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Auto più vendute in Italia: -4,9% le immatricolazioni a dicembre 2024

Pubblicato 02 gennaio 2025

Anche nell’ultimo mese dell’anno prosegue il calo delle immatricolazioni in Italia, con 105.715 unità. Negativo anche il cumulato dei 12 mesi, con un -0,5%.

Auto più vendute in Italia: -4,9% le immatricolazioni a dicembre 2024

2024 IN LEGGERO CALO - Il mercato italiano delle auto nuove conferma l’andamento degli ultimi mesi. Anche a dicembre 2024 e nonostante i due giorni lavorativi in più è stato registrato un -4,9%, con 105.715 vetture immatricolate, rispetto alle 111.201 unità dello stesso mese del 2023. Negativo anche il cumulato dei 12 mesi gennaio-dicembre 2024, con una flessione dello 0,5% e 1.558.704 targhe, rispetto alle 1.566.521 unità del 2023.

LE TIPOLOGIE DI CLIENTI - I privati, nonostante un lieve calo in volume, mantengono il loro ruolo dominante, con una quota del 59,7% a dicembre e del 58% nel cumulato dei primi 12 mesi (+2,5%). Le autoimmatricolazioni dei concessionari perdono terreno, attestandosi all’11% del mercato mensile e all’11,3% nell’anno (+1,1%). In netto calo il noleggio a lungo termine, che chiude dicembre al 19,3% di share (-2,3%) e il cumulato al 19,9% (-4,4 %). Il noleggio a breve termine chiude al 5% nel 2024, in crescita rispetto al 4% dell’anno precedente.

LE TIPOLOGIE DI CLIENTI - Per quanto riguarda le tipologie di alimentazione, le ibride si posizionano in testa con il 40,7% a dicembre (+4,7%) e il 40,2% nell’anno, con le full hybrid che salgono al 11,8%, mentre le mild hybrid chiudono il 2024 al 28,4%. Seconda posizione per le vetture a benzina, che chiudono il mese di dicembre con un calo dell’1,9% e un 28,1% di share; mentre nel 2024 la quota sale al 29%, registrando una crescita sia in volume che in quota. Le diesel cedono altri 2,5 punti attestandosi al 13,1% di quota: nel 2024 la percentuale complessiva retrocede al 13,9%, con un calo del 3,9%. Mentre le auto Gpl guadagnano 0,3 punti, fermandosi al 9,2% nel mese e al 9,4% nel cumulato (+0,3%). Le elettriche chiudono il mese al 5,5%, in lieve aumento rispetto al 5,3% di novembre, e il 2024 al 4,2% di quota, la medesima del 2023. Le ibride plug-in nei dodici mesi scendono al 3,3%, inferiore rispetto al 4,4% di un anno fa.

LE TIPOLOGIE DI AUTO - Per quanto riguarda le tipologie di carrozzeria, nell’intero 2024 si è registrata una flessione delle berline del segmento A, a fronte di una crescita delle, rispettivamente al 9,7% e 2,2% di quota. Cresce il segmento B, quello delle utilitarie, con le berline al 20,7% e le suv al 28,0%. Nel segmento C, quello delle medie, scendono sia le berline, che si attestano al 4,6%, che le suv, al 19,4%. Le berline del segmento D confermano la loro stabilità attestandosi all’1%, mentre le si posizionano al 6,2% del totale. Nell’alto di gamma le berline e le suv, si attestano rispettivamente allo 0,2% e all’1,6% di quota. Le station wagon rappresentano il 3,5% del mercato, le multispazio il 2,1% e le sportive lo 0,7%.

I COSTRUTTORI - Dall’analisi dei costruttori, Stellantis conferma la sua leadership, seppure con un calo del 18,10% rispetto al 2023. Le immatricolazioni si attestano a quota 24.574, contro le 30.004 di dicembre ‘23. Nel mese, bene l’andamento di Alfa Romeo, con 1.993 targhe, in crescita del 31,81%, DS con 480 auto (+51,90%), Jeep con 4.039 targhe (+2,77%) e Opel, con 2.484 vetture (+16,67%). Brusco calo di Lancia e Fiat, rispettivamente del 78,84 e del 41,15%. Secondo posto per il Gruppo Volkswagen, con 19.253 targhe in calo del 7,26%; bene Skoda con 3.330 auto e un +39,80%. Terzo posto per il Gruppo Renault, con una crescita del 5,35% rispetto allo stesso mese del precedente anno, e 13.026 auto, con Dacia che conferma la sua crescita (+61%. Bene anche il Gruppo Toyota, con 9.766 vetture (+30,81%), con il marchio Toyota che si conferma al primo posto in assoluto in Italia, grazie a 9.289 autovetture.

LE AUTO PIÙ VENDUTE IN ITALIA NEL 2024

  MARCA MODELLO GEN-DIC 2024
1 FIAT PANDA 99.871
2 DACIA SANDERO 60.380
3 JEEP AVENGER 41.184
4 CITROËN C3 38.591
5 TOYOTA YARIS CROSS 36.942
6 RENAULT CLIO 35.809
7 PEUGEOT 208 32.488
8 TOYOTA YARIS 32.294
9 LANCIA YPSILON 32.167
10 RENAULT CAPTUR 31.901
11 VOLKSWAGEN T-ROC 30.496
12 DACIA DUSTER 28.429
13 FORD PUMA 28.229
14 MG ZS 27.670
15 OPEL CORSA 26.848
16 VOLKSWAGEN T-CROSS 24.234
17 PEUGEOT 2008 23.329
18 KIA SPORTAGE 22.504
19 TOYOTA AYGO X 21.282
20 BMW X1 20.530
21 VOLKSWAGEN TIGUAN 20.293
22 NISSAN QASHQAI 18.369
23 AUDI Q3 17.258
24 FIAT 500 17.138
25 TOYOTA C-HR 16.399
26 HYUNDAI I10 15.750
27 JEEP COMPASS 14.501
28 ALFA ROMEO TONALE 14.121
29 MERCEDES GLA 13.753
30 JEEP RENEGADE 13.510
31 VOLKSWAGEN GOLF 13.491
32 VOLKSWAGEN POLO 13.186
33 FORD KUGA 13.108
34 KIA PICANTO 12.436
35 NISSAN JUKE 12.308
36 HYUNDAI TUCSON 11.920
37 AUDI A3 11.773
38 FORD FOCUS 11.662
39 PEUGEOT 3008 11.313
40 FIAT 500X 11.278
41 SUZUKI VITARA 10.938
42 HYUNDAI I20 10.556
43 SUZUKI SWIFT 10.321
44 CUPRA FORMENTOR 10.309
45 SKODA FABIA 10.022
46 SUZUKI IGNIS 9.757
47 VOLKSWAGEN TAIGO 9.660
48 DR DR 5.0 9.589
49 SKODA KAMIQ 9.588
50 VOLVO XC40 9.349


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Ritratto di Tistiro
2 gennaio 2025 - 21:00
Mercato stabile. Golf e polo dopo il 30.
