NON SI GIOCA NON REGOLE CINESI - L’avevamo anticipato ieri (qui la notizia) e ora è praticamente ufficiale: gli Stati Uniti e l’amministrazione di Joe Biden hanno alzato la tassazione su diversi prodotti cinesi, in particolare su veicoli elettrici, microchip, batterie, minerali e altre importazioni tra cui anche aghi e siringhe. L’aumento più importante riguarda proprio le auto elettriche, che quadruplica la tassa passando dal 25% al 100% del valore. L’aliquota sui semiconduttori raddoppia, dal 25 al 50% entro il 2025, così come quella per le celle fotovoltaiche necessarie per produrre i pannelli solari. Le batterie agli ioni di litio passano invece dal 7,5 al 25%. I dazi entreranno in vigore scaglionati da qui fino al 2026 e rappresentano una risposta mirata alla tariffa fissa del 60% proposta da Trump in campagna elettorale. “La Cina è semplicemente troppo grande per giocare secondo le proprie regole”, ha detto ai giornalisti Leal Brainard, direttore del Consiglio economico nazionale.
BASSO COSTO ARTIFICIALE - I provvedimenti si inseriscono in un approccio aggressivo al tema del commercio con la Cina, uno dei temi di maggior presa tra la popolazione statunitense durante la campagna elettorale che porterà alle elezioni presidenziali di novembre. La nuova tassazione colpisce in diversi settori solo un piccolo segmento del mercato americano, ma puntano comunque a evitare un potenziale aumento incontrollato delle importazioni. “In passato il presidente Biden e io abbiamo visto in prima persona l’impatto dell’impennata di alcune importazioni cinesi artificialmente a basso costo sulle comunità americane e non lo tollereremo di nuovo”, ha annunciato in un’intervista Janet Yellen, segretario al Tesoro.
LA CINA RISPONDERÀ? - Se da un lato i nuovi dazi potranno giovare alla produzione interna, dall’altro rischiano di aumentare ulteriormente i prezzi di alcuni beni per consumatori già pesantemente colpiti dall’inflazione, oltre che suscitare la risposta di Pechino, che potrebbe controbattere con la stessa moneta. Per il momento non si registrano ritorsioni da parte del governo del Dragone: “Speriamo di non vedere una risposta cinese significativa, ma questa è sempre una possibilità”, ha detto Yellen.