EMOZIONI A TIRATURA LIMITATA - Trenta - come il numero contenuto nella sigla di progetto, E30 -, rielaborate da cima a fondo (rigorosamente a mano) all’insegna della velocità e del massimo divertimento di guida. La Redux, nota officina di tuning britannica, sembra aver trovato la formula magica per fare della prima BMW M3 ciò che finora nessuno specialista del settore era riuscito a fare. Ovvero alzare l’asticella delle prestazioni a quote vertiginose con un restomod a numero chiuso imperniato sulla leggerezza, ingrediente principe del successo della leggendaria BMW 3.0 CSL, negli anni ’70, e di altri successivi modelli ad alte prestazioni griffati Coupé Sport Leichtbau. Affinare le straordinarie doti meccaniche di una macchina dalla forte personalità come la BMW M3 senza rischiare di scadere nel pacchiano non è un lavoro semplice. Richiede passione, competenza e rispetto per la storia: caratteristiche tutte reperibili, in casa Redux, dove l’attenzione si è concentrata essenzialmente sull’esaltazione dei punti di forza del progetto originario.
L’ECCELLENZA SI PAGA CARA - La BMW M3 Redux conserva quindi il Dna di purosangue da corsa della donatrice, che viene fornita direttamente dai clienti oppure stanata dall’azienda inglese attingendo da una rete di contatti che collega appassionati e collezionisti provenienti da Regno Unito, Europa e Stati Uniti. Una volta portata in officina, l’auto viene completamente denudata e sottoposta a un accurato controllo dimensionale. A questo punto, effettuati gli eventuali interventi di ripristino del telaio, si procede con la sabbiatura della scocca, che viene protetta dalla ruggine con una zincatura a caldo. Il solo processo di verniciatura, dalla preparazione delle superfici alla stesura del colore, dalla lucidatura all’applicazione di uno speciale film protettivo, richiede 550 ore. Ne servono altre 3450, per un totale di 4000 ore, prima della fatidica consegna delle chiavi al fortunato proprietario, che al costo della donor car dovrà aggiungere 330.000 euro tra pezzi e manodopera. Cifre iperboliche, dettate da componenti di prim’ordine, realizzati su misura, e dalla cura maniacale con cui viene eseguita ogni singola operazione.
DNA VINCENTE - Ogni intervento è mirato a trasformare la BMW M3 E30 in un bolide ispirato a quello con cui nel 1987 la casa bavarese vinse il Campionato del mondo turismo con Roberto Ravaglia al volante, dominando con altri piloti di valore anche nelle edizioni italiana, tedesca e inglese fino all’alba degli anni ’90. Oltre che su una sana cura dimagrante, che ha fatto scendere l’ago della bilancia di una quindicina di chili ma può dare risultati ancora migliori scegliendo di estendere l’impiego della fibra di carbonio al tetto e ad altri componenti, i tecnici della Redux si sono concentrati sul motore, aumentando la cilindrata del mitico quattro cilindri BMW S14 da 2,3 a 2,5 litri. L’albero motore è firmato BMW Motorsport, il coperchio valvole è in alluminio billet, una lega che oltre ad aumentare la durata del componente ne migliora la resistenza alla corrosione. A richiesta è possibile far costruire in alluminio anche il monoblocco, triplicando la velocità di smaltimento del calore che si genera nella camera di combustione.
UN FISICO BESTIALE - Raffinate e improntate alla ricerca delle massime prestazioni sono anche le modifiche apportate alla meccanica della BMW M3 Redux cosiddetta “fredda”. L’assetto è irrigidito con un nuovo set di ammortizzatori Bilstein (a richiesta ci sono anche i coilover della EXE-TC, regolabili a tre o quattro vie), mentre le pinze a 6 e 4 pistoncini mordono con maggior potenza i dischi anteriori e posteriori, disponibili anche in carbonio ceramico per i clienti più esigenti. Ad aumentare la maneggevolezza e accentuare il feeling di guida elettrizzante tipico della BMW M3 E30 contribuiscono, infine, la coppia conica 3.91, il differenziale a slittamento limitato e il volano alleggerito. Elementi che, combinati con un cambio manuale a cinque rapporti accorciati, promettono un’overdose di divertimento ai piloti più smaliziati, che con 300 CV per appena 1150 kg avranno per le mani una belva da 260 CV per tonnellata. Lo stesso rapporto peso/potenza di una Porsche 911 GT3, ma al doppio del prezzo.