Ritratto di RaptorF22Stradale
2 gennaio 2025 - 21:06
1
Effetto CUBA in pieno svolgimento , vedo macchine da rottamare in giro , tipo fiat 600 del 1995 con portiere di un altro colore tutte abbozzate e vernice scrostata con i cerchi in ferro .
Ritratto di v458
2 gennaio 2025 - 23:48
Da rottamare no, però è vero. Ho notato anche io che in giro ci sono sempre più auto usate vecchie e meno auto nuove rispetto al passato.
Ritratto di Tistiro
3 gennaio 2025 - 07:42
Piu auto usate e con targa nuova direi. Una volta erano casi rari, ora ne vedo una moltitudine. C'è fame di usato che va importato
Ritratto di lovedrive
3 gennaio 2025 - 14:46
ma sembra che da giugno ci sia una nuova legge per la targa nuova. e alla revisione ti obbligano a fare una targa nuova. da noi già visti diversi.
Ritratto di Fortesque
3 gennaio 2025 - 15:21
Difficile che tu veda una 600 del 1995 visto che è stata presentata nel 1998…vero però che di seicento ne girano ancora e funzionano bene per quello che devono fare. A mio suocero 4 anni fa gliel’hanno pure supervalutata visto che il conce aveva richieste per quella scatoletta e quando l’hanno ritirata era già venduta.
Ritratto di giocchan
3 gennaio 2025 - 01:00
Mercato stabile in un'annata dove ci sono stati incentivi per quasi un miliardo di euro... Che succederà nel 2025, senza gli incentivi? -10%? -15%?
Ritratto di forfEit
3 gennaio 2025 - 05:50
Io "in generale" (intendendo per una bella fetta di quel 96% di quota mercato) ne farei più un fatto di prezzi in ascesa imperante (sì ok, poi, più cose sull'auto; ma per tanti di davvero poco interesse, o magari più d'intralcio). Gli incentivi al più spingevano le bev (e phev?) per come visti ultimamente. *Poi ovvio che se tipo anche sulle mhev arrivassero a tipo 10k di incentivo => muoverebbe pure in tal caso...
Ritratto di Tistiro
3 gennaio 2025 - 07:43
Gli incentivi c erano anche nel 23
Ritratto di Beppe_90
2 gennaio 2025 - 21:19
Da segnalare avenger.. nonostante ha pessimi motori peggio , finti 4x4 è un prezzo non proprio basso vende.. perché? Perché esteriormente e ben riuscita…. Avesse avuto i motori multijet è un vero 4x4 in Italia eliminando l’inutile e costosa elettrica avrebbe fatto una marea di vendite.. ma abbiamo il pianeta da salvare e la co2… peccato
Ritratto di Trattoretto
2 gennaio 2025 - 21:41
Pessimi non direi visto che monta l'ultima versione di motori stra modificati nel corso degli anni, tanti anni ormai, per risolvere i difetti di progettazione originari. Motori che con la catena sono esenti da difetti, a meno di non fare i tagliandi dai mioguggino.
Ritratto di Tistiro
2 gennaio 2025 - 21:51
Stra rattoppati
Ritratto di Gordo88
2 gennaio 2025 - 23:15
1
Ne parliamo tra qualche anno fiattaro che le magagne mica escono subito..
Ritratto di giocchan
3 gennaio 2025 - 01:01
Io aspetto 3-4 anni prima di comprare una "novità Stellantis"... fidarsi è bene, ma visti i precedenti...
Ritratto di Beppe_90
3 gennaio 2025 - 21:42
??? Non ho capito gordo a chi è riferito il tuo commento… dato che trattoretto dice che i motori peggio sono ottimi e quindi non è un fiattaro
Ritratto di Gordo88
4 gennaio 2025 - 10:00
1
Trattoretto è il classico fiattaro che ora difende la causa stellantis a spada tratta
Ritratto di Beppe_90
3 gennaio 2025 - 21:40
Trattoretto mi sa che in testa hai molta confusione di cosa sia veramente un vero motore affidabile..
Ritratto di ilariovs
2 gennaio 2025 - 22:09
E si, Toyota e Volvo sono i marchi che piú sono cresciuti in Italia ed Europa credo, nel 2024. Grazie ai Multijet quelli dell'11% di quota. L'altro 89% invece non lo contiamo.
Ritratto di forfEit
3 gennaio 2025 - 06:07
Partenza dell'anno mi sa che con le cifre ti stia andando davvero male più che mai :))))) Volvo in italia ha fatto meno di +14% anno su anno (all'incirca come Skoda, ossia quelli che la Superb presentata nel 2024 ha ancora il TDI nudo e crudo...). Ha fatto già meglio BMW con oltre il 17%. Evito poi di citare marchi che hanno avuto incrementi persino a tripla cifra qui, che già esserti "saltato" l'oltre +30% fatto dalla "stessa" MG; ahiahiahi... :)
Ritratto di ilariovs
3 gennaio 2025 - 06:52
Io non so dove prendi i dati. Ma sul sito UNRAE che è pubblico ci sono e purtroppo dice che al diesel è andata malissimo e con lei tutti quelli che ci hanno puntato: gruppo VW +0,4% nel 2024, gruppo Daimler Mercedes -3,6%, gruppo BMW +5,13. Vediamo invece chi lo ha salutato: gruppo Toyota +25,91%, Volvo +13,73%. Speriamo anche il 2025 vada bene al diesel come il 2024, io glielo auguro sinceramente ahahahahahah proprio allo stesso modo. Cosí arriva al 9% in Europa e sotto il 12 in Italia. E che continui cosí a "premiare" chi ci ha puntato. A me sta benissimo.
