DIGITALE E PIÙ DURATURA - Il Consiglio e il Parlamento Europeo hanno siglato un accordo provvisorio che regolerà le patenti in modo uniforme in tutta l’Unione. La prima decisione riguarda l’arrivo, entro la fine del 2030, di una patente “virtuale”, inserita all’interno del futuro portafoglio di identità digitale europea. Si tratta di una soluzione già adottata in Italia, dove i cittadini possono esibire la patente digitale nell’app Io, con lo stesso valore del documento fisico. Al momento la patente digitale italiana è riconosciuta solo nel nostro Paese, ma entro la fine del decennio potrà essere esibita in tutti gli Stati membri. Si allunga anche la durata di validità, sia per la patente digitale che per quella fisica, che passerà dagli attuali 10 a 15 anni dalla data di rilascio (resta di 10 anni la durata se la patente è utilizzata come carta d’identità).
UNIFORMARE PER AUMENTARE LA SICUREZZA - Per migliorare la sicurezza stradale, saranno armonizzati i processi di controllo medico necessari per ottenere la patente: tutti gli Stati, al momento di rilasciare la patente, chiederanno una visita medica o uno screening basato sull’autovalutazione. Verranno uniformate anche le regole per i neopatentati, che verranno considerati tali per un periodo minimo di due anni. Durante questo lasso di tempo, dovrebbero essere applicate regole o sanzioni più severe per la guida sotto l’effetto di alcol o droghe, pur lasciando ai vari Paesi la competenza di regolare il comportamento dei conducenti.
GUIDA ACCOMPAGNATA - La carenza di guidatori professionali ha portato a definire uno scherma per la guida accompagnata con una patente C. Chi lo chiederà potrà ottenere la patente professionale prima che venga raggiunto il limite minimo di età (viene abbassata ta da 21 a 18 anni l’età minima per guidare gli autocarri e da 24 a 21 anni per gli autobus), ma solo se saranno accompagnati da un conducente esperto. Per i cittadini che vivono in uno Stato membro diverso dal loro Paese di cittadinanza, sarà più semplice ottenere la patente nel proprio Stato.
I PROSSIMI PASSI - L’accordo provvisorio dovrà essere approvato dai Paesi membri dell’Unione Europea e dal Parlamento Europeo. Dopo una revisione giurico-linguistica, il testo sarà quindi formalmente adottato da entrambe le istituzioni.