersi qualche soddisfazione nella guida: gli 8,2 secondi promessi per coprire lo “0-100” ci sono sembrati realistici, e non abbiamo ragione di dubitare dei 228 km/h di velocità massima (235 km/h per la versione con cambio manuale a 6 marce). Nonostante la buona vivacità, i consumi indicati a fine test dal computer di bordo non sono risultati alti: 15 km/l. Ma questa cabrio si fa apprezzare pure nei percorsi tortuosi: ben bilanciata e con un’ottima tenuta di strada, ha uno sterzo piuttosto diretto, e la trasmissione automatica a otto marce ha risposte rapide, quasi brusche nella modalità di guida “Sport+” del sistema EcoPro (i tasti per attivarlo si trovano alla sinistra del cambio). Se, invece, si desidera viaggiare tranquilli, la BMW 420d Coupé Sport sa essere docile selezionando la modalità Comfort: la risposta al pedale del gas diviene meno reattiva e le cambiate vengono addolcite. La versione Sport che abbiamo provato aveva il “clima” automatico bizona, i fari bixeno, il cruise control e i cerchi in lega di 18”; considerando, però, la categoria e il prezzo della vettura, anche i sensori di parcheggio posteriori (da 1.500 euro, nel pacchetto Interior Comfort Pack) avrebbero dovuto essere compresi nel prezzo.
Secondo noi
PREGI
> Cambio automatico. Rapido negli innesti e privo di indecisioni.
> Guida. L’auto è molto maneggevole ma anche stabile quando si viaggia ad alta velocità.
> Motore. Pronto, vigoroso ai bassi regimi e ben insonorizzato. Inoltre, beve poco.
DIFETTI
> Freno a mano. “Classico”, a leva, e per giunta in una posizione non ben raggiungibile.
> Portaoggetti. Pochi, e scarsamente capienti, tasche e cassetti.
> Prezzo. La vettura costa cara, e la dotazione va integrata.