Ritratto di forfEit
3 gennaio 2025 - 07:06
Esattamente dove li hai presi tu: bastava che andassi a verificare i miei di dati invece che andare a prenderne altri che con la "nostra" discussione non c'entrano nulla. I miei dati sono TUTTI buoni anzi insindacabili 100%, ossia: è vero che Volvo ha fatto come Skoda qui in Italia l'ultimo anno (attorno al +14%). E' vero che Bmw ha fatto meglio, e Bmw va preso come marchio esattamente come Volvo tu in partenza lo hai preso come marchio mica come gruppo a cui appartiene (altrimenti Polestar fa tipo -60%, eheh...) . E' vero poi pure quel che ho detto che Mg (marchio) ha fatto oltre il 30$ meglio. Ed è vero che alcuni marchi hanno avuto aumenti a 3 cifre. Se poi io ti do questi dati per farti presente che NON è assolutamente vero quanto tu affermavi che Volvo fosse fra i migliori in crescita % qui da noi l'anno appena concluso, e tu ti metti a tirhare invece in ballo tutt'altri fatti tipo come vanno le vendite delle diesel a Pechino, o se i fari led Mercedes fanno più luce di quelli Audi; beh, è ovvio che non intenderai mai dove fosse la mia obiezione e quanto fosse precisa (nonostante ci stavi pure in quella pagina per verificare tutto tranquillamente e in un attimo) ;/
Ritratto di forfEit
3 gennaio 2025 - 07:13
Volvo fra i migliore nella tua accezione era "Toyota e Volvo" quelli con la maggior crescita %; cosa che non è
Ritratto di ilariovs
3 gennaio 2025 - 08:16
Invece quei dati dicono esattamente quello che volevo dire ossia che Toyota e Volvo sono i fenomeni dell'anno e NON hanno il diesel in gamma PER SCELTA. Invece di crollare sono aumentati e di parecchio e NON ho citato MG (che confermerebbe la cosa, ossia che il diesel è una iattura) perchè a livello EU non ha fatto numeroni tipo +7%. Invece Toyota e Volvo replicano questo andazzo addirittura a livello EU come replicano l'andazzo il gruppo VW e Mercedes che grazie al diesel o perdono o restano inchiodati alla quota dell'anno precedente. Una eccezzione alla iattura del diesel è BMW. Chissà quanto sarebbe cresciuta se se ne sarebbe liberata.
Ritratto di forfEit
3 gennaio 2025 - 08:39
Al limite Volvo si può essere d'accordo (anche se, ripeto, fa meglio Bmw alla fine), ma che qualcuno in piena era "corri-corri verso l'ibrido" potesse avere idea che a Toyota dovessero andar male le cose in questo periodo => bah, ho molti dubbi fosse l'opinione di qualcuno... Questo per quanto riguarda Qui. Poi in termini continentali non saprei più di tanto visto che avere l'idea di come e perché le vendite vadano nelle varie nazioni è per lo più un mistero spesso: vedasi ad esempio ora cosa solo sarà possibile comprare in Norvegia, e non mi risulta difficile pensare che lì Volvo a prescindere sia in voga come marchio; quindi a una certa pure la Panda compare in Top EU, eppure la vendono solo in Italia (quindi al Francese medio o allo Spagnolo medio che gli dice e importa della Panda in Top EU?)...
Ritratto di ilariovs
3 gennaio 2025 - 10:09
BMW se lo sogna di fare meglio di Volvo. BMW raccoglie un +5,3% nel 2024. Che è un numero e per un marchio che ha il diesel (da vedere poi se li ha fatti coi diesel quei numeri). Volvo fa +13,73%. Ergo si conferma la iattura del diesel. Toyota lo ha abbandonato ne 2019 il diesel e svetta come primo produttore mondiale.
Ritratto di forfEit
3 gennaio 2025 - 10:29
Quella è Mini* che porta giù. Bmw (marchio) fa come risultato che dico io come marchio ossia meglio di Volvo (marchio). *Poi Quello che fanno Bmw Gruppo e Saic Gruppo è tutto un altro fatto, ed in tal caso se tu avessi voluto far riferimento ai Gruppi avresti dovuto parlare appunto di cosa faccia Saic in ITA/EU e non Volvo datosi che NON ESISTE alcun Volvo Group... Easy. Le parole hanno un significato che va oltre il provare a metterci le pezze a proprio vantaggio :)
Ritratto di forfEit
3 gennaio 2025 - 10:31
Ops Geely Group. M'è venuto Saic come refuso della mia invece preferita MG (che infatti qui fa +30%, dicevo; avendo centrato il proporsi con auto dal prezzo low cost)
Ritratto di ilariovs
3 gennaio 2025 - 14:53
E che vuoi da me? Se mini faceva aumentare le vendite lo conteggiavamo visto che le fa calare lo scopriamo? Quando lo vende BMW non lo contiamo piú ma oggi c'è. Aggiungo che nel Gen-Nov 24 BMW group in EU +0,3%, Mercedes group -3,1%, VW +2,9%. Toyota group +16,6%, Volvo Cars +31,8%. Credo che siamo alla dimostrazione plastica ed incontestabile che il diesel è una iattura come motorizzazione, puntarci vuoldire essere pronti a perdere quote. E ho preso EU, non EU + UK + EFTA che li credo che era ancora leggermente peggio. Altro che pezza. La pezza serve sugli occhi per non vedere i numeri.
Ritratto di ilariovs
3 gennaio 2025 - 14:55
No. EU + UK + EFTA è leggermente meglio per i tre marchi e Toyota fa "solo" +12,4, Volvo +31,2. Ma la sostanza non cambia.
Ritratto di forfEit
3 gennaio 2025 - 15:26
Non hai capito, nel gruppo Bmw è Mini (che eccetto forse una motorizzazione della Countryman ha dismesso i diesel per buttarsi appesce sulle elettriche) ad andare sotto, mentre Bmw marchio (che i diesel ancora li ha a iosa) nell'ultimo meso qui ha fatto persino meglio di Volvo in termini di trend... Più chiaro di così non so come (provare a) spiegartelo
Ritratto di forfEit
3 gennaio 2025 - 15:28
Puoi controllare anche da te www.alvolante.it/marca/mini se sei convinto che la gamma Mini sia tutta poggiante sul diesel e non invece molto orientata verso l'elettrico. Eh... (Sorry) :)))))))))
Ritratto di forfEit
3 gennaio 2025 - 11:02
** Poi non sto dicendo che Volvo stia facendo male; anzi, considerando come erano state le cose per molti anni pare che abbiano imboccato decisamente un percorso più virtuoso in termini di vendite (quando, rapportando ai tempi addietro di un po' di anni fa i trend di Volvo e Bmw, la prima potrebbe certamente ritenersi più soddisfatta)
Ritratto di Beppe_90
3 gennaio 2025 - 21:50
Come sei sveglio ilario… è normale i motori multijet lo stanno togliendo… e poi io sto parlando del marchio jeep cosa c’entra volvo Toyota Europa cassi e mazzi.. cioè da una mia semplice affermazione sei passato a tutt’altro.. sto parlando dell’Italia MERCATO ITALIANO DOVE SE CONTINUASSERO A PRODURRE DIESEL DA NUOVO RITORNEREBBE AD ESSER IN CIMA ALLE CLASSIFICHE… (che poi io preferisco benzina ma solo analizzare le cose!) se invece produci questi frullini questi ti tocca comprare! Difficile da capirlo!?? Siamo nel 2025 e mi tocca parlare sempre con gente addormentata
Ritratto di ilariovs
4 gennaio 2025 - 06:30
Il mercato italiano è terziario per non dire quaternario per una multinazionale che vende milioni di auto l'anno in tutto il mondo. Basta dire che hanno messo la Tipo a 18000€ TD ed ha venduto MENO di Model 3/Y che costa piú del doppio ed è elettrica. La Clio DCi è rimasta nei concessionari surclassata dalla versione GPL. Non manca l'offerta, manca la domanda di diesel e nel 2025 ne vedrai ancora meno perchè il mercato ha lasciato nelle concessionarie i diesel e ha comprato gli ibridi Toyota e di Volvo evidentemente. Per questo non vedrai il diesel, perchè il diesel si è confinato una fascia di grandi viaggiatori che compra macchine costose. Il pueblo che vuole risparmiare compra GPL
Ritratto di giocchan
3 gennaio 2025 - 01:14
Avenger è praticamente diventata la nuova Golf, l'auto che ti compri "perchè non sei un pezzente"... come Stellantis ci sia riuscita, non ne ho idea... (potere del marketing?)
