L'attrazione e il fascino esercitati da questo modello Alfa ha origini piuttosto lontane nel tempo. Pur non essendo alfista, ho sempre ammirato la 147 per la sua linea, essenziale e grintosa, tuttora al passo coi tempi e il conclamato piacere di guida, risultato di un sistema di sospensioni all'avanguardia e uno sterzo tra i più diretti.
C'erano tuttavia due aspetti che della compatta Alfa non mi convincevano appieno e che negli anni ne pregiudicarono l'acquisto: una abitabilità scarsa per una 'media' (il comfort a bordo per chi come il sottoscritto compie spesso viaggi piuttosto lunghi non è un tema trascurabile) e la questione sicurezza (solo 3 stelle EuroNCAP).
Col tempo, mi convinsi tuttavia che col modello che l'avrebbe sostituita, Alfa Romeo, pur nel rispetto delle linee e dello spirito che identificano il cuore sportivo di questo glorioso marchio, avrebbe colmato queste lacune e proposto una vettura più completa, adatta forse anche a chi alfista non era mai stato.
Devo dire che le conferme successive dei fatti mi hanno reso, per una volta, buon profeta.. Decisi pertanto di seguirne lo sviluppo, invero travagliato, sin dalle primissime indiscrezioni, soprattutto attraverso il sito progetto940.it: foto spia, notizie 'rubate', ricostruzioni al photoshop, probabili motori utilizzati, cambi di nome: prima 149, poi Milano e infine.. Giulietta.
Con le prime foto e video ufficiali che ne sancivano il lancio sul mercato, siamo intorno alla fine del 2009, il desiderio di vederla dal vivo e poterla provare crebbe a dismisura, sino alla decisione fatale e irrazionale di acquistarla praticamente 'a scatola chiusa'. La ordinai infatti nell' aprile 2010, ancor prima della presentazione ufficiale, a seguito di un mese di trattative con vari concessionari. Dopo otto anni di diesel, optai per il benzina, il 1.4 multiair, motore debuttante su MiTo del quale avevo letto un gran bene.
Scelta tutt'altro che scontata e non solo per una questione di consumi; tuttavia la percorrenza annua non elevatissima (20.000 km circa), il risparmio annuo sull'rcauto, il buon rapporto prestazioni/consumi del multiair e soprattutto la rilevante differenza di prezzo col jtd-2 della stessa potenza (mi riferisco naturalmente al 2.0 170 cv) a parità di allestimento, mi convinsero a lasciare il meno caro gasolio e con esso la piacevole e ormai 'familiare' spinta di una coppia robusta ai bassi regimi, in favore di un'accelerazione meno esuberante ma più duratura. Persino il colore scelto rappresentava una scommessa, il blu profondo invece del 'solito' nero metallizzato delle mie precedenti 2 Ford focus. Insomma, un cambiamento radicale in tutti i sensi.
Nei tre interminabili mesi che mi separarono dall'effettivo possesso, raccolsi quanto più materiale possibile audio/video e cartaceo su Giulietta, che con l'approssimarsi della presentazione al mercato era sempre più disponibile: interni, esterni, presentazione di Ramacciotti - numero 1 del Centro Stile Alfa Romeo - prime recensioni e prove su strada. Solo comunque in occasione del primo incontro ravvicinato al 'porte aperte' di fine maggio 2010, mi convinsi pienamente della bontà di una scelta dettata molto più dalla 'pancia' che dalla testa, con tutti i rischi connessi all'affidabilità ed ai problemi di gioventù che caratterizzano un modello del tutto nuovo.
Era bellissima, troppo bella.. dentro e fuori.