Sportiva nell’anima
A partire dal 2004, la Cadillac ha affiancato alla sua gamma di modelli di serie una linea di varianti (contraddistinte dalla “V” a chiusura della sigla) che ne rappresentano l’evoluzione in termini prestazionali, grazie all’adozione di propulsori di alta potenza e allo sviluppo di assetti in grado di rendere quelle potenze dominabili sia su strada, sia in pista. In realtà, la “cavalleria” non ha mai fatto difetto alle vetture del marchio americano, senza eccezione per i lussuosi modelli degli anni 50: significativo, al proposito, il 10° posto assoluto conquistato alla 24 Ore di Le Mans del 1950 da una Coupé deVille praticamente di serie, con un distacco di soli 26 giri dalla poderosa sport Talbot-Lago di 4,5 litri vincitrice della gara (“testimone” raccolto, in tempi decisamente più recenti, dalla CTS-VR della seconda metà degli anni 2000). A dare il via alla serie è stata la STS-V, dotata di una versione sovralimentata del 4.6 V8 Northstar, seguita poi dalla più compatta CTS-V. Per il 2016, la Cadillac affianca alla ATS (che nella famiglia è il modello più compatto ed “europeo” nelle dimensioni, con i suoi 464 cm di lunghezza massima) la nuova
Cadillac ATS-V, decisamente più “americana” nella potenza (470 CV) erogata dal suo V6 3.6 litri biturbo. La vettura viene proposta in due versioni, Coupé e berlina (Sedan) che abbiamo guidato in questo test; dalla prima verrà derivata la versione VR che parteciperà al campionato GT3 Usa, sfidando GT “pure”, quindi più compatte e leggere, come le Ferrari e le McLaren.
Alta tecnologia
La Cadillac ATS-V Sedan è una classica berlina a quattro porte, con la carrozzeria resa filante nella metà posteriore dall’accentuata inclinazione del lunotto, e con una lunghezza appena inferiore ai 470 centimetri (in questa variante, per ragioni di aerodinamica la vettura è di 4,5 cm più lunga della ATS “normale”). Il look muscoloso è sottolineato dal frontale dalla forte personalità, a cui la griglia a nido d’ape e la leggera bombatura del cofano, con relativa presa d’aria, conferiscono la grinta che la potenza e la maggior “fame” di ossigeno del propulsore impongono. L’assetto abbassato, il passo molto ampio in relazione alla lunghezza totale e le ruote di 18 pollici, con pneumatici di sezione differenziata fra anteriore e posteriore, preannunciano che si tratta di una vettura di elevate prestazioni, ma la conferma viene dall’impianto frenante Brembo Corsa, con i dischi anteriori da 370 millimetri e relative pinze a sei pistoni che non solo sono una garanzia di sicurezza, ma fanno parte dell’immagine molto prestazionale e “specializzata” della nuova ATS-V. La trasmissione (la trazione è posteriore) comprende un differenziale autobloccante con frizione multidisco a gestione elettronica; il cambio è un automatico a otto marce, selezionabili con palette al volante. L’interno è molto elegante e raffinato nei materiali: i sedili anteriori (la pelle della selleria, di grana fine e delicata, deve venire dal Montana ed è abbinata a inserti scamosciati al centro, una vera sciccheria) offrono una configurazione anatomica molto accurata, con una somma di regolazioni che consentono il miglior rapporto con la vettura, visto che anche il volante dispone di regolazione in altezza e profondità. La plancia è elegante e funzionale, e la strumentazione è configurabile in relazione alla modalità di guida selezionata: Touring, Sport oppure Track, ognuna delle quali varia le risposte del motore, dello sterzo e delle sospensioni attive a modulazione magnetica. L’auto dispone anche di sistemi di assistenza elettronici alla sicurezza e offre un elevato livello di conessione internet grazie al sistema Cadillac CUE, che consente anche di localizzare l’auto in caso di furto o di incidente.
Progettazione sofisticata
I tecnici della casa americana hanno fatto un gran lavoro per incrementare la rigidità torsionale della vettura senza gravare sul suo peso finale, contenuto in 1700 kg tutto incluso. Molta attenzione è stata posta anche per conservare una corretta distribuzione dei pesi fra asse anteriore e asse posteriore, ottenendo una ripartizione quasi perfetta, pari a 51/49. L’aerodinamica della Cadillac ATS-V è stata curata nei minimi particolari: la griglia a nido d’ape non è costituita da semplici barrette, ma da elementi a profilo alare che permettono di inviare ai radiatori ed agli scambiatori di calore una portata d’aria superiore del 4-5%. Il propulsore è un 3.6 V6 con distribuzione bialbero, quattro valvole per cilindro, alimentazione a iniezione diretta e sovralimentazione biturbo con turbine in lega di titanio-alluminio (per ridurre pesi e tempi di risposta) e intercooler. La poderosa coppia massima, di oltre 600 Nm, è disponibile già a 3500 giri; il rapporto di compressione è di ben 10,2:1, a conferma di una efficienza termodinamica d’eccellenza che trova riscontro in un consumo medio omologato di 8,6 km/litro, un dato niente male vista la potenza di 470 CV.