Ritratto di forfEit
3 gennaio 2025 - 06:08
Una volta ci si comprava tipo le Mini...
Ritratto di Tistiro
3 gennaio 2025 - 07:33
Avenger is the new golf.... eh in effetti i seg b rialzati prendono il posto dei seg c, ed in effetti ha linee pulite come le ha sempre avute golf. Ma la golf si prendeva anche perché non sai cosa prendere, prendo l'auto, das auto, la media per eccellenza non appariscente ma nemmeno anonima, spaziosa ma non ingombrante, morigerata ma non povera, e soprattutto affidabile. Affidabilità che l avenger credo possa solo sognarla. A parte questo, il resto ci sta tutto.
Ritratto di probus78
3 gennaio 2025 - 07:46
Avenger viene presa dall' italiano medio per poter dire al bar di essersi fatto una Jeep. Perché disilluderlo ? La gente deve essere felice.
Ritratto di giocchan
3 gennaio 2025 - 15:36
Vero... Jeep ha quest'aurea di "sono uno spirito libero, mi dò all'avventura", come se tutti quelli che comprassero Avenger lo facessero per andare a fare fuoristrada nella savana. Stellantis è stata brava, non c'è che dire (anche se, va detto, è una roba che funziona soprattutto dalle nostre parti... Jeep nel resto del mondo è un marchio decaduto - negli USA è sinonimo di scarsa qualità/affidabilità, in Cina Jeep ha dichiarato bancarotta) www.alvolante.it/news/joint-venture-cinese-della-jeep-dichiara-bancarotta-380371
Ritratto di ilariovs
2 gennaio 2025 - 22:07
Almeno la corsa dei prezzi cosí si fermerà. Non era possibile continuare a vedere segni piú coi prezzi in continua salita. Nel 2024 siamo a 30.000 € di prezzo medio. Alla faccia delle elettriche per ricchi. Se il mercato continuava a salire al 2030 eravamo a 35000€ di media. Bisogna dare un taglio a sta roba o non se ne viene a capo.
Ritratto di giocchan
3 gennaio 2025 - 01:02
I prezzi italiani sono giocoforza allineati a quelli europei.... ciò che succederà è che vedremo sempre più segmento A/B in giro...
Ritratto di forfEit
3 gennaio 2025 - 06:11
Tutto quadra (a loro) : sono riusciti (coi prezzi attuali) a far addivenire redditizio segmenti dai quali si volevano i più distaccare perché poco redditizi. Yeah! :) *Senza mai dimenticare "qui" l'appoggio indiscriminato di quelli che "Hey, ma vi aspettavate ancora i prezzi degli anni '90"
Ritratto di BZ808
2 gennaio 2025 - 22:18
Il seg. B non è remunerativo... (cit.)
Ritratto di Midoriya-Izuku
2 gennaio 2025 - 23:39
Lascia riposare i morti.
Ritratto di v458
2 gennaio 2025 - 23:49
Vendere un alto numero di esemplari non vuol dire necessariamente guadagnare di più.
Ritratto di BZ808
3 gennaio 2025 - 05:51
Però se vendi tanto... ;-)
Ritratto di giocchan
3 gennaio 2025 - 01:03
Si riferiva a quando si vendevano Punto/Fiesta/Clio/Corsa/ecc... a 10k euro. Nemmeno maglioncino poteva pensare che una Corsa base partisse da 20k...
Ritratto di BZ808
3 gennaio 2025 - 05:51
Lui non immaginava, il suo orizzonte era, quando andava bene, il semestre... ;-)
Ritratto di giocchan
3 gennaio 2025 - 15:32
È il destino di ogni CEO / AD / Presidente che non è il padrone della baracca (tipo Elon Musk) ma deve rendere conto a un CDA... le cose devono andare bene più o meno sempre, sennò nel giro di un anno o due ti fanno fuori...
Ritratto di Laf1974
2 gennaio 2025 - 22:32
Prezzi indecenti per auto mediocri e per i patiti dell'elettronica a tutti i costi nelle auto ricordatevi che da Euronics il tablet più catzuto lo pagate 500€. Fatevi rubare i soldi dal portafoglio per due tablet sulla plancia.
Ritratto di Gordo88
2 gennaio 2025 - 23:14
1
Lancia -80%, direi che sta andando bene la nuova y, dopotutto quella uscente aveva solo 13 anni sul groppone..
Ritratto di Quello la
3 gennaio 2025 - 11:48
:-)
Ritratto di Ennio78
3 gennaio 2025 - 00:10
Resterà solo la Dacia
Ritratto di giocchan
3 gennaio 2025 - 00:57
"Negativo il cumulato dei 12 mesi gennaio-dicembre 2024, con una flessione dello 0,5%" ciò che preoccupa di più è che nel 2024 ci sono stati degli incentivi-record per la rottamazione. Più che a quelli per le BEV (che complessivamente hanno riguardato meno veicoli), mi riferisco a quelli per HEV-ICE che riguardavano la rottamazione di un veicolo... e che hanno permesso di vendere parecchie auto in più. Stando a quello che dice il governo, nel 2025 non ci saranno incentivi... non mi stupirei se tra 12 mesi il mercato italiano crollasse anche del 10-15%.
Ritratto di forfEit
3 gennaio 2025 - 06:17
Ma, invero, se passano un attimo da ste parti a leggere => i costruttori vari potrebbero immediatamente tranquillizzarsi che tanto "il mercato nazionale gli vale poco", ma addirittura quello EU gli vale poco. Motivo per cui speriamo non si dovrebbero di certo voler fasciare la testa che qui ora non più incentivi (tanto non gli spostiamo niente) e saranno tipo già molto più concentrati sul fatto che in Norvegia non si possono più vendere non elettriche
Ritratto di giocchan
3 gennaio 2025 - 01:17
Zero modelli solo-BEV nella top 50 del 2024 (niente Tesla, niente MG4, niente EX30, ecc...).
