A differenza della Fiesta, la cui uscita di produzione, la prossima estate, è stata preannunciata dalla Ford con un romanticissimo mini video-tributo che ha fatto in poche ore il giro del web (qui la storia della city-car dell’ovale blu), la Fiat Panda 4x4 è sparita dai listini e dai configuratori online della casa torinese in punta di piedi. E con il passaggio di consegne al nuovo modello, fissato al 2023-24 (qui per saperne di più, è difficile immaginare un’erede che ne ricalchi lo “spirito” e l’impostazione meccanica. Rinfrescato nello stile, il “Pandino” a trazione integrale di attuale generazione risale a quasi dieci anni fa. Ma il mito ha origini ben più lontane: era il 1983 quando la geniale utilitaria disegnata da Giorgetto Giugiaro si avventurò per la prima volta in fuoristrada, sfoggiando doti di motricità e resistenza alla fatica solitamente appannaggio di veicoli ben più grandi e “specializzati” e quindi riscuotendo un successo enorme, oggi trasformatosi in una specie di venerazione (e non non solo per i cultori del genere). Ecco la breve storia per immagini di una piccola, grande auto che ci mancherà moltissimo.
L’INIZIO DEL MITO - La prima Fiat Panda 4x4 debutta alla fine di giugno 1983. Concepita a tutti gli effetti come una piccola fuoristrada, è spinta dallo stesso motore a quattro cilindri in linea da 965 cc dell’Autobianchi A112. Nonostante un irrobustimento del telaio che contestualmente all’introduzione della versione a quattro ruote motrici la Fiat estenderà al resto della gamma, l’auto è leggerissima (740 kg a vuoto) e straordinariamente agile. Il merito di riuscire ad andare dappertutto è anche del robusto sistema di trazione integrale inseribile prodotto dall’austriaca Steyer-Puch, che alla casa torinese fornisce la trasmissione completa: frizione, scatola del camnio, albero di trasmissione (diviso in tre parti) e assale posteriore con differenziale e freni. Priva di un vero riduttore, la Panda 4x4 vanta però una caratteristica unica: il cosiddetto “primino”, ovvero un rapporto della prima marcia sufficientemente corto da consentirle di superare con una certa disinvoltura anche le pendenze più difficili.
QUALCHE SEGNO PARTICOLARE… - Sulla base della rinnovata versione “Supernova” della Panda, che sarebbe rimasta nei listini della Fiat dal 1986 al 2003, con un restyling nel 1991, nel settembre 1985 la Fiat lancia una serie limitata speciale della sua baby-fuoristrada: prodotta in soli 5.000 esemplari, la “nuova Panda 4x4” presenta lievi modifiche nell’allestimento interno (che rimane comunque piuttosto spartano, in accordo con la vocazione off-road del mezzo) e fuori si riconosce a colpo d’occhio per i fari di profondità supplementari, il portapacchi e le strisce decorative sulle fiancate.
COL NUOVO LOOK ARRIVA IL MITICO FIRE - La “rinfrescata” del 1991 allo stile della Panda riguarda anche le versioni 4x4, che a partire dalla primavera dell’anno seguente sono immediatamente riconoscibili per la grande scritta “Panda 4x4” impressa direttamente sul portellone in lamiera e beneficiano di un corposo rinnovamento anche a livello meccanico. Sotto il cofano debutta finalmente il più leggero, avanzato ed efficiente motore FIRE (acronimo che sta per Fully Integrated Robotized Engine), prodotto a partire dal 1985 e montato per la prima volta sulla Autobianchi Y10. Con una cilindrata di 1108 cc e una potenza di 50 CV, il nuovo quattro cilindri abbandona l’alimentazione a carburatore in favore di un più moderno impianto di iniezione elettronica fornito dalla Bosch ed è equipaggiato con un sistema di scarico dotato di catalizzatore a tre vie e sonda lambda. Le versioni “base” e “S” della Panda 4x4 sono affiancate dalla più sfiziose Val d’Isère (riservata al mercato francese), Trekking e Country Club. L’allestimento di quest’ultima, in particolare, è molto curato e comprende la vernice metallizzata, le barre porta-tutto sul tetto e l’inclinometro sul cruscotto, uno strumento assai utile nella guida in off-road, in quanto consente di misurare l’angolo d’inclinazione del veicolo. All’inizio del 1995 il “1100” guadagna 4 CV, ma le prestazioni rimangono sostanzialmente immutate, con una velocità di punta di circa 130 km/h in quinta marcia. Nell’agosto del 1998 la gamma si sfoltisce e nel listino italiano, fino all’arrivo della nuova Climbing nel 2002, che in più offre il dispositivo di ruota libera al retrotreno, rimane la sola Trekking.
