CONTROLLO TOTALE - Il colosso cinese BYD, che lo scorso anno fino all’ultimo ha conteso a Tesla il ruolo di primo produttore di auto elettriche al mondo, ed è presente anche in Italia. Tra gli ingredienti del successo vi è la massima verticalità, con un controllo quasi totale della catena di fornitura. Anche l’efficienza produttiva riveste un ruolo fondamentale, con fabbriche che riescono a sfornare automobili a ritmi forsennati. La nuova fabbrica che sorgerà nel cuore della provincia cinese dell’Henan, a Zhengzhou, ha tutti gli ingredienti per essere un’altra testimonianza dell’ambizione industriale del costruttore del Dragone.
GRANDE COME TORINO - Non si tratta solo di un impianto produttivo, ma di una città dell’auto (qualcuno ricorda Mirafiori ai tempi d’oro?), dotata di stadi, parchi e scuole destinate ai figli dei dipendenti. Con una superficie stimata di 130 km² (esattamente come tutta la città di Torino), il complesso della BYD di Zhengzhou, oltre a essere uno stabilimento produttivo automatizzato (si parla di oltre 3.000 robot) è un vero e proprio ecosistema.
FINO A 80.000 “ABITANTI” - Racchiude infatti tutte le fasi del ciclo di vita del prodotto; dalla ricerca e sviluppo, fino alla produzione e alla logistica. Attualmente la maxi-fabbrica è alla fase cinque del suo sviluppo: quando arriverà alla fase 8 sarà completata di tutte le sue strutture e potrà avviare le attività produttive. Ora in questa città industriale vivono 60.000 dipendenti, ma la Byd, ha riferito che nei prossimi tre mesi ne arriveranno altri 20.000. Il sito produrrà auto elettriche, batterie e semiconduttori, riducendo al minimo la dipendenza da fornitori esterni.
MODELLO CINESE - Mentre la Tesla continua a investire negli USA e in Germania, la BYD ha dimostrato la sua capacità di scalare a “ritmi cinesi” e con un modello produttivo integrato e autosufficiente. L’espansione della BYD e l’imponenza della sua megafactory si inseriscono nel contesto della crescente presenza dei marchi cinesi nei mercati globali, anche in Europa, dove sono diventati molto più di outsider.