Ritratto di forfEit
3 gennaio 2025 - 06:19
Non son potuti passare per la concessionaria ad aggiornarsi sull'auto posseduta che erano a perdere tempo in fila per fare il pieno alla loro tecnologicamente vetusta auto ancora in possesso :) :)
Ritratto di forfEit
3 gennaio 2025 - 06:21
*Magari se, in questo 2025, aumentano il numero di colonnine carburante per stazione => si agevola la procedura di rabbocco e le persone riescono a trovare tempo per andarsi a ordinare la bev. A volte bisogna pensare fuori dagli schemi, e chissà che una cosa apparentemente sfavorevole invece poi... :)))))
Ritratto di Andre Buch
3 gennaio 2025 - 02:22
Qui si vede che gli italiani sono molto più intelligenti del resto d’Europa.
Ritratto di forfEit
3 gennaio 2025 - 06:24
E si fa pure scuola: non per niente i più degli altri si stanno portando al passo parrebbe (vedasi quota % bev continentale che preso atto delle nostre preferenze è andata in stallo a una certa da quasi un paio d'anni)
Ritratto di Flynn
3 gennaio 2025 - 11:32
2
Ebbe' c'è effettivamente da andarne fieri di questa classifica.
Ritratto di CR1
3 gennaio 2025 - 07:15
Dati classifica generale -------- anche queste sarebbero da osservare.... Le auto plug-in più vendute BYD Seal U – 419 Jeep Renegade – 232 Volkswagen Tiguan – 226 BMW X1 – 222 Cupra Formentor – 178 Volvo XC60 – 154 Mercedes-Benz GLE Coupé – 132 Ford Kuga – 121 Mercedes-Benz GLA – 115 Jeep Compass - 96 come hanno fatto????
Ritratto di Newcomer
3 gennaio 2025 - 09:57
Al 90% sono immatricolazioni delle case stesse o dirette o tramite rivenditori “obbligati”
Ritratto di CR1
3 gennaio 2025 - 10:12
Vedremo a fine gennaio se è stato solo una spinta
Ritratto di probus78
3 gennaio 2025 - 09:19
In Italia si vende quasi solo termico puro o mild, quindi mi chiedo, non essendo un esperto al pari di tanti eminenti commentatori, come mai le vendite continuino a calare, peraltro rispetto al 2023. Non mi azzardo a fare paragoni con prima del COVID. Eppure, stando ai proclami del governo l' economia sta andando forte. Evidentemente i cospiratori del gombloddo elettrico sono riusciti a manipolare le menti degli italiani diffamando i pregevoli best sellers 3 cilindri 1.0 o meglio i 1.2 PureTech.
Ritratto di probus78
3 gennaio 2025 - 09:21
Senza offesa a nessuno eh.
Ritratto di Newcomer
3 gennaio 2025 - 09:56
Risposta facile, tanti modelli tra i più venduti storicamente sono stati cancellati o sono passati a categorie superiori, di fatto solo di prezzo. Inoltre alcuni dei nuovi che hanno avuto buoni riscontri nelle versioni mild sono ancora lontani dall’essere consegnati a chi li ha ordinati
Ritratto di jackwalesan
3 gennaio 2025 - 09:21
Nel 2025 ci sara' un boom di vendite di auto aziendali plug in: mio figlio per una mercedes classe c sw 300 spendera'120€ al mese, se fosse solo a benzina spenderebbe oltre 600 €
Ritratto di Newcomer
3 gennaio 2025 - 09:53
Sempre a benzina sono, la parte elettrica fa poco e crea troppo disagio in rapporto al presunto beneficio
Ritratto di Tistiro
3 gennaio 2025 - 21:03
Mah, boom di auto vendute da 40 e 50 mila euro non ce lo vedo. Casomai un crollo di vendite ci vedrei, in generale
Ritratto di Mirko21
3 gennaio 2025 - 09:47
L'elettrico ad ogni costo sta terremotando l'Automotive...e anche i redditi di chi ci lavora...Si poteva avere un'idea più demenziale?
Ritratto di zundapp
3 gennaio 2025 - 09:50
Le cinesi ancora non si vedono a parte MG e DR . E' anche vero che sono arrivate da poco . Vedremo in futuro .
Ritratto di Newcomer
3 gennaio 2025 - 09:52
Le auto a benzina sono il 60% considerando che mild hybrid e plugin vanno comunque a benzina sempre
Ritratto di Mirko21
3 gennaio 2025 - 10:09
DON'T WORRY...TOCCATO IL FONDO..SI INIZIA A SCAVARE!
Ritratto di otttoz
3 gennaio 2025 - 10:24
un altro record meloni...si vanta sempre ed ecco la verità dietro le urla
Ritratto di AZ
3 gennaio 2025 - 10:40
Lo -0,5% non è tanto, soprattutto senza incentivi.
Ritratto di Tistiro
3 gennaio 2025 - 12:24
Lo? Lo meno? Lo meno zero virgola? Carino ma no.