Veloci, ma senza sacrifici
Durante la prova, sulle strade della Baviera, non abbiamo risparmiato niente alla vettura, utilizzando appieno le potenzialità del motore, con un consumo finale “letto” sul computer di bordo di poco più di 8 km/litro. Il comfort, anche nella guida sportiva, è garantito dalle nuove sospensioni Magnetic Ride Gen 3. La casa ha continuato ad affinare la loro risposta dinamica e il risultato di questo lavoro è perfettamente percepibile: la loro rapidità di adattamento allo stile di guida e alla qualità della superficie stradale è stata incrementata di un ulteriore 40 per cento, che si traduce in una modulazione quasi istantanea della funzione ammortizzante. Intervenendo sul comando che seleziona i tre livelli di risposta del complesso propulsore-autotelaio abbiamo notato significative variazioni della personalità della vettura: in effetti, su strada la Cadillac ATS-V ha svelato qualità molto pregevoli, anche ad andatura moderata. Di ottimo livello anche l’isolamento acustico, con una totale assenza di fruscii e di rombosità sia aerodinamiche che da rotolamento dei pneumatici. In velocità la ATS-V è molto stabile e lo sterzo “racconta” esattamente quello che sta succedendo alle ruote anteriori e a tutto l’assetto della vettura. Il cambio automatico-sequenziale a otto rapporti è molto preciso ed efficiente, rapido e fluido nella risposta ai comandi. L’assetto dell’autotelaio è solido, preciso e con minimo coricamento in curva, già nella modalità sport: nella guida “vera” il differenziale autobloccante lavora alla grande, consentendo di scaricare a terra tutta quella coppia anche su asfalto umido, e le eventuali reazioni al sovrasterzo sono sempre facilmente controllabili. Per chi voglia andare oltre, è disponibile un pacchetto aerodinamico che incrementa le doti di deportanza della vettura, per un ulteriore incremento di stabilità e sicurezza ad alta velocità: una proposta da non prendere sottogamba per una vettura per cui la Cadillac promette una velocità massima di 304 kmh e un tempo di 3,9 secondi nello “0-100”. Il propulsore ha mostrato una risposta in potenza poderosa già dai 2000 giri, con un bell’allungo fino a 6500 giri: poi arriva il limitatore, ma è una prudenza eccessiva perché questo V6 biturbo potrebbe girare in sicurezza fino a ben oltre i 7000. La funzionalità meccanica è straordinaria, su strada i sistemi di ausilio o salvaguardia elettronica hanno poche occasioni di entrare in funzione perché la meccanica (a partire dall’impianto frenante Brembo, semplicemente perfetto) è stata pensata per assicurare il massimo controllo di tutto ciò che accade.
Aggressiva anche nel prezzo
Un “gioiellone” made in Usa, insomma, in cui il piacere di guida convive con il comfort e l’accoglienza dell’abitacolo: anche se l’accesso ai posti dietro non è agevolato dall’andamento del tetto e dalle dimensioni delle porte, e anche la capacità del baule, inferiore ai 300 litri, non è adeguata a una berlina di queste dimensioni (e prezzo). Il profilo filante della carrozzeria della Cadillac ATS-V Sedan e l’inclinazione del lunotto, poi, non vanno a favore neppure della visibilità all’indietro in fase di manovra. In tema di cifre: i 73.200 euro del listino rappresentano una quotazione competitiva rispetto alle più classiche rivali di fabbricazione europea; rispetto alle quali, però, è da mettere in conto la possibilità di una maggiore svalutazione nel tempo dovuta all’odierna minore diffusione del marchio.
Secondo noi
Pregi
> Autotelaio. Nitido nella risposta allo sterzo, solido nella tenuta, stabilissimo in velocità, da vera berlina luxury-performance di classe assoluta.
> Prestazioni. Motore straordinario, elastico e potente oltre le aspettative.
> Prezzo. Competitivo in rapporto alla raffinatezza progettuale, alla qualità esecutiva, al potenziale prestazionale.
Difetti
> Accessibilità posteriore. La carrozzeria è da berlina, ma raggiungere i posti dietro non è molto agevole.
> Bagagliaio. 295 litri sono pochi per una berlina lunga quasi 470 centimetri.
> Visibilità. Quella posteriore è limitata dall’inclinazione del lunotto e dalla forma dei montanti del tetto.