PARAGONE FORTE - L’amministratore delegato della Fiat, Olivier François, ha usato un paragone forte, ma molto chiaro per mettere in luce le doti dei modelli facenti parte del nuovo
progetto Aegea (
nelle foto) che, dopo aver debuttato al Salone di Instanbul (
qui la news), verrà mostrata anche a Francoforte. Per il nuovo modello, di cui sono previste due varianti berlina (a quattro o a cinque porte) e una station wagon, il numero uno del marchio torinese ha parlato in un’intervista ad
Automotive News di prezzi accessibili per un prodotto “
smart” (la traduzione italiana “intelligente” non rende bene l’idea e sarebbe più giusto parlare di “furbo” o “geniale”). Proprio come quelli dell’Ikea.
CUORE O RAGIONE - Nell’intervista François ha spiegato nel dettaglio le ragioni alla base di questo paragone. Anzitutto l’auto sarà funzionale e priva di inutili dotazioni per le quali i clienti non sono disposti a pagare. Per lo stesso motivo non sarà importata in Europa Occidentale (l’Aegea è prodotta in Turchia) la variante a quattro porte con la “coda”. Il nuovo modello fa parte della strategia che prevede all’interno del marchio Fiat una gamma di prodotti più “emozionale” (la famiglia 500) a una più razionale (della quale oggi il modello più rappresentativo è la Panda). Anche in questo caso François ha usato dei paragoni forti associando ai (blu) jeans i modelli più pratici e alla pelle (rossa) o al rossetto quelli più sfiziosi.
A CIASCUNO IL SUO - Nell’ambito della strategia della Fiat, il suo amministratore delegato, ha precisato che l’ultima cosa di cui il marchio ha bisogno è di ispirarsi a tipologie modelli che il gruppo ha già in casa, come per esempio le fuoristrada (già ben coperte dal marchio Jeep) o le sportive (a cui è destinata l’Alfa Romeo). Ciò che la Fiat può fare (e bene, sempre secondo François) è costruire citycar, utilitarie e vetture medie che vadano incontro a chi cerca vetture pratiche e emozionali.
AUTO GLOBALE? NO, GRAZIE - Olivier François ha anche parlato di globalizzazione dei prodotti, visto che al momento l’offerta è molto variegata fra Europa, Brasile e Cina. L’ambizione di realizzare un’unica gamma è, secondo il CEO della Fiat, irrealisitca. Per esempio, nel paese sudamericano puntano su auto essenziali e le normative (in termini di emissioni e di sicurezza) sono diverse dall’Europa. Un’auto globale permetterebbe di ottenere dei risparmi, ma non si può pensare di proporre a un cliente brasiliano una vettura con equipaggiamenti che non è disposto a pagare. Si può fare per qualche modello di nicchia, ma non se si vuole restare leader di mercato, a meno di non perdere parecchio in termini di redditività.