Ritratto di Byron59
3 gennaio 2025 - 11:40
Strano che non vi siano Tesla tra le trenta più vendute, perché secondo la vulgata più diffusa sono sempre tra le prime. Prosegue il crollo Stellantis in italia e non può essere una novità. Chi si aspettava dall’incontro del 17 dicembre fra Stellantis e il Governo una vera svolta, la può trovare solo nei titoli di qualche giornale compiacente. Si può certamente dire che l’occasione sia servita per togliere qualche ruggine accumulatasi nelle relazioni tra il Ministero del Made in Italy (una denominazione quanto mai insincera) e i manager dell’industria automobilistica, approfittando anche della dipartita di Tavares, ma nulla più di questo. D’altro canto le tradizioni non si smentiscono. Gianni Agnelli, parlando del gruppo Fiat, diceva “Noi siamo governativi per definizione”1. La Fiat non c’è più, ma quello che resta si aggrappa a una postura che in qualche modo vuole riattivare. Non stupisce perciò l’entusiasmo del ministro Adolfo Urso, che si è permesso persino di nascondere sotto il tappeto il definanziamento di 4,6 miliardi dal Fondo automotive operato dalla manovra economica e di sbandierare l’inserimento nella medesima, tramite emendamento alla Camera, di soli 400 milioni come un atto di generosa riparazione. Urso ha parlato anche di 1,6 miliardi di euro disponibili per la filiera auto. Ma a tale cifra si arriva sommando diverse voci, che riguardano una pluralità di settori, quindi non tutte facenti riferimento all’automotive, fra cui, oltre ai già citati milioni di euro tra nuovi e residui del Fondo specifico, vi sarebbero quelli per i contratti di sviluppo (500 milioni) già esistenti, perché stanziati dal PNRR e destinati a più filiere strategiche, di cui l’auto è solo una di queste. Sommando queste cifre più altre frattaglie, il Governo promette di giungere alla poco mirabile quota di 1,6 miliardi nel triennio, subito giudicata del tutto insufficiente da Anfia (l’Associazione nazionale della filiera industria automobilistica). Tutto ciò in cambio di che? Il nuovo numero uno di Stellantis in Europa, Jean Philippe Imparato, ha chiarito che il target di un milione di veicoli prodotti in Italia, vagheggiato solo un anno e mezzo fa, resta un sogno – per usare un eufemismo – dal momento che il volume del prodotto si è ridotto rispetto al 2023 d quasi il 30% e che si prevede che tra veicoli industriali leggeri e vetture auto il bilancio del 2024 raggiungerà a stento le 500.000 unità. Per queste ultime la quota che al massimo verrà raggiunta nel 2025 – giudicato un anno duro, ma quale non lo è con queste premesse? – sarà di 350.000, vale a dire che si ritorna ai livelli del 1957, quando il “miracolo economico” era solo alle porte. Il manager francese di origini italiane non poteva in quella sede che promettere la continuazione, anzi persino l’incremento produttivo nel nostro paese. Ma in concreto si è visto ben poco. Vedremo cosa si inventerà John Elkann, che dopo un primo rifiuto si è detto disponibile a una audizione in Parlamento. Non si può comunque considerare un vero piano industriale qualche annuncio, come l’installazione di una nuova piattaforma Stla-Small a Pomigliano e forse a Cassino nel 2028. Al massimo lo si può considerare un “piano di transizione”, come lo ha chiamato, non privo di generosità, il segretario generale della FIOM, Michele De Palma2. Imparato si è difeso dicendo che “per produrre un milione di vetture ci vogliono tre condizioni: prodotto, motori, mercato”, quest’ultimo in chiave europea. Le prime due cose ci sarebbero, ma sulla terza, cioè la risposta del mercato, non intende fare “promesse non mantenute”. Naturalmente non è passato neppure per la testa, né a lui né ai suoi dirimpettai del governo italiano, che per avere mercato bisogna anche che si innalzi la capacità d’acquisto dei cittadini, la quale non può essere garantita solo con una politica di incentivi governativi che l’esperienza ha dimostrato non essere affatto risolutiva, specialmente nel caso italiano, ove le recenti rilevazioni dell’Istat hanno certificato una perdita di reddito e un aumento della povertà record nella stessa Europa, che pure bene non sta. Il quadro dell’auto è il peggiore di tutti, ma non è isolato. È tutta la produzione industriale a essere in crisi, particolarmente nel nostro paese, dove è evidente l’assenza di una qualunque politica industriale da decenni, per non parlare di uno straccio di programmazione. L’ultimo aumento della produzione industriale nel nostro paese risale all’inizio di febbraio del 2023, da allora sono settecento giorni di calo consecutivi. Da allora è stato un seguirsi di segni meno, mese per mese, trimestre per trimestre. Anche il settore delle macchine utensili, un punto di eccellenza italiano soprattutto nelle esportazioni – che infatti tengono meglio del mercato interno – conosce una profonda crisi che l’UCIMU (l’associazione degli industriali del settore) certifica prevedendo per il 2024 una caduta di 35 punti della domanda interna di questi macchinari. Intanto nel 2023 Carlos Tavares ha guadagnato 23,5 milioni di euro, mentre la paga mensile media di un operaio della Stellantis non ha superato i 2.100 euro lordi, che nei periodi di cassa integrazione si sono ridotti a 1.200. E, tanto per sfatare una vulgata a uso padronale, il Centro studi della FIOM nazionale ha rilevato che “il valore aggiunto per ora lavorata in Italia in quasi tutti i settori metalmeccanici è superiore alla media dell’Unione europea, un segnale importante della produttività del lavoro”. Dunque la produttività italiana è più alta della media UE, mentre i salari sono più bassi di detta media. Ma infatti, il costo del lavoro e la produttività del lavoro sono marginali, anche se la propaganda del regime ordoliberista non fa altro che considerarla centrale, prendendosela pure col Natale, che dovrebbe essere lavorativo per tutti. Il fatto che l’auto in Europa attraversi una crisi strutturale di fondo è un’aggravante per Stellantis e il governo italiano, non una scusante. Indica che il problema va affrontato almeno a quel livello, non solo entro i nostri confini, e certamente non scegliendo di premere in sede UE per modificare e ritardare le tempistiche e le regole della conversione dei motori endotermici. Sarebbe questo il terreno del riconquistato amoreggiamento tra il nostro governo e stellantis, nonché con gli esponenti di punta del capitalismo nostrano. In una fluviale intervista al giornale della Confindustria, Marco Tronchetti Provera ha attribuito la crisi dell’automotive al fatto che “in Europa sono state fatte scelte estreme in modo ideologico e non realistico”. Dal canto suo, la Meloni, l’altro giorno alla Camera, non ha perso l’occasione per affermare che “un modello di decarbonizzazione basato unicamente sull’elettrico, se fosse confermato, rischierebbe di portare al collasso l’intera industria automobilistica”, mentre invece bisognerebbe “riaprire il capitolo della neutralità tecnologica”, quindi via libera ai biocarburanti e sospensione delle multe per le aziende costruttrici (la severità è solo riservata al dissenso, come chiarisce l’orrido ddl sulla “sicurezza”) che non raggiungeranno nel 2025 gli obiettivi internazionali di riduzione della CO2. Viene da chiedersi chissà dov'erano quando approvavano come sante tutte tali normative. La crisi dell’auto in Germania influisce immediatamente sul quadro produttivo e occupazionale italiano, sull’indotto dell’auto, vista l’integrazione delle nostre aziende con il sistema produttivo allargato tedesco. La mitica Volkswagen vuole chiudere tre stabilimenti in Germania sollevando la dura