OPINIONI DIVERGENTI - Cambiano i vertici aziendali? Cambiano di conseguenze anche programmi e strategie. È successo alla Mazda, con Michi Kogai, da giugno nuovo presidente e amministratore delegato della casa giapponese. In un'intervista ad Autonews il responsabile della casa giapponese sembra voler fare un passo indietro sul motore rotativo (foto qui sopra), utilizzato per la prima volta su una Mazda nel 1968 sulla coupé R100. Un cambio di rotta rispetto allo scorso anno, quando l’allora presidente Takashi Yamanouchi aveva accennato allo sviluppo di una vettura ibrida alimentata da un motore rotativo che generasse energia elettrica per ricaricare le batterie.
MOLTI OSTACOLI - Kogai i suoi galloni al vertice della più piccola casa giapponese ancora indipendente se li è guadagnati sul campo. Si deve a lui la rivoluzione del sistema produttivo della Mazda nell'ambito del programma SkyActive, che ha diminuito drasticamente i costi e quindi contribuito in modo significativo ad un ritorno al profitto dopo cinque anni di perdite. Il motore rotativo deve fare i conti con ostacoli tecnici non indifferenti. Primo fra tutti, il rispetto delle norme sulle emissioni sempre più severe. Secondo Kogai inoltre, per generare profitto, il motore rotativo dovrebbe essere montato su un modello venduto in almeno 100.000 unità l’anno. Va da sé che non si tratti di un’operazione semplicissima.
UNA PORTA SOLO SOCCHIUSA - Il motore rotativo, conosciuto anche come Wankel dall’ingegnere tedesco che ne sviluppò il progetto, è stato utilizzato dalla Mazda fino allo scorso anno quando è stata prodotta l’ultima Mazda RX-8 (foto qui sopra). Oggi le priorità della casa giapponese sono altre, economie di scala, espansione della gamma e contenimento dei costi. Tuttavia la Mazda secondo quanto riferito da Kogai ad Autonews non ha del tutto abbandonato l’idea del motore rotativo essendo questa tecnologia profondamente legata alla cultura di questa azienda. Gli ingegneri stanno continuando a lavorare nel tentativo di migliorare una tecnologia che può funzionare in maniera flessibile con una vasta gamma di combustibili, idrogeno compreso.