Il giaguaro torna… rosso
Aggiornamento per la gamma
Jaguar XF: i cambiamenti sono limitati (funzioni aggiuntive per l'impianto multimediale e poco altro), e per riconoscere le vetture aggiornate occorre avere un occhio allenato. Lo stemma sul muso e quelli sui cerchi, infatti, ora hanno lo sfondo rosso anziché nero: un “vezzo” in passato riservato alle più sportive versioni R, ma anche un legame con il marchio usato fino alla metà del secolo scorso. La grintosa e affascinante linea, aggiornata nel 2011, non è stata invece toccata. La vera novità è nascosta: una versione depotenziata del 2.2 turbodiesel, che passa da 200 a 163 cavalli. Scegliendola nell'allestimento LE (Limited Edition), che ha di serie anche i cerchi di 18'', il vivavoce Bluetooth e i sensori di parcheggio posteriori, questa XF meno potente permette un risparmio-record di ben 7.390 euro: ma è disponibile per tutta l'Italia in appena 40 esemplari, e tutti di colore bianco.
Il risparmio ”vero” è di 3.530 euro
Le “normali” versioni Eco, invece, a parità di dotazione con le 2.2 D più potenti, dimezzano il risparmio (costano “solo” 3.530 euro di meno), ma naturalmente non sono in edizione limitata e si possono scegliere in tutti i colori previsti dal loro listino. Anche per queste, poi, saranno disponibili i nuovi pacchetti di optional British (“segnalati” da bandierine inglesi sul portellone e sui tappi coprivalvola dei pneumatici): per circa 4.000 euro in più, rendono possibile aggiungere alla vettura il navigatore (che, da solo, costerebbe 2.540 euro), i sensori di parcheggio anteriori e posteriori, i cerchi di 18'', il vivavoce Bluetooth e l'accesso e l'avviamento senza chiave. Certo, la vettura così si completa, ma il risparmio puro e semplice se ne va…
Ormai è un classico
Le novità non hanno interessato l'interno di questa Jaguar XF, che conserva la sua miscela di linee essenziali, materiali pregiati (che, però, in alcuni punti “fanno a pugni” con plastiche poco gradevoli e finiture poco curate) e impostazione classica. Escludendo infatti il pomello circolare del cambio che si solleva dal tunnel e le squadrate bocchette d'aerazione che ruotano all'avviamento, l'abitacolo è molto convenzionale: una fascia orizzontale d’alluminio e legno che attraversa la plancia, interrotta da uno schermo multifunzione piccolo (7 pollici) e non molto definito, mentre nella consolle centrale sono raggruppati pochi e grandi pulsanti. Tutti i comandi si trovano al primo colpo, ma ci sono rivali più moderne nell'impatto visivo. I sedili, a regolazione elettrica al pari del volante, sono ampi e comodi, mentre sul divano manca un po' d'aria sopra la testa, il posto centrale ha la seduta un po' sporgente e c'è da “litigare” con l'alto tunnel sul pavimento.
Piccole modifiche meccaniche
La riduzione della potenza è stata ottenuta grazie a una nuova mappatura della centralina; ma, rispetto alla versione più potente, il 2.2 D da 163 CV monta anche una valvola Egr (riporta nella camera di combustione una parte dei gas di scarico, per abbassare le emissioni) di maggiori dimensioni. I dati ufficiali di questa Jaguar XF parlano anche di una riduzione della coppia massima da 450 a 400 Nm, sempre a 2000 giri, e dei consumi: da 19,6 a 20,4 km/l (che però, con i cerchi di 18'', peggiorano a 19,2). Sulla carta, anche le prestazioni scendono (lo scatto dichiarato passa da 8,5 a 10, 5 secondi e la velocità di punta da 225 a 209 km/h): ma, nella guida di tutti i giorni, accorgersene è difficile.
Ha la potenza che serve
Grazie anche alla rapidità del fluido cambio automatico a otto marce (selezionabili anche mediante palette dietro il volante), il motore ha sempre il giusto tiro e fa riprendere velocità senza incertezze: solo nei sorpassi più “arrembanti”, per completare l’operazione in tempi rapidi occorre “pestare” con decisione sull’acceleratore, e ciò porta spesso a una repentina scalata automatica che viene a intaccare l'altrimenti elevato comfort di marcia. Nella Jaguar XF, infatti, la rumorosità è contenuta e l'assorbimento delle sospensioni valido, mentre il sistema Stop&Start spegne e riavvia il quattro cilindri senza scuotimenti. Apprezzabile anche la precisione dello sterzo, non molto diretto ma correttamente servoassistito.
Secondo noi
PREGI
> Materiali. Pelle genuina, autentico legno e vero alluminio sono sparsi a profusione nell'abitacolo.
> Motore. Su strada la sensibile riduzione di potenza si nota poco: è silenzioso e ha un buon brio.
> Personalità. La linea è immutata dal 2011, ma non è invecchiata: è una sapiente miscela di classe e sportività.
DIFETTI
> Allestimenti. Fatta eccezione per le LE (solo 40 esemplari disponibili), il 2.2 D da 163 CV è disponibile con un unico allestimento, benché non povero.
> Dettagli. Stonano lo schermo piccolo e poco definito nella plancia, qualche plastica “povera” e alcune lavorazioni non molto curate.
> Stile interno. Escludendo le bocchette d'aerazione e il pomello del cambio motorizzati, tutto il resto è molto convenzionale, in alcuni casi quasi “vecchio”.
Ultimo aggiornamento il 13 novembre alle ore 16:30