opposizione del principale sindacato tedesco, quello dell’auto appunto. Audi e Mercedes prevedono e tracciano percorsi drammatici. Mentre in Francia si crede di risolvere qualcosa spostando linee produttive in Marocco e in Turchia. La quota di mercato cinese dei produttori tedeschi è crollata negli ultimi anni. Certamente la guerra russo-ucraina e le conseguenti decisioni e sanzioni degli USA e della UE non hanno favorito – anche qui per usare un eufemismo – i rapporti economici tra ovest ed est. I pesanti dazi annunciati da Trump per difendere le produzioni statunitensi rendono l’immediato futuro ancora più cupo. Ma fermarsi a considerare gli effetti non desiderati del clima di guerra scientemente perseguito non sarebbe sufficiente a spiegare la situazione. Si è creato, non da oggi, e si sta ulteriormente allargando, un divide tecnologico tra la produzione automobilistica cinese e asiatica e quella europea. I tempi in cui l’industria automobilistica europea, in particolare quella tedesca, potevano primeggiare grazie alla perfezione e alla ricercatezza della struttura tecnico-meccanica delle sue autovetture, sono trascorsi da tempo. La competizione – che tanto piace ai cantori delle virtù del capitalismo – si è spostata sul software, sulle batterie e da ultimo sulla guida autonoma. E qui, in Europa – per gli States la situazione è diversa – si è aperta una voragine senza limiti per la competitività, come viene puntualmente registrato anche negli articoli del Financial Times. Non va dimenticato che la vettura elettrica richiede un numero di componenti sensibilmente inferiore rispetto a quello necessario per fare funzionare un’automobile a combustione termica. Il che comporta un appesantimento ulteriore, sia ora che ancor più in prospettiva, per quanto riguarda la componentistica, in termini di prodotto e di occupati. Come è noto il nostro paese occupava a livello internazionale una posizione di tutto rispetto in questo campo. Oggi la Cina produce e vende circa un terzo delle auto a livello mondiale, pressappoco quanto Europa e Stati Uniti messi assieme. Anche sul piano delle qualità non c’è partita. Almeno per quanto riguarda la UE, stante le attuali scelte politiche ed economiche. Dicevo che la situazione negli USA presenta caratteri diversi, essenzialmente dovuti alla presenza di Tesla, la cui competitività ai livelli alti della innovazione tecnologica è fuori di dubbio, basti considerare la produzione di auto a guida autonoma. Il mercato cinese è il secondo più grande per Tesla dopo gli USA. La gigafactory di Shangai, inaugurata nel 2019, è rapidamente diventata il centro di produzione maggiore dell’impresa. Questo ha comportato una competizione crescente e sempre più aspra fra Tesla e Byd, grande azienda automobilistica cinese. Elon Musk si è recato in Cina, avendo incontri al massimo livello, per governare questo processo. Il punto su cui si gioca la partita è dare vita pratica e pienamente affidabile al sistema Fsd (Full Self Driving), ovvero l’auto interamente robotizzata guidata senza intervento umano, già sperimentata per le strade di New York. “L’obiettivo finale di Musk per Tesla (progetto per lui comunque in certo modo ancillare rispetto a SpaceX) – osserva Alessandro Aresu – è che venga riconosciuta, anche per ragioni di valutazione, come un’azienda basata sull’intelligenza artificiale applicata alla robotica e alla manifattura su vasta scala, più che semplicemente sulla produzione di veicoli elettrici. […] Proprio questo apre un problema cinese per Musk tutt’altro che irrilevante: come farà Tesla a chiedere al Partito comunista un pieno accesso al mercato cinese, compresa la possibilità di prendere dati e metterli in uno dei suoi megacluster statunitensi, nello stesso mondo in cui gli Stati Uniti chiudono il loro mercato al software automobilistico cinese, a ogni variante di computer su ruote cinesi che è ‘minaccia alla sicurezza nazionale’ per il provvedimento dell’amministrazione Biden del 23 settembre 2024?” e che – aggiungo – stando alle intenzioni proclamate, Trump sembra volere inasprire con l’innalzamento dei dazi? Come si vede anche per gli USA, ingaggiare uno scontro senza limiti con la Cina appare una strada che porta alla distruzione dei contendenti. Infatti, come hanno sostenuto, con dovizia di esempi e argomentazioni, Matthew C. Klein e Michael Pettis, il primo scrivendo dall’America, il secondo dalla Cina – unendo i loro lavori in un unico volume – “le guerre commerciali sono guerre di classe” e che quindi “i problemi degli ultimi decenni non derivano dal conflitto geopolitico o dall’incompatibilità fra i diversi caratteri nazionali; piuttosto, sono stati causati dagli enormi trasferimenti di reddito ai ricchi e alle aziende di cui hanno il controllo”. Non c’è America first né UE ultrafiloatlantica che tenga. La superiorità cinese in campo automobilistico – cosa impensabile fino a non molti anni fa – è parte di quel complesso e contrastato processo di transizione egemonica mondiale da ovest verso est, che solo una guerra globale – inevitabilmente nucleare – può fermare, perché distruggerebbe gran parte della vita umana e non umana sul pianeta. Non vi è altra strada, quindi, per l’Europa che scrollarsi di dosso la sudditanza nei confronti degli USA in ogni campo e aprire relazioni positive e accordi di collaborazione fra produttori con la Cina, l’Asia e l’alleanza dei BRICS, cioè con il Global south, pur sapendo delle contraddizioni e delle differenze che si agitano anche in questi “mondi”. Anche in campo automobilistico una politica preveggente deve e può tenere conto della necessità di salvare l’occupazione sottraendola allo stillicidio delle varie forme di cassa integrazione o di contratti di solidarietà difensivi, scegliendo con decisione la via di una riduzione stabile dell’orario lavorativo. In questo quadro la capacità di lavoro italiana può essere reindirizzata verso programmi e piani industriali credibili proprio perché innovativi, visto che mettere le pezze del passato non porta vantaggi, e può venire retribuita per il suo giusto valore, elevando così i livelli retributivi e le capacità d’acquisto. Insomma, più innovazione (stellantis è ultima in europa per spese di R&D) soprattutto a livello statale. Imboccare la strada dell'aumento delle spese militari, come vogliono gli USA, ci porterà dritti al disastro. Il cinque per cento del PIL preteso in questi giorni da Trump agli alleati significa il 25% delle entrate statali globali del paese. Che unito al 25% del servizio al debito come interessi porterebbe l'italietta etta etta a spendere il 50% delle proprie entrate fiscali e tributarie per assecondare i vincoli esterni che gravano sul paese: difesa, moneta e bilancio. È la condizione di una paese sottomesso, schiavo, privo di futuro. Come l'andamento della produzione industriale e della demografia certificano al di là di ogni propaganda dei boiardi al comando. È ora di ribellarsi a questa condizione. Tanti auguri di un buon 2025.
Ritratto di Quello la
3 gennaio 2025 - 11:52
Mi sono fermato a Confindustria, caro Lord
Ritratto di RaptorF22Stradale
3 gennaio 2025 - 12:23
1
Fammi il riassunto
Ritratto di Quello la
3 gennaio 2025 - 12:26
Il riassunto, caro Raptor? Moriremo tutti.
Ritratto di probus78
3 gennaio 2025 - 13:12
@Byron ci sta poco da ribellarsi: entro qualche decennio gli italiani saranno 40 milioni, anziani e dediti quasi tutti al settore servizi/turismo. La cd. "Grecizzazione" dell' economia che è già inesorabilmente in atto. Parlare di ribellione contro l' inevitabile è miope come o più di quello che dicono i boiardi al comando da noi o in Europa.
