SEMPLICE ED ELEGANTE, ORA È ANCHE PIÙ HI-TECH - Comoda, rifinita con cura (i materiali e i rivestimenti sono ricercati: solo le plastiche meno visibili stonano un po’), spaziosa per quattro adulti e con un baule di buona capienza, la Mazda CX-30 è sulla breccia dal 2019. Tuttavia, la più piccola tra le crossover della casa giapponese rimane un’auto al passo coi tempi: merito di una linea semplice ed elegante, che si distingue a colpo d’occhio da quella più “arzigogolata” di molte rivali, e dei recenti aggiornamenti (qui per saperne di più) al sistema multimediale (il display è di 10,5 anziché di 8,8 pollici e, attivando Android Auto o Apple CarPlay, l’head-up display ora mostra le indicazioni del navigatore) e alla taratura dei tanti e raffinati sistemi elettronici di assistenza alla guida di serie (ci sono persino la frenata automatica in retromarcia e l’avviso di altri veicoli che sopraggiungono agli incroci).
SOTTO LA “PELLE” RIFUGGE DALLA BANALITÀ - Se la carrozzeria, priva di orpelli, punta sul classico, la meccanica della Mazda CX-30 sposa soluzioni originali. Tutte le versioni sono mild hybrid, con un grosso (per il tipo di auto) motore 2.0 senza turbo supportato da una piccola unità elettrica da 8 CV. Noi abbiamo provato la più potente Skyactiv-X, che si caratterizza per una combustione particolare. Quando non serve molta potenza, la miscela è magrissima (il rapporto aria/benzina è di 36,8:1 anziché di 14,7:1, come nelle altre situazioni), un po’ come avviene nei motori diesel, a beneficio dei consumi (in media, con una guida che non badi troppo all’economia, stimiamo di poter superare i 15 km/litro).
PER SCATTARE VA TENUTA SU DI GIRI - Questa soluzione offre dei vantaggi anche in termini di potenza: il 2.0 raggiunge i 186 CV, mentre le altre versioni (Skyactiv-G) si fermano a 122 o 150. In pratica si ottiene una spinta fluida, un po’ moscia ai bassi regimi ma vigorosa (e contornata da un sound che appaga gli sportivi) con l’avvicinarsi della lancetta alla zona rossa del contagiri. Il cambio manuale a sei marce (a richiesta c’è anche l’automatico, con lo stesso numero di rapporti) va quindi usato di frequente se serve tenere il motore pimpante; i rapporti sono piuttosto lunghi, ma è piacevole da usare, grazie alla leva corta e alla comoda impugnatura del pomello.
SOPRATTUTTO EQUILIBRATA - La Mazda CX-30 non è l’auto più adatta per “correre”, ma le sospensioni, né troppo rigide né troppo morbide, riescono a offrire un buon equilibrio tra comfort e tenuta di strada. Solo sulle sconnessioni più marcate l’auto sobbalza un po’, e, pur se affrontando le curve in maniera un po’ troppo “allegra” tende a coricarsi sulle ruote interne, resta stabile. La trazione 4x4 della versione che abbiamo guidato su una pista innevata, invece, dà un netto contributo in caso di fondi insidiosi.
SULLA NEVE TI AIUTA (E NON TI STRESSA) - Proposto anche per la berlina 3 (con cui la Mazda CX-30 condivide la meccanica) e per le suv CX-5 e CX-60 (quest’ultima è l’unica della gamma ad avere, di base, la trazione posteriore invece che anteriore), il sistema 4x4 della CX-30 sfrutta una frizione a lamelle dalla rapida gestione elettronica per trasferire la potenza la retrotreno: una moltitudine di sensori “legge” tutto ciò che sta accadendo sotto le ruote e, in caso di perdite di aderenza, fino al 50% della coppia viene inviata alle ruote posteriori, evitando pattinamenti e mantenendo la vettura in traiettoria senza costringere il guidatore a fare gli straordinari con il volante. Eventuali correzioni si effettuano in sicurezza anche nelle situazioni di emergenza, come una frenata o una sterzata improvvise, o quando si esagera un po’ con il pedale dell’acceleratore.