QUESTIONE DAZI - Dopo Ungheria e Turchia, dove la produzione dovrebbe iniziare rispettivamente a ottobre 2025 e a marzo 2026, la BYD potrebbe aprire una terza fabbrica in Europa. Non in Italia, nonostante il governo sia ormai da anni alla ricerca di un nuovo costruttore da attirare nel nostro Paese, ma in Germania. A riportarlo è la Reuters, secondo la quale la posizione della Germania contraria ai dazi per le auto elettriche provenienti dalla Cina avrebbe favorito Berlino: infatti il colosso automobilistico starebbe rispettando una direttiva di Pechino che invita a non investire in Paesi che hanno sostenuto le tariffe punitive, tra cui appunto l’Italia insieme alla Francia. Tuttavia, riporta l’agenzia di stampa, la decisione sulla Germania non è ancora definitiva: a frenare sarebbero gli alti costi del lavoro e dell’energia, oltre che le basse produttività e flessibilità tedesche.
LE FABBRICHE DELLA VW - Sempre più case automobilistiche cinesi stanno avviando fabbriche sul territorio europeo, in primis per fornire prodotti più velocemente in un mercato di conquista ma anche - e in questo periodo soprattutto - per evitare i dazi imposti dalla UE, che in alcuni casi sfiorano il 40%. All’inizio di marzo, la vicepresidente esecutiva della BYD, Stella Li, aveva confermato la possibilità di avere una terza fabbrica sul Vecchio Continente, da attivare nel giro di due anni. La manager non si era sbilanciata sul luogo, ma la Germania potrebbe attirare anche per la possibilità di sfruttare gli impianti che si appresta a dismettere il gruppo Volkswagen, sui quali già si paventa da tempo un interesse cinese (qui per saperne di più).
MEZZO MILIONE DI AUTO - Con i due impianti già programmati in Ungheria e Turchia, la BYD riuscirà a produrre in Europa un totale di mezzo milione di auto all’anno. Secondo la fonte della Reuters, per la scelta su un’eventuale terza fabbrica sarà fondamentale l’andamento delle vendite del marchio in Europa e le posizioni filo-cinesi dei governi nazionali.