Ritratto di forfEit
3 gennaio 2025 - 13:52
Vabbè, se "continuiamo" a tipo mettere incentivi su incentivi di soldi pubblici sulla qualunque invece che rafforzare la solidità economica del lavoratore (che anzi per tali incentivi dà via parte del suo)... Cioè gli stipendi in Italia nei decenni son cresciuti men che ovunque e la cosa passa in cavalleria, ma (visto "dai piani alti") hey se quest'anno non ti puoi rifare mezza villetta a carico della collettività = Maledettiiii!!!
Ritratto di Lorenz99
3 gennaio 2025 - 17:01
DA QUÀ AL 2035 A PARI OFFERTA SI ANDRÀ AVANTI A COLPI DI RIBASSI. LE UNICHE ECCEZIONI SARANNO MODELLI CINESI LOW COST, E QUELLI OBBLIGATI A COMPRARE IL NUOVO PER POTER GIRARE PER LAVORO, NELLE CITTÀ STATO TIPO MILANO, DOVE SEI VISTO PEGGIO DI UN TERRORISTA SE HAI L'AUTO CON PIÙ DI 5 ANNI.
Ritratto di Luxior
3 gennaio 2025 - 17:04
Un mercato stabile, uno 0,5% in 12 mesi è ininfluente.
Ritratto di Ilmarchesino
3 gennaio 2025 - 20:27
3
Ma la fiat 600 è arrivata a 1000??
Ritratto di LINARRoma
3 gennaio 2025 - 21:35
l'unico grande costruttore che costruiva piu' di 2000 000 di auto all'anno la Fiat, praticamente scomparsa.....grazie a un torinese e a Stellantis che pensa solo alle marche francesi
Ritratto di Un Italiano
4 gennaio 2025 - 10:11
Perché continuare a parlare ossessivamente di Stellantis come di una multinazionale francese, quando, in realtà, trattasi di un Gruppo ITALO- (franco)-americano (comprendendo anche brands come Jeep, Dodge e Chrysler, acquisiti dalla fusione di quest'ultima con Fiat in FCA - Fiat Chrysler Automobiles)? Analizziamo l'azionariato di Stellantis: 1) EXOR N.V. ha il pacchetto di maggioranza con il 14,3% ed è la Holding della famiglia Agnelli con investimenti diretti principalmente in Europa e Nord America. 2) Peugeot (Francia) è solo il secondo azionista del Gruppo Stellantis, con una quota del 7,13%; 3) lo Stato francese ha un pacchetto del 6,13% di azioni (che, in ogni caso, sommate a quelle detenute da Peugeot fa un totale di 13,26% di azioni francesi contro il 14,3% di azioni italiane, ovvero di Exor e degli Agnelli). Seguono: 4) Dongfeng e altri, con una quota azionaria pari al 4,2% circa. Fonte (copiate e incollate il seguente link): investire.biz/news/azioni/stellantis-ecco-come-composto-l-azionariato-della-societ
Ritratto di probus78
4 gennaio 2025 - 14:31
Semplicemente perché l' A.D. Tavares ha continuato a gestire il gruppo come fosse ancora PSA, utilizzando ovunque il grandioso 3 cilindri 1.2. francese e piazzandolo clamorosamente perfino sull' Alfa Romeo. Inutile aggiungere che il governo francese continua a farsi valere come e più di prima,.tant'è e' che il board dirigenziale è in maggioranza composto da francesi, compresi gli A.D. di Fiat e Alfa.
Ritratto di Byron59
4 gennaio 2025 - 19:28
Forse sarà perché stellantis è una società per azioni con sede legale amministrativa e fiscale ad Amsterdam. O forse perché nel consiglio di amministrazione non siede un italiano. O forse ancora perché il management è per lo più francese e comunque non italiano. Forse sarà perché hanno spostato la produzione dei marchi italiani fuori dall'italia. O forse perché in italia l'anno appena trascorso si sono prodotte tante auto quante nel 1957. Ma potremmo anche parlare dei motori e degli stabilimenti in cassa integrazione, dei modelli che non verranno prodotti qui. Certo, Exor ha il pacchetto azionario principale. Vogliamo dunque parlare del suo presidente? Un franco americano naturalizzato svizzero e con residenza colà, che sembra odiare l'italia e che parla un pessimo italiano. Va beh, son solo cosucce. Stellantis è italiana, facciamo contenti i sognatori.
Ritratto di Un Italiano
4 gennaio 2025 - 23:30
Non si tratta di essere sognatori. E' stato appena presentato il nuovo Piano Italia di Stellantis per riaffermare l'importanza e la centralità dell'Italia per il Gruppo nata dalla fusione tra FCA e PSA, e si prevede la produzione di nuovi modelli ibridi in tutti i principali stabilimenti italiani. A Mirafiori, storico stabilimento FIAT, entro l'anno sarà avviata la produzione della nuova 500 Hybrid con propulsore italiano (il collaudatissimo 1.0 FireFly 70 Cv sperimentato da anni su Panda) e cambio prodotto a Napoli come tutto il resto della meccanica rigorosamente italiana (quindi, la nuova Fiat 500 hybrid sarà una vettura ben diversa rispetto alla nuova 600 che monta un propulsore francese da 1,2 litri: le due auto avranno in comune solo il design della scocca ripreso dalla nuova 500e). A Cassino entro l'anno partirà la produzione del nuovo Stelvio che rimarrà made in Italy, così come la nuova Alfa Romeo Giulia già dal 2026). A Pomigliano continuerà la produzione dell'attuale Panda sino ad almeno tutto il 2030 compreso, cui dovrebbe affiancarsi un ulteriore nuovo modello Fiat. A Melfi continuerà ad essere fabbricata la nuova generazione di Jeep Compass, rigorosamente Made in Italy, come l'attuale, il cui lancio è previsto tra la fine di quest'anno e l'inizio del prossimo anno. Riguardo ai posti nel Consiglio di Amministrazione di Stellantis, ricordo che ivi siede appena più di un francese (+1) rispetto ai componenti italiani e che Tavares è stato sostituito ad interim, fino a data da definirsi, da John Elkann di Exor N.V. Fonte (copia e incolla): quattroruote.it/news/industria-finanza/2024/12/17/stellantis_piano_italia_ibride_impianti.html
Ritratto di Un Italiano
4 gennaio 2025 - 23:31
errata corrige: per il Gruppo, nato
Ritratto di Un Italiano
4 gennaio 2025 - 23:53
P.S. Anzi, a Melfi verrà prodotta dal 2026 anche la nuova Lancia Gamma, che affiancherà la nuova Alfa Giulia (essendo nello stesso segmento attualmente occupato da Fiat Tipo e da Giulia nell'attuale generazione a benzina e a gasolio).