LA LEGGENDA SI RINNOVA - Presentata nel 2004, la Fiat Panda 4x4 basata sul modello di seconda generazione (quello, per intenderci, che ha sostituito la Panda di Giugiaro nel 2003 ed è rimasto sulla breccia fino al 2012) ripropone il format di piccola fuoristrada della celebre antenata. L’auto poggia sempre su un pianale irrobustito e rialzato (l’altezza da terra è di 160 mm per la 4x4 normale, 165 mm per la più curata Climbing) e per offrire una maggior motricità sui fondi più “difficili” si affida a un sistema di trazione integrale permanente, completamente meccanico e dotato di giunto viscoso (sostituto nel 2008 da una frizione elettroidraulica Haldex). In condizioni normali la trazione è quasi esclusivamente sulle ruote anteriori, ma non appena queste ultime perdono aderenza, in pochi istanti e senza la necessità di alcun intervento da parte del conducente, la coppia viene gradualmente trasferita anche all’assale posteriore. Il look è reso più “avventuroso” dalle fasce di protezione in plastica grezza sulle fiancate e dai paraurti rinforzati, anch’essi provvisti di un paracolpi non verniciato nel colore della carrozzeria. Due i motori disponibili: 1.2 a benzina da 60 CV e, dalla fine del 2005, 1.3 Multijet a gasolio da 69 CV, un’unità, quest’ultima, che ha contribuito in maniera decisiva a fare della Panda 4x4 la fuoristrada più venduta in Italia per tre anni consecutivi, nel 2006, 2007 e 2008.
TANTA VOGLIA D’AVVENTURA - Con la Fiat Panda Cross, presentata al Motor Show di Bologna del 2005 e ispirata al concept Simba, la casa torinese strizza per la prima volta l’occhio al mondo delle suv. La meccanica è quella della normale Panda 4x4, sulla quale poggia una carrozzeria ridisegnata nel frontale (con paraurti di foggia inedita e due coppie di fari tondi), nelle fiancate (irrobustite con un fascione in plastica grigia che protegge anche i parafanghi) e nella parte posteriore (caratterizzata anch’essa da luci circolari e protezioni in plastica). L’unico motore disponibile è il 1.3 turbo-diesel da 69 CV. Abbastanza completa la dotazione di serie, con climatizzatore manuale, cerchi in lega e controllo elettronico della stabilità.
L’ULTIMA EREDE? - In vendita dal 2012, l’attuale generazione della Panda 4x4 prosegue la tradizione delle piccole fuoristrada Fiat inaugurata dalla sua antenata più lontana nel 1983. Più alta da terra, beneficia di una diversa messa a punto di sterzo, cambio, sospensioni e freni, il tutto per esaltare le doti di grande arrampicatrice e l’agilità in off-road che hanno fatto la fortuna dei precedenti modelli. Il sistema di trazione integrale, del tipo permanente, è gestito elettronicamente ed è dotato di un differenziale autobloccante elettronico: denominato ELD (Electronic Locking Differential), consente di ripartire la forza motrice tra le ruote dello stesso asse nel momento in cui una o entrambe cominciano a perdere aderenza. Apprezzatissima dal pubblico e dalla critica, nel 2012 è stata premiata dalla testata britannica Top Gear come miglior suv dell’anno. Anche la più recente Panda 4x4 è declinata nella più grintosa versione Cross: lanciata nel febbraio 2014 al salone di Ginevra, sfoggia un look con un più marcato accento off-road e grazie ad alcune modifiche di carrozzeria vanta angoli d’attacco e uscita sensibilmente superiori rispetto al modello normale.