Chi come me ha avuto l'occasione di guidare più volte una normale Audi A1, salendo a bordo della S1 può subito rendersi conto della differenza. Se l'estetica rimane sobria e, agli occhi dei meno esperti, rende forse poco distintiva la S1, le numerose differenze meccaniche relative al propulsore (un 2.0 TFSI, 4 cilindri, turbo benzina ad iniezione diretta ed indiretta, EA888 Gen.3), al telaio, ai freni, alle sospensioni ed alla scatola dello sterzo, rendono quest'auto unica nel suo segmento. La S1 è precisa e composta. Asseconda qualsiasi manovra, anche la più scorbutica, e non fa una piega. L'assetto sportivo, ribassato di 15mm rispetto alla versione normale, dotato di ammortizzatori a taratura elettronica, risulta davvero ben bilanciato. Replica in maniera precisa le asperità del terreno, senza mai risultare eccessivamente rigido o morbido: letteralmente neutro. Ma quando si chiede maggiore appoggio, ecco che l'elettronica indurisce le sospensioni: proprio quando serve! La trazione integrale, su fondo scivoloso oppure forzando un pò la mano sui tornanti e sulle curve, entra in funzione in maniera equilibrata, ripartendo fino al 50% della coppia motrice sull'assale posteriore e garantendo sempre un'ottima tenuta di strada. A coadiuvare la trazione Quattro, poi, c'è il sistema di sospensioni posteriori multilink (mentre sulle A1 normali troviamo il classico ponte torcente), che garantisce maggiori prestazioni, senza sacrificare il comfort. Tutto ciò, unito ad un barra stabilizzatrice maggiorata sull'assale anteriore e ad una barra posteriore, rende l'auto quasi totalmente priva di rollio. Dove non arriva la meccanica, sopperisce l'elettronica, che, grazie ai vari sistemi di stabilità (XDS, ESC, ASR, ecc.) che si avvalgono del sistema frenante per mantenere l'autovettura sotto controllo, conferiscono a chi la guida una sensazione di fiducia e di sicurezza ineguagliabili per la categoria. Sul propulsore bisognerebbe dedicare un capitolo a parte, ma potrei definirlo con la prima affermazione che mi è uscita di bocca la prima volta che ho sfiorato la zona rossa del contagiri: non finisce mai! E' sempre pronto. In qualsiasi marcia. Anche a 1500 giri, di sesta, riprende con un calcio di coppia che ricorda i motori diesel. Ed allunga fino a 6400 giri senza mostrare alcun calo di potenza o coppia. L'auto ha due anime: sa essere docile se si sfiora il pedale dell'acceleratore in maniera educata. Ma non appena si preme un pò di più, è capace di soddisfare anche la più sfrenata voglia di forza g. In un batter d'occhio le altre autovetture scompaiono dalla vista dello specchietto retrovisore e ci si ritrova spesso a velocità fuori limite consentito, anche senza volerlo. Crea dipendenza. E' bene saperlo!
Il cambio è un 6 marce solido e preciso. I rapporti del cambio sono molto corti. Gli innesti sono ben spaziati e mai contrastati. Forse l'unica pecca va al pedale della frizione, che ha una corsa un pò lunga, per chi ama la guida veloce, ed ha un feeling lievemente filtrato.
I freni risultano sempre pronti e potenti. Audi ha, infatti, deciso di installare un cilindro maestro dei freni sovradimensionato per la categoria, con pistoncini interni di ben 25,4mm di diametro (come sull'Audi RS3 e TTRS). Ciò rende il pedale del freno estremamente reattivo, sostanzioso e con la corsa molto corta, aumentando la confidenza tra auto e guidatore.
A completare la dotazione c’è uno scarico con silenziatore finale a 4 uscite, dotato di una valvola interna con apertura variabile, comandata elettronicamente. Il suono è pieno, cupo, profondo. Risulta elegante e sobrio, mai invadente. Forse anche troppo: un’auto che va così forte dovrebbe cantare un po’ di più.